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Selene

Non appena Thomas uscì dalla macchina aprì lo zaino prendendo la scatolina blu dalla tasca più piccola.
Presi un respiro profondo.
Da quanto non ne prendo una?
Svitai il tappo e feci cadere sul palmo della mia mano tremante due o tre pastiglie.
Forse tre...
Poi le mandai giù senza neanche bere un sorso d'acqua.
Non smettevo di tremare e i pensieri negativi non uscivano dalla mia testa.
Smettila, smettila, smettila.
Andrà tutto bene, Selene.
«Andrá tutto bene ragazzi, okay? Dobbiamo solo darci da fare» disse Aaron voltandosi a guardarci.
Accanto a me c'era Cole, aveva il viso tumefatto eppure sembrava deciso a scendere da quella macchina. Denise era già entrata insieme a Thomas, invece Nathan e Nick erano in un'auto a parte per controllare tutte le telecamere dal loro computer.

Presi un respiro profondo e mi legai i capelli, poi alzai lo sguardo.
«Andiamo» Cole sorrise e Aaron fece lo stesso guardandomi soddisfatto.
«Determinata eh?»
«Direi! Thomas è lì dentro e se non ci sbrighiamo potrebbe succedergli qualcosa di grave, sul serio» poi i due mori sbuffarono all'unisono.
Che idioti.
«Andiamo o no?»
«Si, si andiamo» disse Cole aprendo la portiera e scendendo.

Quando scesi il vento mi arrivò in faccia e quella struttura, nuova e moderna, mi faceva più paura di quella in cui mi avevano cresciuta, dove mi avevano fatto del male.
Le pillole stavano facendo piano effetto ma una sensazione di sonno e di stanchezza iniziava a impossessarsi di me.

Ci addentrammo lì dentro con le gambe tremanti e un nodo in gola, poi sentimmo una porta sbattere e sussultammo all'unisono.
«Cos'è stato?» farfugliai in preda al panico.
«Niente, hai paura?» chiese Cole. Scossi la testa deglutendo.
Si, avevo una gran paura...

«No macchè...» continuai a camminare in modo lento e calmo.
La struttura era tutta grigia e senza finestre ma con un solo odore sgradevole di chiuso.
Era tutto molto stretto e c'erano un sacco di porte blindate.
«Ma qui dentro chi ci abitava? I pazzi?» bisbigliò Cole passandomi accanto.
«Quelli che tu chiami "pazzi" non stanno nelle strutture da più di quarant'anni, idiota» ebbe un ghigno divertito prendendomi in giro.
«Abbiamo la maestrina qui» disse poi.
«Ma stai zitto cretino, ho trovato qualcosa» mi abbassai raccogliendo un documento.
Era firmato da un uomo chiamato...
Strizzai gli occhi per vedere meglio.
«Merda...» disse Aaron alle nostre spalle.
«Cosa?»
«È firmato da Kyleen» Kyleen? Il padre di Carlos era...
«Oh mio Dio» farfugliai, poi sentì un respiro alle mie spalle e Aaron si allontanò al telefono un attimo.
Attimo in cui mi sentì morire.
Una mano mi prese per i capelli e Cole si paralizzò.
«Che belli...ma sono tinti?» era una voce cupa e tetra che le mie orecchie volevano evitare di sentire e il mio cervello non voleva riconoscere.
«Selly suvvia, rispondi» scossi la testa come paralizzata, poi sentì qualcosa pungermi la schiena.
Cole, fa qualcosa! mimai con il labiale ma lui sembrava non capire e mentre Kyleen continuava a toccarmi i capelli, la testa iniziava a girarmi.
Quando ad un certo punto svenni Kyleen mi portò con sé.

Quando mi svegliai era tutto buio e non riuscivo a muovermi.
Provai a vedere dove fossi ma mi era impossibile, troppo buio, niente finestre, niente di niente.
Poi un lampo di luce attraversò la stanza e mi fu possibile vedere dove mi trovassi.
Ero ancora dentro la struttura ma ero in una stanza completamente vuota, grigia ed io ero legata ad un tubo con delle manette fredde e strette.
Delle voci maschili entrarono nella stanza e Kyleen era accompagnato da un altro uomo.

«Ciao, sono Terrence» l'uomo moro si avvicinò a me porgendomi la mano.
«Sono legata, ha problemi di vista?»
«No, non volevo.» poi indietreggiò sorridendo.
Ho una paura...
«Mi spiegate perché diavolo mi trovo qui?!» allora Terrence prese una sedia mettendosi accanto a me.
«Sai Selene, essere figlia di un uomo così importante, è faticoso e ci sono delle regole, regole che tu non hai rispettato. Adesso dovrai essere punita e dato che tu e i tuoi amichetti avete fatto uscire molte cavie per esperimenti...li faremo su di te» su di me?
Mi gelai sul posto, che avevo fatto di male?
Cosa mi avrebbero iniettato? Cosa sarei diventata e soprattutto...dove diavolo sono tutti gli altri?!

«Ma stai assolutamente tranquilla, saranno semplici iniezioni...non ti faremo del male» no, no, no.
Dannazione non può andare così....

«Cosa...no! Lasciami andare lurido...» Terrence mi prese il braccio incatenato abbassando la manica della felpa.
Iniziai ad urlare così che lui dovette mettersi le mani alle orecchie.
«Ma la smetti? Dovrò metterti una benda alla bocca, santo cielo!» prese una siringa e una scatolina piena di liquido giallastro.
La riempì fino al massimo...
Quando finì di riempirla si rivoltò verso di me dandomi i brividi.
Sono fregata...
Le manette erano troppo strette, non sarei riuscita liberarmi.
Il mio cuore iniziò a battere più forte nel petto e niente riusciva a fermarlo.

Tre
Si avvicinò ancora di più sistemando la manica.
Due
Poi cercò la vena.
Uno
Quando la trovò sospirò ma prima di poterla mettere un urlo lo fece voltare di scatto.

«Lascia stare la mia cazzo di ragazza.» Thomas, Thomas!

«Questo chi sarebbe?» chiese irritato prima di rivoltarsi verso di me.
Ad un certo punto sentì un colpo netto e un tonfo.
Quando mi voltai Kyleen era steso a terra sanguinante e Thomas puntava in cagnesco anche il dottore.

«Lasciala andare o ti faccio davvero male idiota»
Terrence sbuffò trattenendo una risata.
«Vorrei vedere»
Quando si voltò verso di me Thomas gli si fiondò addosso prendendolo per il collo e sbattendolo contro i muro.
Lo afferrò per il camice e lo scaraventò per terra mettendogli un piede sul petto.
Gli occhiali del dottore erano in pezzi e Thomas lo guardava dall'alto con un aria di superiorità che mi fece sentire un ostaggio salvato da un supereroe.
«Toccala un'altra volta e ti faccio saltare in aria questo posticino di merda, chiaro?» Poi venne da me rompendo le manette con un colpo secco e mi afferrò la mano iniziando a correre.

Scavalcai i due stesi a terra e continuai a guardare le spalle grandi di Thomas che mi coprivano la visuale.
«Ti hanno fatto del male?»
«No, ma mancava poco...» farfugliai tra un affanno e l'altro.
«Ti chiedo scusa» bisbigliò.
«Cosa?»
«Ti ho messa io in mezzo a tutto questo» rimasi in silenzio e lui fece lo stesso.

Quando uscimmo corremmo velocemente verso l'auto entrando e sbattendo le portiere il più velocemente possibile.
«Cazzo» bisbigliò Thomas. Gli altri si girarono verso di noi spaventati e increduli.
«Parti Aaron, parti!» urlò poi il rosso alzando il braccio sinistro per indicare la strada.
Quando lo abbassò lo posò sulla mia mano, tremante e piccola.
«È tutto okay...come stai?»
«Meglio»
«Hai avuto paura? Sei ferita?»
«No, è tutto okay, tranquillo» si voltò completamente verso di me ed io mi tuffai tra le sue braccia respirando a fatica.
«Ce l'abbiamo fatta» bisbigliai.
«Ancora no... dobbiamo dargli il denaro e sono certo che non usciremo tutti da lì dentro.»

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