.46. pancake

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Thomas

Presi il mazzo di fiori voltando le spalle a Carlos e mi diressi verso casa con la testa in aria.
Lo odio, Carlos deve andare all'inferno eppure è ancora qui.
Sentì la testa girare e le gambe non reggermi più in piedi.
L'ansia mi stava consumando e neanche io credevo di poter mai provare un'ansia così grande da non lasciarmi respirare.
Lo ammetto, ho paura. Una paura che mi mangia vivo, una paura che mi vieta di concentrarmi, di dormire e di vivere.
Ho paura di deludere Selene e gli altri, di non fare del mio meglio, di farli preoccupare e soprattutto ho una paura matta che Chuck faccia del male a Selene.
Sentì una vibrazione nella tasca dei pantaloni e quando vi estrassi il cellulare notai un messaggio da Cole.

'Thomas ma che fine hai fatto? Dobbiamo finire di parlare.' no, non ci penso nemmeno.

'Cole, io non ho niente da dire, la mia decisione l'ho presa'

'Tu non hai capito proprio niente, Thomas. Sono preoccupato per te' anche io.

'Thomas dico sul serio, non ti riconosco più' continuò poi.

Mi sentì una voragine nel petto.
Chi ero davvero? Chi era davvero Thomas Tyler Murphy?
Un cretino, uno sprovveduto, un pazzo senza scrupoli, un ladro, un Soul Hunters, disperato, folle, stronzo, il cattivo...o forse solo troppo ferito per non pensare a quello che era, era profondamente ferito da non riuscire a parlare con nessuno, era ferito nel profondo e questo lo consumava vivo. Ma erano tutti troppo occupati per accorgersene.

Non sono un ladro...rubo per salvare i Rebels ancora rinchiusi, è a fin di bene, giusto?

'Neanche io mi riconosco più Cole, neanche io.'

'Thomas io non posso lasciarti da solo'

'È pericoloso per voi'

'Ah e per te no? Chi sei tu, superman? Anzi no, SuperThomas'

'Voglio solo proteggervi'

'Questo lo so ma questo non è il modo giusto. Da solo non sei niente, l'insieme fa la forza, te l'hanno mai detto?' un piccolo sorriso fece capolino sulle mie labbra.

'Mi prometti una cosa?' chiesi.

'Cosa?'

'Che qualunque cosa accada, se io non ci sarò...sarai tu a prenderti cura di Selene' era bellissima, con quel sorriso contagioso, quei capelli e soprattutto quegli occhi.

'No, sarai tu a prenderti cura di lei.'

'Ti voglio bene Cole'

'Anche io'

Dopodiché tornai a casa.
Denise iniziò a sbraitarmi addosso tutto quello che aveva da dire ed io la lasciai sfogare.
Nick guardava Elly ed Elly guardava me. Non ne posso più...
«Io dovrei...» indicai con l'indice il piano di sopra.
Denise mi fulminò con un'occhiataccia, sembrava un barboncino ma lei era convinta di essere minacciosa.
Corsi al piano di sopra e senza bussare spalancai la porta di quella che una volta era camera mia.
Una volta perché adesso, con Selene era diventata camera...nostra?
Spalancai la bocca e i girasoli mi caddero dalle mani.
«Ma che cazzo...» sgranai gli occhi e quello che vidi non mi fece più parlare.
Aaron era sopra Nathan, sotto le mie coperte pulite, nudi, con i capelli arruffati e...
O mio Dio.
«Thomas!» Aaron saltò giù dal letto afferrando i boxer che giacevano in terra.
Il viso di Nathan era colorato di rosso, quello di Aaron era paonazzo.
Ho visto bene o...
Nathan prese la sua maglietta e se la infilò di fretta senza guardarmi in faccia, Aaron si infilò i pantaloni.
Rimasi con la bocca spalancata.
Aaron e Nathan stavano...
O. Mio. Dio.
Nella mia mente malata e perversa si erano insinuate immagini che non volevo vedere.
«Aaron ma...cioè, tu, cioè voi...che stavate facendo?» balbettai imbarazzato mentre i due si rivestivano di fretta.
Aaron si infilò la t-shirt e mi buttò fuori dalla stanza grattandosi la nuca con la mano ornata da anelli.
«Thomas tu non hai visto niente, okay?» io ho visto anche troppo.
«Cioè quindi tu sei...gay?» lui iniziò a tossire in modo sfacciato.
«No, no»
«No? Ti ho appena visto sul mio letto con Nathan o sbaglio?» analizzai meglio le mie parole.
Il mio letto! Che schifo...adesso dovrò pulire quelle lenzuola dove loro...
«Ti ho detto che è capitato»
«Ma sei serio? Certe cose non capitano. Non sei fatto né ubriaco, c'è qualcosa sotto.» lui era ancora pallido e continuava a scrocchiarsi le dita.
«Aaron ti piace il...» mi tappò la bocca con una mano.
Chissà che ci ha fatto con quella mano.
«Shh!» mi ordinò staccando quella 'sudicia' mano dalla mia faccia.
«Le hai lavate, vero?» scosse la testa ed ebbi la sensazione di stare per vomitare.
«Ma quindi sì o no?»
«Cosa Thomas, cosa?!»
«Ti piace 'quello' sì o no?» lui sospirò scompigliandosi il ciuffo di capelli corvini.
«Può darsi...» non lo feci finire.
«Lo sapevo» bisbigliai.
«Cioè non mi è mai piaciuto ma Nathan è diverso» continuò a bassa voce.
Mi tappai le orecchie.
«Okay, okay basta...bla bla bla» lui sorrise e il suo viso riprese colore.
Poi tornò serio.
«Non sono malato, vero?» okay è serio?
«Ma sei serio? Ma che malato! Hai più opportunità se ti piacciono sia gli uomini che le donne» che battuta di merda Thomas, tappati la bocca. Lui abbassò lo sguardo poi Nathan uscì dalla mia stanza rosso in viso.
«La prossima volta non fatelo sul mio letto, grazie» sorrisi e presi i girasoli dal pavimento.
«Dov'è Selene?»
«In bagno» disse Aaron prima di spiaccicarsi al muro e sospirare.
Aaron e Nathan, Gesù se non e lo sarei aspettato.
Aaron è quel tipo di ragazzo che ti getta come uno straccio dopo averti usato e non pensavo che con Nathan non avrebbe fatto così.
Bussai alla porta del bagno e Selene aprì la porta.
«Thomas ma tutto okay?» chiese vedendomi pallido.
Si dai ho soltanto appena visto uno dei miei migliori amici fare l'amore con Nathan sul mio letto ma si, tutto okay...
«Si, perché?»
«No, niente sei solo pallido» con una mano mi prese il viso sorridendo.
«Ti ho portato una cosa comunque» dissi poi tra il corridoio e la porta.
«Io mi stavo per fare la doccia» Thomas sei irritante, le dai fastidio.
Dalle il suo spazio.
«Scusa io allora...aspetto fuori»
«No, la faccio dopo» la bloccai prima che potesse uscire.
«Ferma, falla, davvero. Nel frattempo do una sistemata al letto che...»
«Cosa?» inarcò le sopracciglia.
«Niente, è un po' sporco, stavo bevendo e l'ho sporcato» che scusa di merda.
«Oh okay, come finisco vengo subito» mi lasciò un bacio a fior di labbra e poi sparì dentro il bagno.
Mi voltai come una furia verso Aaron che era ancora spiaccicato alla parete.
«Adesso tu vai lì dentro e mi cambi le lenzuola, immediatamente» si voltò verso di me.
«No, mi secco» lo presi dalla maglietta.
«Sbrigati sudicio» sorrisi e lo spinsi dentro camera mia.
Poi mi rivolsi a Nathan.
«Dagli una mano, non voglio toccare le coperte dove voi due...ecco» lui annuì e si fiondò dentro.
«Non fate niente, il letto deve risplendere» sorrisi nervosamente e mi fiondai giù per le scale.
Elly mi venne incontro.
«Tommy...» cercai di sorpassarla.
«Levati dal cazzo» cercò di prendermi il polso e io mi scansai.
«Thomas devo parlarti»
«Io devo fare altro, apri gli occhi Elly» lei abbassò lo sguardo.
«Cos'hai?» chiese Cole avvicinandosi a me.
«Nulla, voglio fare i pancake»
«I pancake?» annuì.
«Si, perché?»
«Per Selene?»
«Si, i miei la fanno impazzire, le ho anche preso dei girasoli»
«Se siamo di troppo ce ne andiamo»
«Si siete di troppo ma non avete dove andare, ho tre camere degli ospiti, potete stare lì.» lui sorrise.
«Thomas sei un santo» certo...infatti certe volte mi viene da prenderlo a schiaffi da come tocca Selene.
«Mi chiamavano San Thomas, infatti» si sciolse in una risata e mi posò una mano sulla spalla.
«Comunque Selene è preoccupata per te, falle capire che non te ne andrai se no le parlerò io e...» strinsi i pugni e solo all'idea che lui potesse toccarla mi ribollì il sangue nelle vene.
«...non credo ti vada bene»
«Sei quello intelligente della famiglia, vero?» lui annuì sorridendo.
«Si»
«Comunque Cole...il colpo è anticipato, si farà dopodomani.» sgranò gli occhi e tolse la mano dalla mia spalla.
«Thomas ma da dove ti salta in mente di dirmelo solo ora?! Dannazione!» imprecò chiudendo gli occhi e grattandosi la nuca.
«Ma non ci andrò da solo»
«Bravo, l'hai capito!»
«Si, tu e Aaron verrete con me»
«E Selene?»
«Selene rimarrá in macchina»
«Sai che staccherá la cintura a morsi, butterá giù la portiera e verrá a cercarci, vero?» sorrisi.
«Per questo la amo»

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