Carlos
Quando aprì gli occhi mi girai e rigirai sotto le lenzuola provando a riaddormentarmi in tutti i modi possibili, senza successo.
C'erano dei pensieri che mi frullavano per la testa, come ad esempio: chi aveva scritto i biglietti a Selene dato che non lo avevo fatto io? Chuck? Mio padre?
Oppure, perchè Chuck voleva uccidere sua figlia?
Niente mi era chiaro, sapevo solo che con tutto quel casino in testa non potevo dormire.
Sbuffai alzandomi e prendendo una t-shirt dall'armadio.
«Papá?» Joe Kyleen che risponde quando lo chiami? Mai. Neanche se cade il mondo.
Scesi con la velocità di un bradipo sapendo che quella sarebbe stata solo una giornata di merda della mia monotona vita di merda.
Da quando ero piccolo ogni colpa veniva attribuita a me, sempre e solo a me.
Quando facevano casini era sempre colpa del piccolo Carlos, tanto era lui il solito iperattivo.
Per non parlare di Chuck.
Lui mi aveva obbligato a fare del male a sua figlia ed io...Come un coglione, glielo avevo permesso.
Gli avevo permesso di farmi mettere i piedi in testa, ma ora mi avevano usato abbastanza.
Dovevo fare la cosa giusta e sapevo che quel giorno era il giorno giusto per farlo.Quando arrivai al piano di sotto mio padre non c'era, trovai solo un biglietto giallo e la colazione pronta al tavolo.
"Buongiorno. Sono al lavoro, ti ho preparato la colazione. Buona giornata. Papà"
Quanto affetto in un solo biglietto eh...Il pugno che mi aveva tirato Thomas era più dolce.
Decisi di non mangiare tanto non sarebbe cambiato nulla. Che bisogno c'era di mangiare se quello che avrei ingerito sarebbe arrivato nella pancia facendomi soltanto ingrassare? Nessuno, non c'era nessun bisogno.
Ripensai ad Addison e ai suoi lunghi capelli biondi decidendo di chiamarla.
Avevo bisogno di parlare, non sapevo cosa fare.Mi incamminai verso il lavabo per prendere il cellulare, nel frattempo diedi un'occhiata al giardino bagnato dalla pioggia che era caduta la sera prima.
Sera di cui non ricordavo assolutamente nulla...
Ero andato in un night club? Può darsi... non ricordo.
Poi nel voltarmi per dirigermi sul divano sentì un dolore prendermi il fianco, così decisi di alzarmi la felpa.
Al posto della pelle chiara c'era una chiazza violacea mista a del sangue pestato.
Dovevo ricordare, dovevo assolutamente ricordare, magari ero caduto.Afferrai il cellulare e digitai il numero di Addi.
«Carlos? Che c'è?» chiese acida lei, che stronza.
«Vieni a casa mia, biondina»
«Non esiste»
«Cosa? Perché?» non rispose per un po' così le chiesi se fosse ancora in linea.
«Chiedilo a Selene, la tua Selly, oppure come la chiamavi? Ah si, "farfalla" tanto non ti sei mai dimenticato di lei.» ma di che parla?
«Addison si può sapere di che parli?»
«Lasciami in pace Carlos»
«Addi...» non riuscì a finire la frase che chiuse la telefonata lasciandomi come un idiota a fissare lo schermo spegnarsi.
Che era successo?La sera prima.
Tentai di sistemarmi il ciuffo di capelli biondi senza successo, un ciuffetto se ne andava per i fatti suoi lasciandomi nervoso e in ritardo a guardarmi allo specchio.
Addison mi stava aspettando ed io non volevo farla aspettare più di tanto, peccato che la prima mezz'ora di ritardo era passata.
Presi il cellulare e la chiamai.
«Carlos ma si può sapere dove...» iniziò ad urlare soffocata dalla musica di sottofondo ed io cercai di zittirla.
«Arriverò tra poco è solo che...»
Voglio essere impeccabile per te.
«Sono appena uscito dalla doccia» mentì continuando a spazzolarmi i capelli.
«Sbrigati cretino, sono qui da un'ora» si lamentò lei.
«Si Addi sto arrivando, non farti rubare nel frattempo»
«Perché dovrei farmi rubare?»
«Se qualcuno ti si avvicina chiamami che anche con il ciuffo storto mi catapulto da te»
«Ciuffo storto?» merda! Lo avevo detto...
«Ciuffo storto? Scherzavo, ciao» chiusi bruscamente la chiamata e finalmente riuscì a sistemare quel dannatissimo ciuffettino fuori posto.Quando uscì correndo mi gettai in auto e mi diressi senza esitazione verso il club.
Parcheggiai e una figura snella corse verso di me.
«Carlos!» la squadrai dalla testa ai piedi.
Indossava un tubino con delle paillettes blu elettrico che scintillavano in mezzo a tutto il buio della notte.
Non la riconobbi subito, le luci mi accecavano e vidi soltanto il suo vestito.
«Chi sei?»
«Carlos hai già bevuto?» la mano della ragazza si posò sulla mia fronte spostandomi il ciuffo di capelli e il terrore prese il sopravvento.
«No!» saltai indietro e lei tolse la mano con uno scatto brusco.
Il ciuffetto.
Solo dopo la riconobbi, era Addison.
Che figura di merda.«Biondina...»
«Carlos, tutto bene?» annuì sbadatamente senza smettere di pensare al ciuffo.
«Sì...sì va tutto benissimo. Entriamo?» cambiai discorso prendendola per mano.
Lei sussultò sotto la mia presa ma mi seguì senza esitare.Avevo bevuto tanto...troppo.
Barcollavo da un lato ad un altro e mi appoggiai al muro per non cadere.
Addi corse verso di me.
«Tutto bene?» mi chiese preoccupata.
«Sì, va tutto benissimo farfalla mia» dissi con un filo di voce. Farfalla? Stavo proprio male.
Lei mi tese una mano aiutandomi a reggermi in piedi e quando la presi mi avvicinai a lei.
Aveva voglia di baciarmi ma io ero ubriaco marcio.
«Che fai Carlos?» mi disse mentre la guardavo.
«Niente»
«Carlos sei ubriaco» bisbigliò
«Ma non sto facendo nulla...» risposi poggiando la testa nell'incavo del suo collo.
«Io...io ti amo ma tu stai con lui» biascicai alzando il viso rosso e puntando le iridi su di lei.
«Chi è lui?»
«Non fare la finta tonta farfalla»
«Carlos, non c'è nessun'altro e poi...tu non mi ami»
«Io ti amo invece, si. Ti amo proprio tanto Selly» il suo viso si strinse in un'espressione delusa e finì per puntare lo sguardo per terra.
«Certo, Selene» mi spintonò via tirando su col naso.
«Sai che ti dico Carlos? Non cercarmi più, fatti venire a prendere da lei e dille che sei ubriaco, per me puoi anche restare qui.» mi accasciai a terra sbattendo con lo spigolo di un mobile e provocandomi un livido a fianco, poi se ne andò lasciandomi ubriaco marcio, sudato e tremante accasciato a terra.Presente
Decisi di presentarmi a casa sua, avevo fatto un casino ma ero ubriaco.
Avevo sbagliato ma...
No Carlos, senza se e senza ma. Hai sbagliato come un coglione.
Cercai una felpa un po' più carina per andare da lei e quando la trovai mi tuffai in auto per raggiungere casa sua.Bussai più volte e quando la porta si aprì la sua chioma di capelli biondi spuntò.
«Sono un coglione biondina»
«Va via...» bisbigliò abbassando lo sguardo.
Le afferrai il mento per farmi guardare.
«Ascoltami, okay?» lei deglutì e non disse una parola.
«Ero ubriaco e non badavo a ciò che dicevo ma hai ragione, non mi sono staccato dall'idea di me e lei insieme anche se...ieri, quando sono arrivato in ritardo è stato solo perché avevo un ciuffetto fuori posto e volevo essere impeccabile per te» lei incrociò le braccia al petto.
«Okay, quindi?»
«Quindi Addison, la ragazza che amo sei tu, non lei. Non so più come diavolo dirtelo,dannazione te l'ho fatto capire in tutti i modi possi...» non riuscì a finire perché le sue labbra si incastrarono alle mie.«Sono perdonato?»
«No ma da adesso potrai farti perdonare piano piano, portandomi dei fiori o magari...aiutando quei ragazzi. Abbiamo sbagliato troppe volte, Carlos. Basta sbagliare.» lì pensai a Thomas e a tutti i ragazzi.
Mio padre era andato a lavoro presto...molto presto.
Oh cavolo! Il piano finale...merda, merda, merda! Dovevo andare a salvarli.
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STORM dangerous
RomancePrimo libro della saga delle farfalle🦋🌻 Due anime tormentate. Un passato oscuro. Un amore indissolubile che è invidiato dall'intero universo. Due farfalle che cercano il loro girasole e una costellazione che da vita al loro amore. Selene ha 20 ann...