XXXIV

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«Sei ancora a casa?»

«Chiusa in bagno, per la precisione» specifico, appoggiando le spalle alla porta della stanza e lasciandomi sfuggire un sospiro. «Mia madre mi ha incastrata nel pranzo di famiglia.»

Dalla sala da pranzo sento gli urletti di Joo-Won e le vocine di tutta la mia famiglia, completamente impazzita per quel cucciolo di umano – me compresa. Ma in questo momento preferisco restare chiusa in bagno al telefono con Yoongi.

«Non ti preoccupare. Sarò ancora qui quando ti libererai.»

È sciocco, ma la semplice rassicurazione che ci ritroveremo una volta che riuscirò a fuggire dalla gabbia di matti che chiamo famiglia è sufficiente a farmi stare meglio, a darmi un po' di forza per affrontare il resto della giornata.

«Yoongi...»

«Lo so» mormora lui dall'altro capo del telefono, e so che ci capiamo come mai prima.

Il nostro rapporto si è sbloccato, e sebbene il linguaggio non resti il nostro metodo di comunicazione preferito in qualche modo riusciamo a capirci. I problemi che avevamo sembrano risolti ora che siamo aperti l'uno con l'altra, ora che non riusciamo più a nascondere quel che proviamo.

«Ti lascio andare. Scrivimi quando ti liberi e vieni qui, okay?»

«Devi scacciare l'amante?» chiedo con una risata, e lui mi segue.

«No, solo Namjoon. Si è piazzato a casa mia da questa mattina, stiamo scrivendo come pazzi.»

Me li immagino, seduti al tavolo a creare la loro magia. Fogli di carta sparsi ovunque, Yoongi che fa la spola tra il tavolo e il pianoforte, dove accenna le melodie che gli vengono in mente. Le scrive febbrilmente, per paura di dimenticarle, e poi segue il filo dei propri pensieri, continuando a plasmare il suo linguaggio più intimo.

«Non vedo l'ora di sentire» ammetto, curiosa.

«Stasera. Prima suono io, poi canti tu.»

È il nostro rito, ormai. Ho capito da tempo che gli piace sentirmi suonare e cantare prima di dormire, e mi stupisco di quanto mi piaccia farlo, di quanto spogliarmi davanti a lui mi faccia sentire me stessa.

«Ehi, mi hai scambiato per un juke box? Vuoi anche fare delle richieste, ora?»

«Dipende: devo inserire una monetina?»

Per fortuna sono chiusa in bagno, perché sono davvero avvampata. Forse Yoongi non intendeva nulla di scabroso, ma non posso impedire alla mia mente di vagare verso altre direzioni. Quest'uomo mi rende tutto, tranne che santa.

«Soo-Yunah

Certo, è ovvio che pensi che mi sto perdendo per l'etere. Non sa che sono sulla strada della perdizione e sto pensando alla sua monetina.

«Sì, ci sono» rispondo, ma ho il fiatone come se avessi corso una maratona. «Niente monetina. Per te canto gratis.»

«Meno male, ero già preoccupato. Temo potresti mandarmi in bancarotta.»

«In bancarotta? Non sono una cantante così cara.»

«No, ma vorrei che cantassi per me per un bel po' di tempo.»

Oh. Credo non sia il caso di fare piani e parlare di futuro per telefono, ma tra me e me devo ammettere che la trovo una cosa molto carina. Molto, molto carina. Tanto carina che mi sto sciogliendo come un gelatino al sole.

«Soo-Yunah? Ti ho persa ancora?»

«Cos—no, no, sono qui. Ma devo davvero andare, adesso» mormoro, sentendo qualche colpo contro la porta del bagno.

Both in this life and the next     |     Min Yoongi   [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora