.33. mago dell'amore.

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Denise

Thomas non aveva ancora preso gli ultimi due milioni, non avevamo più tempo, i Rebels dovevano essere liberati.
Cole non faceva altro che starmi addosso e fare a botte con Thomas, io ero impegnata a fare le mappe delle case da derubare e Thomas sembrava non connettere più il cervello dopo aver chiarito con Selene.

Per lo più Addison è tornata in città, Elly e Nick stanno cercando un' entrata differente per prendere Chuck e il ragazzo nuovo non fa che parlare e stare chiuso con Aaron che, giustamente,non fa niente per aiutarci con il piano.

Maledizione!
Cole mi vide nervosa e si avvicinò a me mettendomi la sua giacca sulle spalle.
Ci mancava solo questa.
«Vattene Cole» lui mi sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio ed io feci fatica a non saltargli addosso e a rimanere concentrata sul foglio con delle x tracciate con il pennarello rosso.
«Che c'è principessina arrogante? Vuoi una mano?» che schifo di soprannome.
«No, non toccarmi» lui si allontanò da me con un ghigno divertito in viso.
«La smettiamo con questo teatrino, Denise?» teatrino? Non stavo recitando.
«Quale teatrino?» lui sbuffò e si riavvicinò a me facendomi provare una strana sensazione nel petto.
«So che anche tu provi qualcosa per me» scossi la testa.
«Ma per favore!» tornai con il volto sul foglio e lui mi afferrò l'avambraccio attirandomi a lui.
Appoggiai entrambi i palmi delle mani sui suoi pettorali e divenni rossa in un istante.
Gli diedi uno spintone ma lui non si mosse di un passo.
«Non mi vuoi? Allora dimmelo chiaramente» mi guardava con la mascella serrata e gli occhi di ghiaccio inchiodati ai miei.
«Io, io non ti voglio Cole» staccò le mani dai miei avambracci e mi spinse indietro. Mi vennero i brividi e non riuscì più a guardarlo.
«Fanculo» borbottò allontanandosi verso le borse vicino la porta.
Poi le prese e uscì.
'Non lo vuoi davvero, Denise?' No, no, no!
Abbassai lo sguardo e prendendo il foglio mi abbandonai sul divano con la sua giacca sulle spalle.
«Che c'è, il ragazzo ti ha mollata dopo un bacio?» mi voltai e vidi i capelli corvini di Aaron sbucare dalla porta.
Si diresse verso di me ed accennai un sorriso.
«No, l'ho cacciato io ma...non sono affari tuoi Aaron» lui si sedette accanto a me e mi accarezzò la schiena.
«Sai, mia nonna diceva "Non lasciarti scappare colui che è pronto a correre sotto la tempesta per andare in salvo a te, colei che ama." » sbuffai sorridendo.
«Tua nonna non è morta prima di poterla conoscere, o sbaglio?» lui scosse la testa.
«Va be! L'ho detto io okay? Adesso chiamagli, so che lo vuoi» mi alzai dal divano accartocciando il foglio del piano.
«No, non lo voglio.» lui si spettinò il ciuffo con le mani e poi si alzò guardandomi dall'alto.
«E allora che cosa vuoi, Denise?» cosa volevo? Volevo che i Rebels fossero liberati e che Chuck pagasse. Tutto qui.
«Voglio...» lui scosse la testa.
«Senti, mettiamo le cose in chiaro. Se a te non piace Cole a me piacciono le ragazze. Sono due cose impossibili, non credi?» che?
«Cosa?» lo guardai con gli occhi spalancati.
«Ma tu non stavi con...»
«Copertura, Denise.» ah...
Mi prese la mano e mi diresse verso verso la porta.
«Vá da lui» disse in modo autoritario.
«Ma...»
«Ora.» continuò indicandomi la porta aperta.
Stava diluviando. Stava piovendo a dirotto.
Non avevo né l'auto né un ombrello.
Annuì e iniziai a correre verso una figura alta e molto muscolosa con un ombrello in mano.
«Cole!» si voltò a guardarmi.
Avevo i capelli zuppi che mi ricadevano sulla fronte e la sua giacca era l'unica copertura sulla mia schiena nuda per la maglietta scollata che portavo, era dicembre ma quella maglia era chic.
«Denise?» respiravo a fatica sotto tutta quella pioggia e sentivo che le gambe potessero abbandonarmi da un momento all'altro.
Il mascara mi era colato sulle gote ed ero infreddolita come non mai.
«Ti odio!» urlai rimanendo immobile dov'ero, in mezzo alla strada.
«Anche io ti odio, cretina!» la pioggia che si faceva sempre più pesante e fredda cessò di infastidirmi, tremavo e anche lui lo faceva ma in quel momento non importava molto.
«Ripetilo» urlai.
«Ti odio!» urlò di tutta risposta lui facendo cadere l'ombrello per terra.
Sorrisi e iniziai a correre verso di lui che fece la stessa cosa prendendomi in braccio e premendo le sue labbra bagnate dalla pioggia sulle mie che non aspettavano altro.
Sentivo i nostri cuori allinearsi, avere gli stessi battiti e la pioggia che si infrangeva su di noi non ci staccò neanche un secondo.
Mi strinse ancor di più a lui facendomi sorridere tra un bacio e un altro.
Poi si staccò ed io mi avvicinai a poco a poco baciandolo dolcemente.
«Ti odio anche io, Cole» lui sorrise ed io gli spostai il ciuffo zuppo dalla fronte.
Lui mi strizzò i capelli mettendomi a terra.
Poi si abbassò alla mia altezza e mi baciò di nuovo.
«Però adesso entriamo, domani avremo una polmonite» ridacchiò lui guardandomi con le guance rosse.
«Andiamo» mi prese la mano ed io intrecciai le dita alle sue.
Iniziammo a correre verso la porta di casa mia che era chiusa, Aaron, dannazione!
Iniziammo a bussare e a suonare il campanello fino a quando Aaron non aprì la porta.
«Rapunzel e Flynn!» lo uccido.
«Avete fatto pace?» lo uccido anche adesso.
«Hai presente quello che dico sempre "cazzi miei" Ecco.» risposi guardandolo con i vestiti gocciolanti.
«Zio Aaron è un mago dell'amore, sempre detto!»

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