.15. solo chi è innmorato riesce a vederla

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Selene

Con calma staccò la mano da me ed io indietreggiai per guardarlo meglio.
Era contento di vedermi ma era comunque preoccupato a morte.
«Cole sei impazzito per caso?! Ho poco tempo.» Mi afferrò per il braccio e mi guardò in un modo alquanto inquietante.
«È la stanza giusta seguimi, so io dove andare Crudelia Demon» Crudelia? Scherziamo?! Fui costretta a seguirlo anche se controvoglia, mi sentivo bloccata, lui doveva seguire me.
Con uno sguardo minaccioso si impose davanti a me e incrociò le braccia.
«La password è 45019» Mi fece segno di entrare ed io digitai i numeri indicati.
Si spalancò una porta enorme nascosta, come diceva Thomas, da una libreria.
Andai nel tavolino vicino alle Glock e ci lasciai il gesso prendendo i due milioni riposti in un valigetta. Erano messi così in bella vista. Non sarebbero entrati tutti nella borsa, non sapevo dove metterli così ne diedi un pò a Cole.
Quando mi voltai per uscire Cole era entrato imponendosi davanti a me a braccia conserte.
«Selene, sei sicura di voler aiutare Thomas?» Mi toccai la borsa spaventata e annuì cercando di uscire dalla stanza segreta.
«Fare i ladri fa schifo Selene, pensaci.» Mi fece uscire e poi a passo svelto mi seguì vestendosi da cameriere.
«Va di sotto, da Thomas, ci sará Denise ha una parrucca lunga bionda, andrete in bagno insieme e scapperete con Thomas, chiaro?»
Rabbrividì al solo pensiero di dover passare di nuovo tra tutta quella gente mafiosa ma quando analizzai le parole di Cole mi trovavo già in mezzo a loro.
La bionda a cui prima avevo tirato i capelli era seduta, da sola ed io mi misi a sedere accanto a lei non vedendo altre bionde.
«Scusa» bisbigliai vedendo gli angoli della sua bocca alzarsi in un piccolo sorriso.
«Andiamo Selene, non vorrai rimanere qui. Andiamo su» Bisbigliò prendendomi per mano e alzando l'altra.
«Andiamo in bagno, non sta bene magari il nostro Frederick l'ha messa incinta!» Scoppiò a ridere in mezzo alla sala e Frederick mi fece un occhiolino malizioso che mi fece rivoltare lo stomaco.
Denise si tolse la parrucca lunga che lasciò cadere il suo caschetto biondo sulle spalle.
Non appena sorpassammo la porta che dava all'entrata iniziammo a correre verso l'uscita e insieme raggiungemmo la BMW di Thomas.
«Dov'è Cole?!» Urlò Thomas e cinque secondi dopo lui si scaraventò in macchina.
«Parti Thomas, parti!» Urlò Cole tremante nel vedere un cameriere che lo inseguiva indignato.
Thomas inarcò le sopracciglia e sbuffò alzando la voce.
«Denise, naturalezza, disinvoltura, le conosci per caso?! Perchè diamine vi site messe a correre?» Lei scrollò le spalle.
«Chi ti ha insegnato a rubare Tommy? Io! Quindi rubo come cazzo voglio, chiaro?!» Lui si voltò nei sedili posteriori e, vedendomi ammutolita e rannicchiata, con i capelli arruffati e la borsetta stretta tra le braccia, abbassò il tono della voce.
«Selene dammi la borsa per favore» Disse Denise allungando la mano.
Io le porsi la borsa e rimasi rannicchiata a guardare fuori dal finestrino.
Cole si voltò a guardarmi e il suo volto si addolcì abbracciandomi. Sentì come un'occhiata fulminarci dallo specchietto retrovisore.
Thomas, con gli occhi ridotti a due fessure e una sigaretta tra le labbra stava trucidando Cole con lo sguardo e il fatto che io non dissi niente lo fece arrabbiare ancora di più.

Mi irrigidì tra le sue braccia e lo spostai nervosa.
«Cole lasciami.» Dissi cercando di spostarlo.
Lui continuò ad abbracciarmi, non volva farmi male, voleva solo un po' di affetto e quell'abbraccio stava tranquillizzando lui, non me.
Lo sentivo dal suo cuore impazzito che gli scoppiava nel petto ma quando strinse io non potei più respirare.

«Cole, ho detto lasciami mi fai male.» Incrociai gli occhi di Thomas dallo specchietto che mi gelarono.
Frenò di colpo l'auto ed io balzai in avanti sbattendo con il sedile di Thomas che, scendendo dall'auto aprì lo sportello di Cole strattonandolo per la maglietta.
«Scendi» Disse guardandolo dritto negli occhi di ghiaccio.
Lui non fece un passo.
«Cole, ho detto scendi dalla mia cazzo di macchina» lui si staccò piano piano da me guardando Thomas con aria di sfida.
«E se non lo facessi? Come intendi punirmi Tommy Tommy?» Riavvolse le braccia attorno a me stringendomi ed io tirai fuori la pistola.
Thomas lo prese per la maglia e lo tirò fuori dall'auto.
«Se non lo capisci da lei te lo dico io, non guardarla, non toccarla, non sfiorarla,non baciarla, non sognarla. Sono stato chiaro razza di coglione?» Tuonò. Chiuse lo sportello e lo lasciò in mezzo alla strada, di notte, senza campo.
Erano migliori amici ma litigavano così?
Denise era completamente tranquilla, probabilmente era abituata ai litigi tra i due e questo era l'ennesimo.
Thomas entrò in macchina e mise in moto senza degnarmi di uno sguardo.
Per quanto riguarda me feci cadere la pistola che mi tremava tra le mani e mi rannicchiai verso il finestrino guardando le goccioline di pioggia cadere a uno ad uno.
E se fossi caduta io quella notte?

«Thomas, calmati. Cole è fatto così, lo sai che scherzava.» Disse Denise toccandogli la spalla.
Lui la ritrasse continuando spedito verso casa.
«L'ha toccata Denise» Parlavano come se io non ci fossi, come due genitori preoccupati della loro figlia.
«L'ha toccata dopo tutto quello che ha passato, Denise» Lei scrollò le spalle.
«Anche io, tu, lui è tutti gli altri abbiamo passato quello che ha passato lei.» ringhiò poi. Loro?
«Ma...» lui non continuò e neanche lei lo fece ma si voltò a guardarmi.
A guardare la donna con l'animo dolce e puro di una bambina, la luce affievolita che man mano stava tornando in vita, il cuore di una farfalla con le ali incollate da un cerotto debole.
Una ragazza la cui maledizione non le avrebbe rovinato la vita, bensì l'avrebbe resa vivibile al massimo.
Mi chiusi la zip della giacca che avevo trovato in mezzo ai sedili dell'auto e mi tolsi le scarpe con il tacco.
Continuai a guardare le stelle risplendere fuori dal finestrino e da lì scorsi la costellazione della Lira che mi entrò dentro.
«Le brillano le stelle negli occhi vero?» Disse Thomas accorgendosi dello sguardo intenerito che Denise mi rivolgeva.
Lei annuì e si voltò verso la strada buia illuminata solo dalla luce dei fari dell'auto.
«Guarda, la costellazione della Lira Denise!» Affermò poi Thomas guardando dall'alto il cielo. Mi si scaldò il cuore.
Denise alzò lo sguardo e inarcò un sopracciglio.
«La che?» Thomas sorrise.
«Lascia perdere, solo chi è innamorato riesce a vederla»

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