.50. tutti i segreti.

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Aaron

Un brusio dal piano di sotto disturbò il mio sonno facendomi mugolare.
Perché urlano?
Aprì lentamente gli occhi scorgendo la luce che entrava dalla finestra semicoperta dalle due tende.
Feci per voltarmi ma un sospiro mi fece trasalire bloccandomi sul farlo.
Con la coda dell'occhio scorsi il corpo esile di Nathan accanto a me, dormiva come un angelo.
I capelli mori gli ricadevano sul volto e le sue labbra rosee erano semi chiuse.
Mi venne voglia di baciarle ma non lo feci, piuttosto mi alzai e gli rimboccai le coperte.
Presi una delle mie felpe e la indossai scendendo.
Il brusio si fece sempre più forte e mi strofinai gli occhi irritato.
La chioma bionda di Addison mi fece sobbalzare.
«Che cosa ci fai qui?» ringhiai serrando la mascella.
Lei si voltò con gli occhi lucidi.
«Non mi ascoltano, almeno tu fallo!» ascoltarla? No, mai.
«Su cosa e poi...» lei strinse il tessuto della mia felpa ed io mi immobilizzai.
«Togliti Addison» biascicai senza guardarla in viso.
«Non dovete andare a quella rapina né tantomeno alla consegna del denaro!» urlò poi.
Le presi i polsi sperando di non farle male.
«Primo: non urlare, Nathan dorme e sicuramente non sarai tu a svegliarlo. Secondo: adesso perché non dovremo andare alla rapina, ci vuoi morti per caso?» lei scosse la testa.
«Lui vi vuole morti!» mi voltai verso Thomas, Selene e Cole. Dov'era Denise?
«Avete fatto qualcosa a Denise? Tu e la tua combriccola intendo» dissi rivolgendomi ad Addison.
Lei scosse la testa.
«No, no non lo farei mai»
«Allora vai e non farti più vedere.»
«Almeno prendete queste!» mi porse una mappa e una foto, poi scappò via.

Mi avvicinai a Thomas che cercava di tranquillizzare Selene. Chissà cosa le aveva detto quella pazza di Addison...
«Cosa sarebbe questa roba?» chiesi buttando sul tavolo la foto e la mappa.
Selene si avvicinò e prese la mappa senza badare alla fotografia che prese Thomas.
Vidi i suoi occhi diventare più scuri e la mascella serrarsi.
Venne verso di me con una rabbia inaudita e mi trascinò in bagno.
Si chiuse la porta alle spalle e iniziò a sciacquarsi i polsi.
«Thomas...»
«Zitto, non mi deve vedere così» così come?
«Come?» si voltò verso di me ed io indietreggiai.
Era sempre lui ma era strano, diverso, arrabbiato.
«Thomas sei solo arrabbiato...che è successo? È per la foto?» lui prese il vasetto di ceramica che conteneva il suo spazzolino da denti e lo strinse così forte da spaccarlo.
Cazzo, questo non era normale.
«Thomas...» abbassò la testa e si appoggiò al lavandino.
«Guarda la foto. Guardala» mi avvicinai lentamente e presi la foto.
Ritraeva Selene da piccola e un uomo biondo che le teneva in braccio, sorridevano come non mai ma dietro c'era una grande struttura diroccata con dei giochi distrutti, senza bambini.
I bambini erano dentro...
I Rebels.
Girai la fotografia e quello che trovai scritto con un pennarello rosso mi fece tremare le mani.
'La tua bambola dagli occhi azzurri è legata ad un filo. - 1 Murphy.'

Alzai lo sguardo verso Thomas e lo vidi girare per il bagno per poi sganciare un calcio ad uno sportello di legno che si spezzò.
Non gli avevo mai visto quella forza. Non è normale.

«Thomas...cosa vuol dire?» si infilò le mani nei capelli ramati e sospirò cercando di trattenere la rabbia o forse cercando di trattenere...qualcosa in lui.
«Vuol dire che la uccideranno, ecco cosa vuol dire» Selene? Non possono uccidere Selene.
«È solo colpa mia» sganciò un altro calcio rompendo un altro sportello.
Gli andai vicino prendendolo per le spalle.
«Thomas calmati, okay? Non succederà.»
«Ma perché le ho detto di venire?! » urlò sbattendo i pugni sul lavandino provocandogli una crepa.
Ma che cavolo...
«Thomas come hai...»
«Stanne fuori»
«No Thomas, non è normale che tu abbia tutta questa forza, è disumano» lui prese un lungo respiro.
«Boh magari lo sono disumano, dopo tutte le violenze e le iniezioni che mi hanno fatto lì dentro, dopo quelle violenze di mio padre, magari qualcosa mi hanno iniettato e cazzo, non so neanche io cosa!» iniettato? A noi non hanno iniettato mai niente.
«Ma quando avrebbero dovuto...»
«Ti ho detto di starne fuori e tu ne starai fuori!» urlò voltandosi.
«Non dire niente a Selene, non deve sapere che...»
«Cosa Thomas? Che probabilmente ti hanno iniettato nelle vene un qualcosa di disumano?» chiesi con una nota di irritazione.
«Si» cazzo!
«Io non ho capito niente ma...okay, non saprà niente» quindi lui aveva delle cose iniettate nelle vene per quel poco tempo che era stato dentro la struttura e qualche volta questa forza disumana veniva fuori, giusto? Si, credo sia giusto.
Si sciacquò il viso e uscì dal bagno.
«Cos'è successo? Ho sentito dei rumori» chiese Selene venendoci incontro.
«Niente, è caduto il vasetto degli spazzolini» lei mi guardò ed io abbassai lo sguardo salendo al piano di sopra.
Devo saperne di più...
Lui le dirà tutto, vero? Io devo soltanto starne fuori.
Aaron non far uscire il detective che c'è in te e fatti una manciata di cazzi tuoi.

Entrai in camera mia dove trovai Nathan a rovistare nel mio armadio.
«Che stai facendo?» chiesi facendolo sobbalzare.
«N-niente» mi avvicinai a lui sedendomi sul letto.
Mi ero appena alzato e avevo scoperto un lato molto strano del mio migliore amico, delle iniezioni, Addison che diceva di volerci aiutare e che il bersaglio principale di Humphrey era sua figlia Selene.
«A cosa stai pensando?» mi chiese avvicinandosi.
«No, niente» si avvicinò per lasciarmi un bacio a stampo ma io ero sempre perso nel pensiero della fotografia che neanche mi accorsi del fatto che fosse seduto accanto a me cercando di distrarmi.
Non l'avrebbero mai uccisa o forse era solo una minaccia per attirarci tutti lì il prima possibile?

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