.30. the night we met. parte seconda.

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Selene

Quando Thomas finì di raccontare la storia di Harry vidi in lui il viso di chi si dà la colpa, il viso di chi, secondo la propria testa, ha fatto qualcosa di sbagliato.
Poi vidi una lacrima bagnargli il volto.
Stava...piangendo? Thomas?
Mi alzai dalla poltrona e mi diressi verso di lui avvicinando la mano al suo viso.
Gli asciugai la lacrima e mi avvicinai al suo orecchio.
«Darti la colpa non servirà a niente, auto convincerti che hai sbagliato tutto, non ti aiuterá a superarla, Thomas» bisbigliai per poi alzare lo sguardo verso i suoi abissi verdi.
«Capito?» gli presi il viso tra le mani e lui annuì serrando la mascella.
Lo abbracciai come il primo giorno in cui lui entrò in casa mia, come lui aveva fatto con me facendomi versare tutte le lacrime che trattenevo.
Appoggiai la testa nell'incavo del suo collo e lui mi strinse fra le sue braccia senza farmi staccare.
Poi il mio sguardo passò su Denise ed Elly, mi dispiace così tanto di essermi dimostrata...arrogante e stupida, mi dispiace per non averle capite e per non aver fatto niente.
Mi dispiace per non aver mai indagato a fondo e mi dispiace per aver dato la colpa delle violenze e delle droghe a loro...gente come me.
Poi pensai a questa "Addison" chi era e perchè si era alleata con mio padre? Perchè lo aveva fatto...
Thomas si staccò da me e poi mi prese per mano.
«Scusate un attimo, stiamo tornando.» mi voltai a guardarlo e poi mi trascinò al piano di sopra.
«Che vuoi fare?» non rispose.
Bene.
«Thomas...» entrammo in una stanza e lui la chiuse a chiave alle sue spalle.
«Thom-» si voltò a guardarmi e si avvicinò a me.
«Volevo solo chiederti scusa» scusa?
«Per cosa?» mi prese le mani.
«Per non averti salvata per caso e per...» gli misi l'indice sulle labbra.
«Scordatelo Thomas» lui mi afferrò il polso zittendomi in un secondo.
«Voglio tornare al cinque dicembre, Occhioni. Voglio tornare alla notte in cui ci siamo conosciuti per farti scendere di tua spontanea volontà, voglio tornare a quella notte per dimostrarti quanto, a volte, possa essere dolce, voglio tornare a quella notte per dirti tutta la verità, voglio tornare a quella notte come Thomas, non come "il ragazzo di tempesta" capisci? Quel Thomas era morto ma tu lo hai fatto rinascere ed io ti ho deluso, Selene. Ho deluso l'unica persona che poteva farmi respirare, l'unica persona che mi poteva far...amare davvero, come non amo da tempo.» lo vidi trattenere le lacrime e questo mi spezzò il cuore.
No, no, no...non ha capito proprio niente.
«Guardami, Thomas» lui alzò lo sguardo verso i miei occhi.
«Non mi hai deluso, non mi hai deluso affatto. Tutti possono sbagliare, il ragazzo di tempesta non ha sbagliato, ha solo cercato di fuggire da questo mondo orribile dove ci ritroviamo a vivere. Non mi hai persa e non mi perderai. Te l'ho già detto. Non dirlo mai più okay? Perché non mi perderai, non perderai la bambina dagli occhi color cielo ed io non perderò il mio bambino di tempesta, chiaro?» lui accennó un sorriso e il mio cuore tornò a battere.
Poi gli presi il viso tra le mani e lo baciai trattenendo le lacrime.
Non doveva stare male, aveva sofferto troppo.
«Adesso, per farti perdonare al 100% dovrai farmi una cioccolata calda» dissi sorridendo e tuffandomi tra le sue braccia.
«Va bene mia regina, andiamo» era più sereno e se lo era lui, riuscivo a esserlo anche io.
Quando scendemmo i ragazzi stavano chiacchierando sui divani e notai la sintonia tra Cole e Denise.
Chiamai Thomas tirandogli la mano.
«Ma Cole e Denise...» lui fece spallucce.
«Denise non vuole ammetterlo ma...si, credo di sì.» lo sapevo! L'ho sempre saputo!
Quando Thomas venne verso di me con due tazze di cioccolata calda mi venne un'idea.
"Vorrei tornare alla notte in cui ci siamo conosciuti"
«Tieni, Occhioni» mi porse la tazza ed io entusiasta la presi senza esitare.
«Grazie» soffiai e ne presi un sorso scottandomi ugualmente.
Thomas si sciolse in un risolino ed io appoggiai la testa alla sua spalla.
Se dovevo fare quella cosa, dovevo andarmene adesso.

Thomas

Mi sentii respirare quando si appoggiò alla mia spalla e vederla con i baffi di cioccolata mi fece sorridere come non facevo da tempo.
«Scusate ma io...io devo andare» dove?
«Ehi, dove vai?» fece spallucce.
«Vale a dire?»
«Vale a dire lo scoprirai, Thomas» Dio solo sa quanto mi metta in ansia questa donna.
«Ok...» le diedi un bacio sulla fronte e lei prendendo le sue cose uscì dalla porta.
Abbassai lo sguardo e Nick venne verso di me.
«Thomas, l'ha presa piuttosto...bene?» mi voltai a guardarlo e alzai le sopracciglia.
«Bene? Non l'ha presa affatto bene la cosa del padre, neanche io l'avrei presa bene, insomma, le abbiamo appena detto che suo padre era un serial killer che picchiava i bambini e li drogava e che non è morto come crede. Dannazione anche io l'avrei presa male.» tuonai in mezzo agli altri che mi guardavano a bocca aperta.
«Non intendevo per quello...» cosa allora?
«Intendevo...rivederti»
«Cosa avrebbe dovuto fare?» lui fece spallucce.
«Io ti avrei dato uno schiaffo. Ti ama veramente, Thomas» anche io la amo veramente.
«Dici?»
«Chiunque con due occhi lo ha capito, la ami anche tu e questo tira e molla non mi piace per niente.»
disse guardandomi con un sorrisetto fastidioso.
«Io non voglio mollarla infatti, noi stiamo insieme»
«Lo so, ma il bacio con Elly non credo che se lo sia dimenticato»
«Ne abbiamo già parlato, abbiamo chiarito e non farò mai più una cazzata del genere. Mi manca anche adesso, immagina quando l'ho vista voltarsi e non tornare» lui deglutí ed annuì.
«Allora va da lei»
«Non so dove sia, ha detto "lo scoprirai"» lui sorrise.
«Appunto» cosa vuol dire?
«Ma appunto cosa?!» Nick non riuscì neanche a ribattere che mi arrivò una telefonata.
Era lei.
Risposi subito, se era successo qualcosa?
«34 strada, casa di Cole, ultimo piano.» scherza, vero?
«Che ha detto?» chiese Nick. Spensi il cellulare.
«34 strada, casa di Cole, ultimo piano...» lui sorrise.
«Vai, te l'avevo detto» sorrisi e presi la mia cartella con dentro il pc dirigendomi in macchina.
Girai la chiave e partì verso quel grattacielo.
Il grattacielo.
Dove tutto ebbe inizio, dove la costellazione della lira mi entrò nel cuore, dove i suoi occhi mi entrarono dentro per la prima volta, dove il suo profumo mi aveva colpito per la prima volta, dove l'avevo vista, per la prima volta.
Scesi dall'auto e mi diressi correndo verso l'entrata.
Corsi su per le scale per poi prendere l'ascensore.
«Forza, forza»
Arrivai all'ultimo piano e quando aprì la porta del tetto la trovai seduta sul parapetto con un vestito lungo bianco.
Non ci posso credere.
Schiusi le labbra e mi sentì il cuore farsi piccolo piccolo.
Poi mi avvicinai a poco a poco a lei e le sfiorai il lobo dell'orecchio con le labbra.
«La vedi quella?» indicai un punto in cielo con l'indice.
«È la costellazione della lira, solo gli innamorati riescono a vederla, me lo ha detto una ragazza molto saggia, una ragazza dagli occhi di zaffiro che amo da impazzire.» lei sorrise e mi invitò a sedermi con un gesto della mano.
«Ti ho riportato alla notte in cui ci siamo conosciuti» presi un lungo respiro.
«Mi hai riportato alla nostra notte, Selene» le avvolsi un braccio dietro la schiena e la strinsi a me respirando il suo profumo dolce.
«Restiamo per sempre così, Thomas» bisbigliò.
Due farfalle si avvicinarono a noi, ancora quelle...
Quella rossa mi si posò in testa e quella blu le si posò sul naso.
«Sei magica, Occhioni. Sei la magia che fa venire queste farfalle qui.» sospirò.
«Ti amo, Thomas»
«Io di più.»

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