«Oh, no. Oh, no, no, no.»
Namjoon mi osserva, preoccupato, seguendomi quando mi alzo dal divano su cui ci siamo accomodati più di un'ora fa. «È successo qualcosa di grave?»
Sempre più vicina all'ingresso gli mostro lo schermo del telefonino, già bloccato, dal quale può vedere l'orario. «Sono le undici. Min Yoongissi vorrà uccidermi con le sue mani e arrostire le mie interiora.»
Mentre Namjoon ride delle mie parole, mi congedo da lui chinando il capo così tanto che sto per baciare il pavimento. Mi sento in colpa nei confronti di entrambi, di Namjoon che sto salutando bruscamente e con maleducazione, e di Min Yoongi, che mi sta aspettando da chissà quanto tempo.
Quando arrivo al suo appartamento – quello a destra della casa di Hoseok, ma guardandola da fuori. Ho imparato a mie spese – ho percorso forse cento metri, ma ho davvero corso e mi sento il cuore in gola. Mi viene da pensare che possa essere un effetto collaterale dell'essere davanti a casa di Min Yoongi, ma scaccio il pensiero con foga prima di suonare il campanello.
La porta si apre di colpo, ma ancora prima di poter incrociare il suo sguardo chino il capo, lasciando che l'infinita profusione di scuse che sto pensando sgorghi dalle mie labbra. Un conato di vomito sarebbe più comprensibile, temo, e il silenzio di Min Yoongi mi fa temere di aver davvero superato il segno.
«Ma dove—»
«È colpa mia, Yoongi hyung.»
Mi volto di scatto verso la mia sinistra. La voce bassa di Namjoon risuona nel buio mentre si avvicina all'ingresso dell'appartamento di lusso dell'amico. Non mi sono minimamente accorta che mi avesse seguito fino qui.
«Park Soo-Yunssi era in perfetto orario, ma ha sbagliato casa e tu eri ancora in studio, quindi l'ho invitata ad entrare e abbiamo perso la cognizione del tempo tra le chiacchiere. Scusami.»
Soltanto adesso mi concedo di spostare lo sguardo sul maggiore dei due. I capelli sono per una volta privi di qualsiasi tinta, apprezzabili quindi del loro naturale colore. Ha la pelle priva di trucco e chiara, come la mia, ed ha sicuramente perso peso dall'ultima volta che ci siamo visti, ormai più di un mese fa. Ma le guance sono ancora piene, invitanti, anche se non quanto le labbra, di quella forma particolare e felina così unicamente sua.
Il suo sguardo era di certo piuttosto ostile, fino a poco fa, ma le scuse di Namjoon sono sufficienti a far ammorbidire la sua occhiata.
«Oh, okay. Grazie per averle tenuto compagnia» mormora, e si fa di lato per permettermi di entrare in casa sua.
Sono stupita, più che altro perché è tardi, e a giudicare dai segni scuri sotto i suoi occhi ha bisogno di una bella dormita.
«Posso tornare un altro giorno, se vuoi. È tardi, dovresti riposare.»
Yoongi si stringe nelle spalle e apre ancora di più la porta di casa. «Abbiamo la mattina libera domani, dormirò al mattino se uno dei maknae non viene a tormentarmi.»
Lo dice con tono quasi scocciato, ma negli occhi scuri brilla una luce tenera, dimostrazione dell'affetto che prova per le piccole canaglie.
«Se sei sicuro...»
«Certo. Vieni pure. Ci vediamo domani, Namjoonah» aggiunge, rivolto al ragazzo ancora al mio fianco. Alto com'è, è strano pensare che sia, anche se di qualche mese soltanto, più giovane di me.
Namjoon lo saluta con un gesto della mano, prima d'inchinarsi in mia direzione. Faccio lo stesso, sperando che possa vedere il sorriso che si è allargato sul mio viso.
«Grazie della compagnia, Kim Namjoonssi.»
«È stato un piacere, Park Soo-Yun. Spero di rivederti presto.»
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Both in this life and the next | Min Yoongi [COMPLETA]
Romance[storia COMPLETA] Park Soo-Yun ha ventisette anni compiuti da poco e un posto come insegnante d'inglese in una scuola superiore di Seoul. Non ha crucci per la testa e ha risolto i suoi problemi anche e soprattutto grazie ai Bangtan Sonyeondan, che l...