Quando il mio treno arriva a Daegu, ho il cuore in gola.
Abbiamo organizzato tutto in fretta e furia, e prima che potessi davvero realizzare che ho attraversato il paese per conoscere il fratello del mio ragazzo. Gli impegni di Yoongi sono stati il maggiore ostacolo, come prevedibile; a fine aprile c'è stato il rilascio di That that, e tra meno di un mese dovrà partire per gli Stati Uniti con i ragazzi per un discorso alla Casa Bianca.
Ma voleva sfruttare il mio regalo di compleanno quanto prima; ho percepito chiaramente la sua impazienza per il viaggio, l'entusiasmo mal celato all'idea che Geum-Jae potesse conoscermi. Avranno parlato di me? Se sì, cosa potrebbe avergli detto di me?
La stazione è piena, nonostante sia ora di cena e sia venerdì sera. Choi Do-Hyun mi aspetta sulla banchina, stretto nel completo nero che gli ho sempre visto addosso. In effetti, ora che ci penso, non l'ho mai visto con altri abiti.
Mi raggiunge velocemente, acchiappa il bagaglio che ho insistito per portare con me. Non avevo voglia di caricare inutilmente l'auto di Yoongi, anche se passeremo un paio di notti soltanto a Daegu.
«Park Soo-Yunssi, com'è andato il viaggio?» mi domanda, facendomi strada verso l'auto. Yoongi mi starà aspettando lì?
«Bene, grazie.» Gli rivolgo un sorriso, sempre grata della sua gentilezza. «L'ho passato ad ascoltare la musica senza troppo disturbo. Non avevo mai viaggiato in prima classe.»
«Min Yoongissi adora viziarti» commenta Do-Hyun, e quanto è vero? È anche con queste piccole cose – il fatto che non badi a spese, quando si parla di me – che mi fa capire quanto sono importante per lui, quanto il nostro rapporto sia una parte fondamentale della sua vita.
Arrossisco mio malgrado, e il mio rossore aumenta quando raggiungiamo l'auto e, una volta aperto uno spiraglio della portiera posteriore, vedo la figura di Yoongi accomodata sul sedile, il cellulare tra le mani e un sorriso abbozzato sulle labbra.
Si volta in mia direzione non appena sente la portiera aprirsi, e il suo viso si illumina. «Non hai dovuto aspettare troppo, vero? C'era traffico, pensavo che avremmo fatto tardi.»
«Non preoccuparti» lo rassicuro, allungando una mano per sfiorargli la guancia. «Quando sono scesa dal treno, Do-Hyunssi mi stava già aspettando.»
L'interessato, che nel frattempo ha caricato il mio bagaglio e si è messo al volante, mi rivolge un sorriso che intercetto dallo specchietto retrovisore. Yoongi nemmeno se ne accorge, tutto preso dall'avermi vicino – è incredibilmente fisico, nell'ultimo periodo, e sebbene mi paia un po' strano non ho di certo intenzione di lamentarmene. Mi stringe la mano, gioca con le mie dita, se le porta alle labbra per baciarle una per una.
«Andiamo subito da Min Geum-Jaenim?» chiedo, e non posso dire di essere tranquilla mentre aspetto la risposta.
Ho accettato il viaggio, certo, ma conoscere la sua famiglia è tanto. Ho provato a spiegargli più di una volta come mi sento a riguardo, e Yoongi ovviamente ci ha tenuto a sottolineare che anche lui ha conosciuto mia sorella, qualche tempo fa, e non era nemmeno programmato. Forse è stato quello che non gli ha dato il tempo di agitarsi – se mi fossi trovata Min Geum-Jae davanti appena uscita dalla stanza di Yoongi, al mattino presto, non avrei di certo avuto il tempo materiale per imbarazzarmi, per preoccuparmi del suo pensiero.
Yoongi però scuote il capo, e il gesto solo è sufficiente a farmi esalare un sospiro di sollievo. «No, questa sera ha un impegno. Lo vedremo domani per colazione, credo, o pranzo. Dobbiamo ancora aggiornarci.»
Annuisco, mentre rifletto poi sulle dinamiche della serata. «Yoongi, ma l'hotel...»
«Do-Hyun ha prenotato a nome tuo.» Mi rivolge uno sguardo di scuse. «È più facile, così.»
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Both in this life and the next | Min Yoongi [COMPLETA]
Romance[storia COMPLETA] Park Soo-Yun ha ventisette anni compiuti da poco e un posto come insegnante d'inglese in una scuola superiore di Seoul. Non ha crucci per la testa e ha risolto i suoi problemi anche e soprattutto grazie ai Bangtan Sonyeondan, che l...