.35. non funziona così.

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Nathan

Quando Aaron mi aggredì in quel modo credetti di aver fatto qualcosa di sbagliato, guardai l pizza e la tolsi dalla mia vista.
Se aspetto la fame passa...

Salì per le sale ed entrai nella sua camera dove, momentaneamente dormivamo insieme.
Davanti a tutti era diverso, apatico e scontroso.
Poi, guardava sempre e solo Elly.
Che aveva di bello quella rossa? Era una donna.
Mi abbandonai sul letto guardando le ferite che avevo sulle mani.
Era stato davvero Chuck a farmi questo? Era stato lui a farmi così tanto male?
Sospirai aprendo la giacca che avevo indosso entrando in bagno e girando il cartellino con scritto "Occupato"
Poi mi guardai allo specchio e presi un lungo respiro.
Forse avevo io qualcosa di sbagliato, qualcosa di strano e brutto.
Ero troppo  insistente,pauroso, timido...
Mi spogliai ed entrai in doccia con il getto d 'acqua fredda in faccia.
Nel frattempo fuori il cielo diventava sempre più scuro ed io avevo paura a restare da solo, al buio.
Per lo più Aaron era un bugiardo patologico, dovevo uscirne prima di iniziare.
Sentì la porta aprirsi e sussultai vedendo la tenda della doccia aprirsi.
La presi e la chiusi nuovamente.
«Nathan, sono io.» Aaron.
«Si ma...sono nudo, che problema hai!?»
«Lo so» lo sa? Un motivo in più per andarsene, cavolo ma è un pervertito?
«Esci, non ti voglio qui ne tanto meno attorno» borbottai chiudendo la doccia e indossando l'accappatoio.
«Io...io devo parlarti» disse con un tantino di imbarazzo.
«Aspettami di là.» conclusi fermamente uscendo dalla doccia con lui che mi scrutava dall'alto in basso.
Menomale che avevo indosso l'accappatoio se no non sarei mai uscito dalla doccia.
«Oh...ok» uscì e quando chiuse la porta ripresi a respirare.
Indossai una tuta calda e comoda e mi guardai di nuovo allo specchio, che brutto.
Ero semplice, normale, comune. Chi poteva mai stare con uno così?
Sospirai infilando le mani in tasca e dirigendomi verso la porta con scritto "Aaron".
Quando entrai lo trovai a guardare tra le mie felpe.
«Ne vuoi una?» dissi con tono sarcastico. Lui si voltò di scatto e avvampò.
Poi scosse la testa.
Era impacciato quando eravamo soli, con gli altri invece...
«Che dovevi dirmi?» si sedette sul letto ed io feci lo stesso senza guardarlo in faccia.
«Niente, volevo solo chiederti scusa» ma che divertente! Anzi, umiliante.
«Per cosa, per avermi trattato di merda? Oh prego» dissi con tono alterato.
«No, per averti quasi baciato l'altro giorno» ah...questo peggiora la situazione.
«Colpa tua "principino"» lui alzò un sopracciglio e si sistemò il ciuffo.
«Principino? Guarda che l'ho fatto per...»
«Per?»
«Per dimenticarmi di una persona» quindi sono un rimpiazzo, bene, benissimo.
«Wow, complimenti» mi alzai dal letto e lui mi afferrò il polso.
«Smettila Aaron, se ti piacciono le ragazze potevi solo dirmelo» cercai di divincolarmi dalla sua presa ma fu inutile.
«Io non mi vergogno di quello che sono, tu si e dovresti solo provare ad accettarlo. Non credi?» dissi e lui continuò a guardare verso il basso tenendo stretto il mio polso.
«E lasciami, dannazione!» mi lasciò e uscì dalla porta raggiungendo il piano di sotto.
La ragazza con i capelli biondi e corti era seduta sul divano con un libro in mano.
Avevo trattato male anche io una ragazza, quella dai capelli neri. Voleva solo essere gentile ed io sono stato arrogante e antipatico.
Spero abbia capito che non volevo farlo apposta e che vorrei solo essere gentile ma per adesso è difficile esserlo.
Ho appena scoperto che loro sono Soul Hunters ma che ho sempre creduto male, che ho sempre pensato che fossero loro i responsabili.
Mi sedetti accanto alla ragazza e lei spostò lo sguardo su di me.
«Nathan, giusto?» annuì e sorrisi.
«Tu sei...»
«Denise» mi porse la mano ed io gliela strinsi un po' più sicuro.
«Cosa leggi?» lei chiuse il libro e me lo porse.
«È un libro di Selene, me lo ha prestato» "le pagine della nostra vita" wow, sembra romantico.
«Sembra molto bello» biascicai sorridendo.
«Lo è» il cielo era definitivamente tutto nero, non si vedevano neanche le stelle.
Denise si alzò dalla poltrona e la seguì con lo sguardo.
«Vieni alla festa?» festa? Quale festa?
«Quale?»
«C'è una festa al Calipso»
«È una discoteca?»
«Diciamo...» poi rise ed io alzai le sopracciglia.
«Va be decido io per te Nathan, vatti a vestire. Andiamo al Calipso» dopodichè si allontanò ed io rimasi spiazzato sul divano.
Che dovevo mettermi?
Salì arrivando nuovamente a quella che in quel momento era la mia camera.
Aaron era ancora seduto sul letto. I capelli neri gli ricoprivano la fronte e la maglia aderente bianca faceva vedere i suoi tatuaggi.
«Ma si può sapere che diavolo vuoi?» sbottai andando verso l'armadio.
«Nulla, è anche camera mia.» biascicò.
«Hai una casa, usala»
«No, tra sette giorni c'è il colpo. Devo stare qui»
«Va bene ma non qui, non in questa camera»
«C'è letteralmente scritto il mio nome sopra, idiota»
Ah adesso ero io l'idiota.
«Va' al diavolo Aaron» mi tolsi la felpa della tuta per indossare una t-shirt nera e dei jeans per quella discoteca.
Aaron rimase a guardare i miei addominali ed io fui costretto a girarmi.

«Lo vedi? Sei tu che devi accettarlo, non io.» dissi poi infilandomi le scarpe.
«Dove stai andando?» chiese alzandosi dal letto.
«In discoteca con Denise»
«Capisco, vengo anche io»
«Fa come vuoi, ciao» uscì e mi precipitai di sotto spruzzandomi tre litri di profumo.
«Eccoti, andiamo?» annuì.
«Ma ci sará anche...Selene?» Denise sorrise.
«Se Thomas scopre che ti piace ti fa a pezzi, stai attento.» okay, non ha capito niente.
«Cosa? Io, Selene? Macchè» dissi ridacchiando.
«Volevo solo chiederle scusa per l'altra volta, le ho parlato male e non era mia intenzione. Anzi...non le ho proprio parlato.» lei schiuse le labbra.
«Oh...sì, ci saranno entrambi» sorrisi.
«Okay, andiamo»
Ci incamminammo verso un'auto bianca con i vetri oscurati e quando Denise pressò sul pulsante d'accensione qualcuno aprì la portiera dei sedili posteriori.
«Ci sono anche io» Aaron, che novità.
Alzai gli occhi verso il cielo e allacciai la cintura.
Doveva per forza venire?
Erano tutti così tranquilli, io no. Dovevano andare a fare una rapina e pensavano tranquillamente ad andare in discoteca a fare baldoria? Io mi sarei mangiato le mani alla paura.

«Arrivati!» disse Denise scendendo dall'auto.
«Evviva...» borbottai staccando la cintura e uscendo di conseguenza.
Ecco cos'era il Calipso, una discoteca dove facevano anche le corse clandestine. Bel modo per esercitarsi per una rapina.
Ci incamminammo verso un gruppo di ragazzi e lì vidi  Selene, Thomas e Cole.
Degli altri non sapevo il nome.
Elly non c'era perciò Aaron era a testa bassa.
Poi lo vidi scomparire tra la folla.
«Nathan!» disse Selene venendomi incontro.
«Ciao Selene, volevo chiederti scusa per l'altra volta» lei sorrise porgendomi un bicchiere.
«No, non bevo»
«È acqua, neanche io bevo e Thomas me lo rinfaccerà a vita» poi si fermò a guardare una bionda che si dirigeva verso Thomas.
Seguì con lo sguardo la ragazza e quando Thomas si accorse di lei il suo sguardo si incupì.
«Chi è?» chiesi guardandola dubbioso.
«Addison.» Addison? Chi sarebbe adesso?
«Addison, hai paura come l'altra volta?» disse Thomas. Io e Selene ci avvicinammo.
«Non potrai mai farmi niente» rispose lei.
Selene le andò dietro e si avvicinò al suo orecchio.
«Lui no ma io si "biondina"» vidi Addison rabbrividire e voltarsi.
«Sei la famosa Selene»
«In carne ed ossa»
«Senti, tuo padre mi ha mandato qui per Thomas non per te» non avevo mai visto una donna arrabbiarsi a tal punto.
Lo sguardo di Selene si incupì e tirò un pugno nel naso a questa "Addison"
«Vattene» disse poi Selene. Mi incamminai verso i bagni per evitare quello che fosse successo dopo.
Mi chiusi in uno di quelli liberi e mi chiesi 'Perché sono qui?'
Quando uscì mi ritrovai dei ragazzi davanti.
Ragazzi che non promettevano nulla di buono. Erano tatuati, rasati, con crocifissi al collo e delle ferite in viso.
Non che chiunque abbia un crocifisso o dei tatuaggi sia un poco di buono ma...a me fanno paura quelli così.
«Sei scappato come una femminuccia» disse uno di loro.
«Chi siete» serrai la mascella e ingoiai un groppo di saliva.
«Amici di Aaron, lascialo stare e noi lasceremo stare te. Aaron non è "omosessuale come te"» ma cosa vogliono questi da me? Come fanno a conoscermi e soprattutto, perché Aaron ha amici del genere?
«Ma chi vi conosce» feci per andarmene ma uno mi prese per la maglietta e mi inchiodò al muro. Appoggiò la fronte alla mia guardandomi in cagnesco e il suo odore di tabacco mi nauseò a tal punto che iniziai a respirare dalla bocca.
«Ragazzi!» urlò una voce alle loro spalle.
L'uomo mollò la presa facendomi barcollare.
Ed Aaron venne verso di me.
«Lascia stare, faccio da solo» mi aggrappai al muro e mi issai in piedi.
«Mi hai difeso, eroico» dissi ironicamente con lui che si sciacquava il viso.
«Non volevo farlo»
«Certo»
«Smettila di dire cose che non sai, Nathan!» sbottò sbattendo le mani sul ripiano del lavello.
Abbassai lo sguardo.
«Cosa non so scusa?»
«Non sai proprio niente, idiota!» continuò voltandosi verso di me.
In quel momento volevo soltanto dissolvermi nell'aria ma non fu così.
Si avvicinò a me ed io indietreggiando finì con le spalle al muro.
Il mio viso era ad un soffio dal suo.
Quando provò a baciarmi spostai la testa.
«Non funziona così, Aaron» scossi la testa e mi scostai da lui tornando dagli altri.

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