XLIII

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Un'altra mattina. Se continua a tenermi qui con lui la notte, non potrò fare altro che abituarmi a svegliarmi tra le sue braccia e viziarlo con colazioni, baci e tutto quello che potrebbe chiedermi.

Ma prima di Yoongi, c'è Holly. Reclama la colazione non appena si accorge che sono sveglia; mi segue in bagno mentre lavo i denti, zampetta con me fino alla cucina e supervisiona ogni mio movimento fino a quando, finalmente, non mi occupo della sua ciotola. Passo alla caffè e alla colazione per noi umani subito dopo, e se da una parte riesco ad aspettare di poter mangiare con lui, non sono altrettanto forte e non resisto al richiamo della caffeina.

Sono immersa nei miei pensieri – che novità dev'essere, per Yoongi –, accomodata al tavolo dell'enorme cucina e una tazza stretta tra le mani, quando Yoongi compare dal corridoio che porta alla zona notte, i capelli arruffati e un sorriso accennato in viso. Ricambio in silenzio, posando la mia tazza per alzarmi e scaldare la colazione, ma prima che possa muovere più di un passo m'incastra tra il suo

Mi prende alla sprovvista, ma lo accolgo come sempre. È il posto che gli appartiene da quando l'ha reclamato, e non vorrei essere stretta da nessun altro uomo. Lo stringo a me mentre approfondisce il bacio e mi strappa un urletto, sollevandomi quanto basta per farmi sedere sul tavolo della cucina. Allargo le gambe per lasciargli spazio, per agevolargli i movimenti, e accolgo le sue mani sui miei fianchi, sotto la felpa che indosso, con un sospiro d'impazienza.

Lasciati andare, mi ripeto mentalmente, ma mi rendo conto che è sempre più facile liberare la mente da qualsiasi pensiero e concentrarmi soltanto su Yoongi, sui nostri corpi che imparano a conoscersi. Così azzardo una mossa anche io, sperando di non infastidirlo. Una mano affonda nei suoi capelli, più lunghi del solito e morbidi come non mai, e l'altra imita le sue, finendo sul suo fianco. Lo percepisco sospirare contro la mia bocca e farsi ancora più vicino, schiavo del bisogno di sentirmi addosso tanto quanto lo sono io.

Credo stia cercando di rispettarmi, di rispettare i miei tempi, ma sono più pronta – pronta? Sono nata per stare tra le sue braccia – di lui, probabilmente, e decido di lasciar perdere la timidezza e fare spazio all'intraprendenza. Mi allontano da Yoongi per poter portare entrambe le mani sulla sua felpa, che dal basso sollevo verso l'altro mentre lo guardo negli occhi, cercando la sua approvazione.

Yoongi sta bruciando. Non fuori, niente va a fuoco, ma i suoi occhi sono un incendio divampato senza che me ne rendessi conto, una tormenta di desiderio che sta consumando entrambi. Non ho nemmeno bisogno che annuisca perché mi convinca che togliergli la felpa è la cosa giusta.

Ero in qualche modo convinta che indossasse altro, ma non è così. Il torace magro è un fascio di nervi, la pelle di un candore che invidio, e sto sperando che sia sensibile, delicata. Voglio vedere i segni del mio passaggio su di lui, delle mie unghie, dei miei denti. Voglio che la sua pelle racconti la nostra storia, che urli al mondo che siamo noi.

I miei occhi vagano sulla sua pelle e riesco a percepire l'imbarazzo di Yoongi, che comunque non si sottrae al mio sguardo. Noto la cicatrice dell'operazione sulla spalla sinistra, alcuni nei che imparerò a conoscere e amare, come il resto di lui.

Poso le mani sulle spalle nude, sfiorando la cicatrice ormai quasi camuffata con il resto della pelle, prima di attirarlo di nuovo a me e riprendere a baciarlo con più sicurezza. Yoongi ricambia, sospira contro la mia bocca, stringe i miei fianchi con le dita magre e fa volare la mia immaginazione oltre la stoffa che ci divide, ben al di là di quel poco che sta succedendo.

"A to the G, to the U, to the STD

I'm d-boy because I'm from D

미친놈 비트 위의 루나틱

Both in this life and the next     |     Min Yoongi   [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora