.27. Come una casa comune.

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Nick

«Non so di cosa parli Selene» Dissi aspettando fuori dalla porta. Lei alzò gli occhi verso il cielo e incrociò le braccia.
Da dietro, con lo sguardo, vidi Sophia.
Era da troppo che non la vedevo, era da troppo che non le parlavo.
Dopo la faccenda di Harry, Addison e Denise...è stato un casino.

«Nick, non sono in vena di scherzare.» Non le dirò proprio niente, non a lei per lo meno.
«Io non sto scherzando.» Sophia si avvicinò a Selene e le mise una mano sulla spalla.
Poi mi fulminò con lo sguardo.
«Nick o come diavolo ti chiami, la mia amica vuole sapere ogni cosa e se non sei disposto a dirgliela tu...» Fece un piccolo sorriso.
«Lo farò io.» Deglutì e abbassai di poco lo sguardo verso Selene, sembrava distrutta.

I capelli neri le andavano davanti agli occhi,nascondendo il gonfiore che le avevano lasciato le lacrime. Due piccole cicatrici rosse le segnavano gli occhi stanchi e delusi che non facevano altro che fissare i pavimento.
Tremava e non sembrava voler smettere.

«E va bene!» Sbuffai entrando.
Sophia mi fece un sorrisetto sereno ed io mi appoggiai al tavolo.
«Cosa vuoi sapere?» Selene abbassò lo sguardo.
«Tutto, voglio sapere ogni singola cosa.» Questa ragazza sarà la mia rovina.
«Voi sapere tutto su Thomas o sul piano?» Lei inchiodò lo sguardo su di me e si alzò sbattendo il palmo della mano sul tavolo.
«Nick, non hai capito. V-voglio sapere tutto. Tutto...perché avete fatto questo a mio padre e perché...» Si inumidì le labbra chiudendo gli occhi bagnati di lacrime.
«Perché Thomas, un ventenne che credevo spensierato, con un lavoro normale, nè Soul Huntes ne Rebel, innamorato, mi tratta così di merda!» Una lacrima le scese sul viso e lei la lasciò correre libera.
«Non abbiamo fatto niente a quello stronzo di tuo padre.»
«Stronzo? Siete voi gli stronzi! Gli assassini!» Devo dirle proprio tutto o darà di matto, me lo sento.
«Senti Selene, sai chi sono i Soul Hunters, giusto?» Lei annuì tirando sù con il naso.
«Sono quelli che hanno strappato la vita a mio padre, ecco chi sono.»
«Allora non hai capito proprio niente, porca miseria!» Sbottai alzandomi dal tavolo.
«Tuo padre, Chuck Humphrey, ha tolto me e molte altre persone da una situazione familiare orribile, disastrosa, disgustosa e perfino disumana.
Ci ha portato in un rifugio per orfanelli chiamato "Rebels" Ci trattava bene. Questo fino ai dieci anni.
Dai dieci anni in poi iniziò a picchiarci, sfruttarci e a drogarci con farmaci molto forti provocando l'overdose a molti bambini. Tuo padre era un mostro, Selene.
Quando Thomas arrivò alla struttura un pò di umanità entrò lì dentro dandoci un pizzico di speranza.
Luì creò i Soul Hunters, i ragazzi che sarebbero fuggiti mettendo il casino più totale lì dentro. Un ragazzo ci aiutò a scappare e fu ucciso per questo.
Tuo padre prese alcuni di noi, me, Thomas, Denise, Cole, Aaron, Elly, Carlos e anche Sophia per farcela pagare e ci tenne rinchiusi in una cantina piena di ratti, droghe, sangue...per più di due mesi.
Ogni giorno chiamava un ragazzo e una ragazza diversi e ci picchiava minacciandoci di riportarci dalle nostre vecchie famiglie che in quel momento erano la cosa migliore.
Scommetto che questo Thomas non te l'ha mai detto.» Lei scosse la testa.
«Scommetto anche che tuo padre ti ha detto che la colpa delle aggressioni, sparizioni,violenze, eravamo noi, i Soul Hunters,i mostri.» Lei si alzò dalla sedia e si diresse verso la porta.
«Va al diavolo Nick. Tu e le tue stupide storie» La seguì con lo sguardo.
«So che non ci credi, ti darò prove concrete entro domani, stanne certa Humphrey» Mi indicó la porta.
«Buona giornata Nick, aspetto le tue prove concrete» Mi alzai uscendo dalla porta e incrociai lo sguardo di Sophia che scuotendo la testa fece spallucce.
Credimi Selene, credimi.
Le mostrerò che dico la verità.
Mi incamminai verso la mia moto dirigendomi verso casa di Denise dove c'era la nostra casa "Comune"
Quando bussai Elly mi aprì la porta sorridendo.
«Ciao Nick» Farfugliò guardandomi con quei suoi occhi azzurri.
«Ehi, sono tutti dentro?» Lei annuí e mi fece entrare sorridente.
Aveva i capelli rossi legati in una lunga coda di cavallo ed indossava una felpa grande e grigia, una felpa maschile.
Di chi diavolo era?
«Di chi è la felpa?» Lei abbassò lo sguardo su di essa e fece spallucce.
«È di Cole ma non farci caso. Ero appena tornata, a piedi, sotto il diluvio. Me l'ha prestata.»
«Perché dovrei farci caso, ma dai. Stai tranquilla Elly» La vidi abbassare lo sguardo.
Presi una sigaretta e lei me la tolse dalle mani.
«Denise ti truciderà se ti vedrá con una sigaretta in mano, non voglio che Nick il riccone muoia così» Nick il riccone...non smetterà mai di dirlo.
«Non sono un riccone Elly, smettila» Lei sorrise.
«Comunque secondo me Cole è cotto di te.» Bisbigliai. Lei scosse la testa.
«Lo so, ha illuso anche me» Illuso? Nessuno deve illudere Elly. Lo faccio a pezzi.
«Scendiamo?» Chiese poi per smorzare il silenzio.
Annuì e la seguì al piano sotterraneo, nonchè la nostra "Casa comune"
Ad aspettarci c'erano Thomas, Cole, Denise e una poltrona vuota segnava il mio arrivo.
Thomas camminava avanti e indietro.
«Possiamo ancora smascherare Chuck, Thomas. Non è morto.» Disse Denise tranquillizzandolo.
«Lo so Denise ma questo vuol dire far soffrire nuovamente Selene, lei non vuole vedermi, non vuole credermi, non vuole guardarmi negli occhi e...»
«Ho capito Thomas ma non puoi distruggere il piano contro suo padre per lei! Capirà!» Quando tutti si sedettero io mi alzai.
«Domani porto qui Selene, le farò vedere le foto e capirà.» Thomas spalancò gli occhi.
«Cosa?» Chiese.
«Hai capito bene, vuoi che torni ad amarti? Deve sapere la verità.»

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