.22. festa

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Thomas

«Adesso ricordi?» Non posso farle del male...
Annui e si alzó dalla poltroncina.
Era visibilmente scossa ma non potevo consolarla ancora.
«Voglio uscire da qui, andiamo?» chiese
Tremante.
Accettai ed uscimmo chiudendoci la porta alle spalle.
Non volevo farle del male.
«Dobbiamo andare a comprare quest'albero, svaga la mente». Disse accarezzandomi il viso con l'indice.
Io le spostai la mano e mi incamminai verso la strada di casa per prendere l'auto.
I battiti di Selene scesero ed io mi sentì responsabile.
Sentire i suoi sentimenti mi faceva del male. Li percepivo anche se non potevo davvero sentirli, avevo imparato a riconoscerli.

«Thomas?» mi voltai a guardarla.
«Che c'è?»
«Che ti prende?» Scossi la testa facendo spallucce.
«Niente, andiamo»  Sentì i suoi passi avvicinarsi ed il suo profumo troppo dolce si avvicinó al mio facendomi inspirare a pieni polmoni.
Non posso non sentire più quel profumo.
«Dove andiamo a prendere l'albero?»
Chiese.
«Al supermercato»
«Cosa? Intendi prendere quelli sintetici che si devono montare?» Annuì
«Si» Lei sbuffò e si lasciò andare sul sedile.
Misi in moto e partì verso il centro commerciale.
In auto regnava un silenzio imbarazzante che riuscì a mettermi in crisi.
Comportati normalmente Thomas.
«Che ti è preso Thomas?» Scossi la testa.
«Nulla occhioni, tranquillizzati, sto bene.» Lei rilassò il viso e si arrese voltandosi verso il finestrino.
Non dovevo innamorarmi della Humphrey. Non era nei piani.
Parcheggiai vicino ad un albero che copriva l'auto dal sole e uscendo da essa notai che nel portaoggetti nero c'era un piccolo biglietto giallastro.
Lo presi e lo infilai dentro la tasca dei pantaloni.
Devi essere normale Thomas, come sempre.
Mi stampai un sorrisetto sul viso e le presi la mano.
«Sta sera ti porto ad una festa» Dissi voltandomi a guardarla.
Lei sorrise e mi strinse la mano intrecciando le dita alle mie.
Inspirai ed espirai sentendomi in colpa e sentendo le lacrime di Selene arrivare alle mie orecchie.
Entrammo e mi diressi direttamente verso le piccole serre finte che contenevano tutti questi alberelli, innevati e non.
«Selene» Mi voltai.
Lei si voltò dopo di me e si staccò dalla mia mano.
«Cole!» Quel coglione.
Chi si crede di essere? È uno dei Rebels, consce Selene meglio di me, ma non è nessuno per baciarla come ha fatto l'altra volta.
Si abbracciarono e lui le sorrise.
Sentì la rabbia ribbollirmi nelle vene.
Strinsi i pugni e serrai la mascella.
Fanculo, non sono geloso.
«Denise? Dove sei? C'è Thomas» per fortuna.
Una frangetta bionda spuntó da due abeti pieni di neve finta ed un sorriso smagliante sciolse il suo viso.
«Tommy!» Esclamò dirigendosi verso di me.
Mi afferrò per il braccio e mi trascinò dietro due alberi.
«Lei lo sa?» Chiese tornando seria.
«No Denise, non lo sa.» Lei sospiró.
Io mi voltai a guardarla Selene, rideva insieme a Cole, rideva come una bambina e questo mi strappó un sorriso.
«Non dirmelo Thomas...» Disse Denise.
«Cosa?»
«Ti sei innamorato di lei» Abbassai lo sguardo e deglutì.
«Cazzo Thomas! Sai cosa ci ha fatto suo padre vero? Lo sai o no?!»
«Lei non ha colpe, Denise» Lei allora fece un sorriso nervoso e si portò una mano sulla fronte.
«Certo che ha colpe! È la fotocopia di suo padre, è la fotocopia di quel mostro!» presi Denise per le spalle.
«Lei non è una Humphrey, lei è Selene, Selene e basta. Non ha nessuna colpa.»
Lei tolse le mani.
«Se non sei disposto a portarla ad Joe lo farò io.» Spalancai gli occhi e sorrisi nervosamente.
«Scordatelo, a Selene non deve essere strappato neanche un capello. Sono io il capo qui o sbaglio?»
«Puoi essere ciò che vuoi ma il piano va portato al termine. Dobbiamo avere giustizia. Siamo noi a soffrire, i Soul Hunters, noi. Chuck Humphrey ci ha solo torturati anche fino alla morte.
Lei pensa sia morto e ne sono felice, ma la sua famiglia si merita di soffrire. Hai iniziato il piano e devi portarlo a termine Thomas» sospirai e tornai a guardare Selene.
Serena come non mai.
Non doveva soffrire, non più. Aveva sofferto troppo.
«Selene non deve soffrire, questione chiusa.»
«Ma»
«Senza ma. Provate a storcerle anche un solo capello e fidatevi che queste ferite che ho addosso potrebbero finire su di voi con un solo tocco.» Denise abbassò lo sguardo.
«Ok capo» disse ironicamente.
Sospirai in ansia.
Non doveva scoprire che l'uomo che le aveva salvato la vita era un Soul Hunter, colui che lei odia a morte.
O almeno non doveva scoprirlo così.
«La ami Thomas?» Chiese Denise.
«Non lo so. So solo che sicuramente non mi è indifferente il suo tocco, la sua presenza, la sua voce.» Lei alzó gli occhi al cielo.
«Ho capito Thomas, la ami»
La amo?
Amo davvero qualcuno? Amo quella perfettina, stronza, ficcanaso, bella, intelligente, arrogante di Selene? Si, credo propio di si.

Selene.

«Scusa per l'altra volta Selly, ero scosso e avevo paura di venire scoperto da Frederick. » Disse Cole girandosi un ricciolo corvino tra le dita.
«Stai tranquillo, credo che Thomas ti voglia come minimo uccidere ma...con me sei apposto.» Dissi accennando un sorriso.
Cercai di scorgere Thomas tra gli abeti innevati e lo trovai a parlare con Denise ad occhi bassi.
«Ti va se ci andiamo a prendere qualcosa da bere? Come amici» Disse Cole facendomi tornare alla realtà.
«Certo, come amici» sorrisi e lo abbracciai.
Poi sentì qualcuno prendermi la spalla.
«Avete scelto L'albero?» Disse Thomas prendendomi la mano e guardare in cagnesco Cole.
Scossi la testa.
«Verrete alla festa di sta sera?» Chiesi.
Denise e Cole si guardarono.
«Certo!» Esclamò poi lui.
«Allora a sta sera Denise e...a sta sera sciupa femmine.» Disse Thomas voltandosi.
Sorrisi e mi voltai verso di lui.
Qualcosa non mi tornava però...

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