.29. the night we met .prima parte.

19 2 0
                                    

Thomas

Mi aveva abbracciato, di nuovo.
«Però adesso voglio sapere ogni cosa, voglio sapere cosa avete intenzione di fare...mio padre è morto Thomas, questo non potete cambiarlo.» Disse lei sospirando e incrociando le braccia al petto.
Le avvolsi un braccio sulle spalle e ci avvicinammo alla porta.
«Andiamo, te lo dirò con gli altri» aveva gli occhi gonfi dalle lacrime e anche le labbra erano gonfie...ma quello per il bacio che c'eravamo scambiati.
Vederla piangere mi provocava un buco nero nello stomaco, non meritava di soffrire,non lei.
Quando arrivammo giù dalle scale gli altri erano a testa bassa, chi con i pugni stretti, chi si guardava preoccupato e chi, come me, era più preoccupato per la reazione di Selene che di altro.
L'avevo vista già una volta su quel parapetto, non volevo riprovare la sensazione.
Nick alzò lo sguardo verso di me ed io buttai fuori un lungo respiro.
«Siediti» Le indicai la poltrona e lei con calma si sedette.
Perchè non le ero stato accanto?
Voglio tornare alla notte in cui ci siamo conosciuti, alla notte in cui lei sembrava una sposa con il cuore in frantumi ed io sembravo un coglione che le stava salvando la vita.
Voglio tornare a quella notte per parlarle un po' di quanto sia bella la vita.
Voglio tornare a quella notte per farla scendere piano piano e di sua spontanea volontà.
Voglio tornare a quella notte non come Soul Hunter pronto a farsi dire delle notizie per incastrare quel mostro di suo padre, ma come ragazzo pronto a salvarle prontamente la vita quando quel parapetto si fosse ripresentato.
 
Sospirai a lungo e mi voltai a guardare Denise che sembrava imbarazzata più che dispiaciuta.
«Allora...quando una persona faceva una cretinata e scappava di casa, o magari era rimasto orfano di entrambi i genitori, aveva situazioni familiari brutte e violente andava all'orfanotrofio "Rebels".
Ma come sai bene, si finiva in piccole e sporche celle senza cibo, acqua e neanche un compagno. Ci veniva dato solo una pillola, crediamo fosse una droga...»
«Lo era» Disse lei con lo sguardo rivolto verso il basso.
«Si, poi tuo padre passava e ci dava il colpo di grazia, più si era grandi, più le dosi aumentavano fino a portare all'overdose.
Così, quando arrivai, decidemmo di scappare e...ci riuscimmo ma molti vennero rinchiusi e uccisi, noi siamo qui per miracolo.
Tra i sopravvissuti c'erano anche Harry ed Addison, due innamorati che stavano sempre insieme, non riuscivano a fare l'uno a meno dell'altro.
Poi, Addison venne pagata da tuo padre per fingere la sua morte e per fare fuori Harry, Denise e me, gli ideatori del piano.
Ci riuscì solo con Harry.
Harry è l'unica vera vittima, non tuo padre.
Harry è morto per mano sua.
Difatti, nella bara e tomba di tuo padre c'è lui, la vittima di tuo padre.
Poi tuo padre iniziò a chiederci soldi per liberare gli altri Rebels ancora vittime della sua mente malata e noi...imparammo a rubare, Selene. Per questo sono un esperto e per questo mi servivano i dieci milioni.
Il nostro piano è di smascherare tuo padre e di liberare tutti gli uomini rinchiusi e in fin di vita per ricordargli cosa è davvero la vita ed io arrivando a te speravo di farcela.
Ecco perchè non dovevo innamorarmi di te, Occhioni» lei fece un lungo sospiro e poi alzò lo sguardo verso tutti noi.
«Mi dispiace, mi dispiace davvero. Mi dispiace per non avervi creduto, mi dispiace per aver avuto un padre così...di merda e mi dispiace per non aver fatto nulla.» Elly si alzò e gli altri la imitarono, poi si avvicinarono a lei e la abbracciarono.
Dire che rimasi di sasso è poco.
Un gesto davvero inaspettato...
«Non è colpa tua Selly» Disse Cole accarezzandole il capo.
Mi avvicinai a loro.
«Anche meno» si staccarono e lei si scaraventò su di me abbracciandomi e piangendo ancora una volta.

Harry

Il sole risplendeva in cielo come una mattina di primavera, eppure era gennaio, il gennaio più brutto che mai.
Non è normale che di punto in bianco sboccino i fiori primaverili, a gennaio.
In quel momento pensai a Mary, l'avevo lasciata lì decidendo di salvare Addison...anche lei doveva essere salvata.
Mi infilai gli scarponi e il cappotto, poi uscì di casa dirigendomi in bicicletta a casa di Denise.
Addison sarebbe stata lì, l'avrei rivista.
«Ciao Harry! Dove vai?» Mi voltai e mi ritrovai a guardare il piccolo "postino" che distribuiva i giornali.
Aveva solo otto anni eppure, era felice, spensierato e non aveva ferite da ricucire.
«Ciao Noah! Vado a casa di un'amica» Lui fece un risolino e mi fece un occhiolino.
«La fidanzata?» Scossi la testa.
«Sai che ho occhi solo per Addison, va a consegnare il giornale e non impicciarti» Lui con un sorriso stampato in volto se ne andò.
Quel bambino mi faceva sorridere, era un pò del bene nel mondo.

Quando arrivai c'erano già le biciclette di tutti, tranne quella di Addison, la sua mancava e sentì un vuoto allo stomaco.
Posai la mia vicino a quella di Thomas ed entrai.
«Eccolo» Disse una voce alquanto dolce e familiare. La sua voce...com'era arrivata senza una bici?
Poi la vidi con la testa fra due mensole, vidi suoi lunghi capelli biondi e lisci che le ricadevano dolci sulle spalle.
Vidi i suoi occhi blu come l'oceano e la sua pelle candida.
Poi la vidi voltarsi irrequieta, quasi spaventata.
«Harry!» esclamò Thomas venendomi incontro.
A soli ventun'anni sembrava giá un adulto il mio fratellone. Ci conoscevamo da sempre, eravamo come fratelli e vederlo crescere così in fretta fu davvero troppo strano.
«Ehi» Gli diedi il cinque e mi diressi verso di lei.
«Addison, tutto bene?» Lei si limitò ad annuire senza neanche guardarmi in faccia e poi si allontanò verso il bagno.
Mi andai a sedere preoccupato alla poltrona e chiesi agli altri cosa avesse.
Nessuna risposta.
«Quando Addison tornerà dal bagno, inizieremo con il piano» Disse Thomas ma quando si fermò un tonfo proveniente dal bagno ci fece sussultare tutti.
«Addison?!» Urlai, nessuna risposta.
Mi allarmai iniziando a correre verso il bagno insieme a Thomas e ad Elly e Denise.
Quando aprì la porta trovai Addison con una pistola in mano e gli occhi gonfi di lacrime.
Cosa pensava di fare?
«Che stai facendo, Addison?» l'arma le tremava tra le mani ed io avevo il cuore a mille.
Dannazione!
«Scusa Harry» a quel punto non potei neanche realizzare la frase che un dolore lancinante al petto mi percorse.
Avvicinai la mano al busto e quando toccai sotto il pettorale avevo la mano piena di sangue.
Mi aveva...sparato? La mia Addison mi aveva fatto questo?
Una goccia di sangue cadde a terra e tutti si radunarono in bagno.
Poi un altro sparo mi arrivò alle orecchie e la vista mi si fece appannata.
Le orecchie mi fischiavano ed il cuore batteva sempre più piano.
Ero immerso in una pozza del mio stesso sangue.
«Harry!» la voce di Thomas mi arrivò alle orecchie e del sangue mi colò dalla bocca.
«Chiamate un'ambulanza, ora!» urló Nick dopo di lui.
Le mani di Thomas mi si posarono sulla ferita cercando di farla smettere di sanguinare.
«Harry, Harry rispondimi!» continuava.
«Th-Thomas...» tossí sputando sangue.
«N-non disperare okay?» una fitta mi fece sussultare ancora di più.
«Stai morendo...» Annuì piano continuando a sputare sangue.
«S-sono sempre al tu-tuo f-fianco fr-fratello mio...» lui si asciugò una lacrima e tirò su con il naso.
«D-dí a Noah...i-il bambi-no dei g-giornali...c-che lo voglio tanto bene...okay?» mi spostó da terra e mi strinse al suo petto.
Si dará la colpa per non avermi protetto abbastanza, per non aver fatto bene il fratello maggiore. Ne sono sicuro.
«N-non è colpa tua...ok?» lui annuì e mi appoggiò piano per terra.
«Ti voglio bene fratellino» bisbigliò.
«A-anche io...» abbandonai la mano per terra e sentí una sua lacrima bagnarmi il viso sporco di sangue.
«Anche io...» dissi nuovamente chiudendo gli occhi.
Poi sentí il buio schiacciarmi.

STORM dangerousDove le storie prendono vita. Scoprilo ora