.60. un proiettile.

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Ed eccoci qui amici, questo è l'ultimo capitolo di Storm Dangerous, godetevelo
come se fosse la prima volta.
Io l'ho fatto 🦋

Selene

Thomas si staccò da me e chiuse il borsone lasciandolo sul tavolo, poi salì al piano di sopra senza dire nulla.
Lo seguì lasciando gli altri a parlare in modo nervoso.
Lui aprì l'armadio e vi entrò dentro lasciando le ante aperte.
Non dovrei seguirlo...
No, lo seguo.

«Smetti di camminare sulle punte, ti sento» disse poi quando entrai anche io.
Mi voltai e lo vidi di spalle a guardare le armi.
«Sai...mi chiedo perché proprio noi» bisbigliò.
«Che intendi?»
«Perché proprio noi dovevamo essere immischiati in tutto questo, perché dovevamo soffrire e perché siamo costretti a...fare del male per il bene di coloro che amiamo che sono rinchiusi da tanto tempo.» sospirai e mi accovacciai accanto a lui che stringeva i pugni pieni di lentiggini sbiadite.
«Noi non siamo dentro il problema, noi siamo il problema, Thomas» smise di guardare le armi e spostò lo sguardo gelido su di me.
«Noi? Sono quei mostri il problema»
«Si ma quei mostri hanno il nostro stesso sangue o lo hai dimenticato? Non è colpa nostra se siamo fatti della stessa cosa ma se in realtà non abbiamo nulla a che vedere con loro. Hanno sbagliato, hanno fatto del male a tante persone ma se te ne rendi conto abbiamo sbagliato anche noi.» scosse la testa.
«Selene Socrate Humphrey» borbottò alzandosi da terra e dirigendosi verso gli abiti.
Provai a ridere anche se mi era impossibile.
«Selene io non so se tu prima mi stavi ascoltando davvero ma devi rimanere al sicuro. Se tuo padre dovesse vederti di nuovo...» gli presi il viso tra le mani.
«Stai tranquillo, nessuno toccherà la tua piccola e docile Selene» non ero stata io a parlare, era stato Cole.
«Cole devi soltanto ringraziare il Signore per essere ancora vivo e ti permetti di fare ancora battutine su di lei? Ma fammi il piacere» disse lui sorridendo all'amico.
«Vedi che se tu e Denise non foste mai esistiti io e Selene avremo già otto figli.» rispose lui ridendo.
«Okay ma ora non scherzare troppo» mi intromisi sedendomi nella poltroncina.
Thomas si tolse la felpa verde che indossava rimanendo a petto nudo, cercai di non guardarlo ma fu impossibile.
Prese la tuta nera.
«Chiudi la bocca Selly, sbavi» disse Cole chiudendomi la bocca semiaperta.
«Era chiusa, idiota»
«Si, chiusissima!» poi scoppiò in una risata.

Le cicatrici di Thomas erano sempre più bianche e impercettibili ma vederle mi faceva ancora male.
Cole si alzò e anche lui si tolse la felpa, la sua schiena era liscia, bianca e pulita. Senza nessuna cicatrice o lentiggine. Senza una bruciatura di sigaretta o di fiammifero.
Thomas invece era completamente ricoperto da queste, anche se molto chiare e sbiadite.
Erano sempre lì, erano rimaste anche dopo anni e anni.
Poi si mise la maglietta ed io abbassai lo sguardo.

«Va a cambiarti, non vorrai restare in pigiama» disse prendendo la calibro 9 appoggiata sul piccolo tavolo illuminato dalla luce di una abat-jour.
«No certo» mi alzai e mi diressi verso l'uscita dell'armadio.

Presi dei semplici jeans e una maglietta bianca di Thomas, aveva il suo profumo.
Poi presi tra le mani la mia collana e sospirai.
"fa che non succeda nulla di brutto, ti prego"
Poi sentì Cole e Thomas confabulare.

«Non le succederá nulla, falla venire, è suo padre.» disse Cole.
«Scordatelo, è fuori discussione»
«Ma perché?»
«Perché potrebbe ucciderla! Ti sembra una buona motivazione o no?» ringhiò Thomas con voce graffiata.
Uccidere me? Mio padre? No...non poteva farlo.

Poi si diresse verso l'uscita ed io andai verso la porta della camera alla velocità della luce.
«Gli altri sono pronti?» mi chiese.
«Ma cosa ne so io? Ero qui a cambiarmi» se l'è bevuta, vai!
«No, eri ad origliare. » ecco, appunto...
Scese le scale e Cole mi raggiunse sulla porta.
«È arrabbiato con me, non con te.» mi abbandonai sul letto.
«È cambiato da quando hanno preso sua madre» si sedette accanto a me.
«Perché prima com'era?»
«Prima era semplicemente Tommy, era divertente, andava alle feste, alle corse, voleva diventare automobilista, e sapeva che sua madre era viva,ora non è più niente di tutto questo. Ora è più Tyler che Thomas.» cosa intendeva?
«Tornerá come prima quando salveremo sua madre e quando tuo padre sarà dietro le sbarre. E stai certa che ti ama come non ha mai amato nessuno, quindi se in questo periodo è un po'...scorbutico, non è per colpa tua.» poi si alzò e scese anche lui lasciandomi da sola a fissare la parete.
Vidi un quadro che non avevo mai visto così mi avvicinai.
Mi scappò un sorriso e staccai la cornice dal muro.
Nella foto c'ero io con una coda di cavallo e un sorriso smagliante, avevo un top. Poi c'era lui, sempre sorridente e con i capelli rossi scompigliati. Dietro di noi c'era una Ferrari.
Car in love!
Presi la borsa e infilai il quadretto dentro.
Era felice, eravamo felici.
Avevo voglia di tornare a quei momenti, anche se non era possibile, volevo tornare a quando mi aveva salvata e ricominciare tutto di nuovo.

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