.12. tornado

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Selene

Non appena mi alzai dai sedili posteriori, sedendomi a cavalcioni sulle sue gambe, guardandolo dall'alto vidi ogni singolo muscolo del suo corpo.
Erano tutti ben delineati e in ognuno c'era una cicatrice diversa dalla più grande alla più insignificante.
Passai il dito tra una di queste ancora a seduta sulle sue gambe.
«Alzati» Mi ordinò serio guardandomi con desiderio.
«Perché?» Risposi passandogli un dito sul petto provocandolo.
«Alzati e basta Selene» Mi afferrò dagli avambracci senza spostarmi.
«Ma perchè?» Chiesi stavolta in cerca di una risposta seria.
«Perché se non ti alzi entro cinque secondi non so cosa potrei farti, potrei baciarti fino allo svenimento, Occhioni» Arrossì e lui alzò lo sguardo verso di me.
«Selene sei un tornado» I suoi capelli arruffati mi toccavano la fronte. Fa sempre paragoni, un filosofo.

«Tornado?» Lasciò la presa dalle mie braccia e prese il maglione dolcevita che indossava prima.
«Almeno metti questo o sarò davvero costretto a toglierti di forza.» Presi il maglione e lo indossai come vestito aprendo lo sportello dell'auto.
«Vestiti Rune Hoffman» Presi nuovamente la riccia parrucca bionda indossandola.
«Andiamo ad una festa» Chiusi lo sportello e mi misi alla guida.
Lui mi guardò basito dalla mia risposta improvvisata ed io infilandomi i pantaloni cercando di non sbattere con lo sterzo gli tirai il maglione che lui prese al volo.
«Dove vuoi portarmi alle cinque del pomeriggio?» Mi voltai verso di lui che stava cercando di infilarsi il maglione.
«Sono tre ore di macchina, arriveremo al giusto orario.»
«Si ma dove?»
«Ti fidi di me, Thomas?»
«Forse Occhioni» La sua testa sbucò dal maglione e mi fece l'occhiolino mettendosi nel sedile accanto al mio.
«Mi fido, non arrabbiarti.» Mi disse allacciando la cintura.
«Dovevo portarmi il casco però...» Aggiunse poi facendo spallucce. Che ingrato! Io guido meglio di lui.
Io alzai un sopracciglio alla sua frase alquanto inusuale.
«Casco?» Lui annuì accennando un sorriso.
«Dopo l'ultima corsa meglio prevenire, sei un mito»
«Lo so "Ex automobilista"» Lui allora si voltò verso la strada.
«Lo ero davvero Occhioni.»
«Questa parrucca prude da morire...»
«Vuoi che te la tolga?» Rispose malizioso.
«No, lo hai già fatto una volta»
«Principessa, lo farei giornalmente» Principessa? Ho addolcito un cuore di pietra come lui? Ho i super poteri.
«Principessa?»
«Si, ma se vuoi ti chiamo Selene, so che ti piace sentire il tuo nome uscire dalla mia bocca» Aprì il cruscotto e posò la pistola che teneva in tasca, nel mentre il mio viso si colorava di rosso.
«Oggi non si fará male nessuno, te lo prometto. Ora parti o arriveremo a mezzanotte » Sorrisi partendo e accendendo Spotify dal mio cellulare.
«Aspetta, mettiamo in chiaro una cosa Occhioni.» Fermai la musica e mi dedicai a lui.
«Cosa? Sono tutt'orecchi»
«Non puoi mettermi Ed Sheeran alle cinque del pomeriggio.»
«Stai scherzando vero?»
«Cazzo no! Vuoi farmi venire la depressione?» Spalancai la bocca scioccata.
«Ok scendi subito da questa macchina.»
«Puoi mettere quello che vuoi, ma Ed Sheeran no.»
«Ma che problema hai?!» Lui aprì il piccolo porta occhiali e uscì un paio di occhiali da sole.
«Stai provando ad addolcirmi e magari con te ci riesco ma...No, con loro no. Divento miele all'arancia!»
«All'arancia?» Annuì voltandosi a guardarmi.
«Si dannazione, all'arancia!» Fui costretta a mettere delle canzoni 'pop' fino alle otto di sera e quando fummo arrivati Thomas scese per primo.
«Mi hai portato in discoteca?» Io sorrisi andandogli vicino.
«Non è una discoteca, è "La discoteca"! » Lui incrociò le braccia al petto e inarcò le sopracciglia in modo nervoso tirando occhiatacce a chiunque iniziava a guardarmi.
«Occhioni sei letteralmente con solo un maglione addosso» Gli diedi un innocuo bacio stampo e mi staccai da lui.
«Non è vero Thomas e poi...» non mi fece neanche finire che prese i jeans dall'auto.
«'Thomas' il cazzo, vestiti»
«Sei geloso?»
«Macché»
«Sei geloso»
«Non sono geloso! Forza, vestiti» me li sventolò davanti alla faccia ed io sbuffai e li indossai.

«Comunque questa la chiami discoteca?» annuii soddisfatta.
«Ma vai a...» gli tappai la bocca.
«Niente parolacce signor 'non sono geloso' Murphy.» lui serrò la mascella scrollando il capo.

«Comunque la tua idea cambierà una volta entrato»
«L'idea della tua bellezza o la mia idea che questa è solo una piccola discoteca?» Gli sistemai il maglione.
«La seconda Thomas.» Mi feci avanti ed entrai seguita da Thomas che, palesemente mi osservava desideroso il fondoschiena e trucidava con lo sguardo chiunque provasse a fare la sua stessa cosa.
«Vuoi una foto Thomas?»
«Mh...Magari» Mi diressi verso il bancone e ordinai un Vodka Lemon.
«Così leggera?» Non sono un'alcolizzata come te, criceto.
«Vuoi che prenda qualcosa di più forte?»
«Non lo reggeresti» La musica mi spaccava le orecchie e sentire Thomas limitare le mie capacità mi faceva impazzire.
«Hai una mentalitá limitata Thomas, l'ho sempre detto che sei un criceto e non cambierò idea adesso.» Dissi chiamando il cameriere.
«Lasci stare, mi faccia un whisky.» Thomas ordinò un bacardi e andammo nel cuore della festa.
«Lo sai che la differenza è minima tra il whisky e la vodka lemon, vero?» Urlò senza staccarsi troppo da me per non perdermi in tutto quell'ammasso di persone.
«Ti vedo scombussolata Occhioni.»
«Io?» Farfugliai.
«Tu lo sei!» Gli puntai il dito contro e sentivo di non reggermi più in piedi.
«Mi sa che sei ubriaca neanche al quinto sorso, Selene. Hai un tasso di sopportazione minimo.» Sorrise voltandosi un secondo verso la palla da discoteca.
In quel secondo caddi a terra vedendoci doppio. Ho davvero un tasso di sopportazione così basso?
«Selene!» Fece per alzarmi ma io lo bloccai con una mano.
«Ce la faccio...» Mi alzai barcollando e lui mi prese comunque per il braccio.
«Scusi? Me...Me ne può dare un altro?» Thomas mi prese il viso.
«Sei impazzita?!» Scossi la testa e lo staccai da me.
«Lasciami» Gli puntai il dito contro e poi presi il secondo whisky.
«Sei un uomo fantastico...dannazione se lo sei. Sei assurdo...» Presi un sorso e mi lasciai cadere sulla sedia.
«Io sono innamorata di te» Farfugliai con gli occhi rossi e la voce che si alternava in alti e bassi.
Lui mi guardò stranito e mi tolse il drink di mano posandolo dall'altro lato del bancone.
«Che ne dici di andare a casa? Mh?» Mi prese il braccio e afferrò il bicchiere che buttò nell'immondizia.
«Lasciami, mi fai male!» Urlai e lo spinsi.
«Tu sei cattivo e io...Sei bello ma sei cattivo!» Lui si avvicinò e mi aprì la portiera facendomi entrare.
«Hai bisogno di dormire, Selene» Chiuse violentemente lo sportello ed io sussultai mettendomi le mani sulle tempie.
Mi sbottonai la camicia di qualche bottone e quando lui entrò vedendoci sempre sfocato e confuso gli carezzai il petto.
«Selene, non ora e non qui. Sei ubriaca.» Mi prese le mani e le mise al proprio posto.
«Abbottonati.» disse poi guardando avanti per non dare a vedere il suo imbarazzo.
Mi abbottonai senza pensarci due volte e dopo cinque secondi mi addormentai sul sedile un po' abbassato.
Thomas mi prese in braccio e mi scese dall'auto. Era dolce...o io ero ubriaca?
Io in dormiveglia gli presi una ciocca di capelli.
«Ma sono dipinti?»
«No» Mi strinse a se e mi portò in casa sua.
«Mi devo mettere il pigiama, Thomas» Lui non rispose e mi adagiò sul letto togliendomi i tacchi.
«Dormi Occhioni, buonanotte.» Mi diede un bacio sulla guancia e mi fece una carezza sul viso rimboccandomi le coperte.

Lo sentì coricarsi accanto a me ore più tardi ed io mi voltai abbracciandolo.
«Che hai fatto fino ad ora?» Lui si voltò a guardarmi.
«Si vedono solo i tuoi occhi in questo buio, Occhioni» Sorrisi dandogli un bacio nel petto.
«Quindi?»
«Ho fatto delle ricerche»
«Su chi?»
«Ne parliamo domani. Dormi adesso» Mi diede un bacio sulla fronte. Ragiona Selene, non andare in tilt. Le mie guance presero a fuoco.
Si mise su un fianco chiudendo gli occhi ed io feci lo stesso con un braccio attorcigliato dal suo.

Quando mi svegliai non era più accanto a me, piuttosto lo trovai con un grembiule ai fornelli.
«Buongiorno Occhioni!» Era particolarmente di buonumore...
«Ciao, stai facendo il criceto in cucina? Mi piace, mi piace da morire.» Mi stropicciai gli occhi e mi avvicinai a lui.
«Che cucini?»
«I pancake, per te. Tu come stai?» osservai le piccole lentiggini che aveva sul viso e per un attimo mi venne voglia di baciarle a uno a uno.
«È la prima volta che mi sveglio in un post sbornia ma, tutto sommato bene» Lui allora girò i pancake.
«Perfetto allora preparati, oggi dobbiamo fare un'altra rapina.»
«Dobbiamo?»
«Dobbiamo Occhioni.» Buttai la testa all'indietro e lo raggiunsi in cucina.
«Dove?»
«In casa di Frederick Miller, ci sarà la sua cena e io e te dobbiamo esserci.» Merda!

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