Addison
Mi guardai le mani tremanti e le unghie mangiucchiate, il freddo mi faceva venire piccole scariche di brividi sulla schiena e l'ansia e il senso di colpa erano ormai parte essenziale di me.
Mi guardai attorno.
Un grande cancello arrugginito e pieno di piante arrampicate fino in cima, sostava davanti a me.
Dietro di esso una struttura, vecchia, diroccata e angosciante.
Fuori c'erano tanti giochi malandati e soprattutto senza bimbi che ci giocassero.
Rebels...
Perchè Thomas non mi dava ascolto? Volevo aiutarlo davvero, avevo sbagliato troppe volte.
«Biondina, non entri?» la voce graffiata e cupa che mi raggiunse alle spalle mi fece sobbalzare e quando mi voltai le grandi spalle di Carlos mi oscurarono la visuale.
«No io...non voglio più farlo» inclinò la testa inarcando le sopracciglia.
«Ma che dici, Addison» immerse una mano ornata dagli anelli nel ciuffo biondo.
Seguì ogni suo gesto maledicendomi.
Carlos non è una brava persona, Addison. Lo sai bene.
«Ci ucciderá se non finiamo.» disse poi e nel suo tono sentì una nota di amarezza.
«Carlos tu sei come lui» dissi abbassando lo sguardo.
«Addison ma sei seria?» se no perché picchiavi Selene?
«Lascia stare» mi afferrò l'avambraccio facendomi trasalire.
«No, tu adesso mi dici cosa intendi»
«Tu sei pericoloso» allentò la presa.
«Io? Io sono sempre stato la vittima, sono stato la vittima quando mio padre ha assecondato quello di Selene, sono stato la vittima quando Chuck mi ha costretto ad aiutarlo a fingere la sua morte e quando mi ha imposto di far soffrire sua figlia per puro...divertimento?
Sono stato la vittima quando dovevo picchiarla, perché lei stava male ma io...io avevo voglia di salire su un tetto e farla finita.
Sono stato la vittima quando ho dovuto portarla dentro un giro di droga e sono stato una vittima quando ho dovuto derubarle casa e minacciarla.
Quindi no Addison, non sono io quello pericoloso.» Mi accorsi che il blu delle sue iridi incominciò a scurirsi sempre di più.
Poi infilò una mano in tasca.
«Tieni» allungò il braccio verso di me porgendomi una busta.
Mi allontanai istintivamente alzando lo sguardo verso il suo viso rosso.
Era imbarazzato? Carlos Kyleen?
«È per te» insistette.
«Cos'è?» chiesi a bassa voce guardando titubante la busta.
«Un regalo»
«Un regalo?» annuì.
«Qualcosa di simile, si.» con l'altra mano si grattò la nuca.
«Per me?» continuai.
«Si» afferrai la busta guardandola attentamente.
C'era qualcosa di morbido dentro, soffice e caldo.
«Aprila» disse impacciato continuando a guardarmi.
«Ma perché mi hai fatto un regalo?»
«Per dimostrarti che il nome non è la persona» lo disse con la voce spezzata da un singhiozzo che però non arrivò.
Mi incitò ad aprirla e quando lo feci vi uscì una sottile sciarpa blu in cotone.
«Avevi freddo...» avevo freddo, si.
«Grazie Carlos, non dovevi» indossai la sciarpa calda e soffice che aveva un accenno del suo profumo.
Poi i suoi occhi di zaffiro si insinuarono nei miei del medesimo colore e mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Comunque dobbiamo andare via da qui» biascicai a un soffio dal suo viso candido.
Si allontanò bruscamente da me annuendo.
«No aspetta, dobbiamo entrare. Chuck ci deve parlare»
«Gli dai ancora ascolto, seriamente? È un folle e lo sei anche tu che gli vai dietro» mi afferrò le spalle e mi bloccò al muro appoggiando la fronte alla mia, poi mise un dito sulla mia tempia.
«Abbiamo la pistola puntata qui, biondina, vuoi capirlo?» quel gesto mi fece rabbrividire e il tepore della sciarpa si disperse nell'aria.
«Entra allora, io non vengo»
«No tu devi venire, ti farà del male altrimenti» si allontanò piano da me.
Non mi avrebbe fatto del male e poi a lui cosa doveva importare?
«Come se a te importasse di me...» mi prese il viso con le sue grandi mani fredde.
«Certo che mi importa di te, biondina» certo...come dicevano tutti.
«Orgoglioso come sei...» bisbigliai abbassando lo sguardo.
«Senti "Elizabeth" non siamo su "Orgoglio e pregiudizio" perciò non ti permetto di dire certe stronzate. Se Chuck oserebbe anche solo pensare di toccarti, credo che mi darebbero l'ergastolo per quello che gli potrei fare» un piccolo sorriso fece capolino sulle mie labbra e sentì il suo alito di menta mischiato con l'amaro della sigaretta e quando si allontanò quella magia svanì in fretta.
«Andiamo» mi ripresi da quello stato di trance, l'effetto di Carlos era un po'...esagerato.
«O-okay»
Aprì il cancello che fece uno scricchiolio fastidioso, così tanto da farmi chiudere gli occhi.
Poi la sua mano si avvicinò alla mia e mi voltai a guardarlo.
Il suo petto marmoreo era il triplo del mio e la sua altezza mi lasciava senza fiato ogni volta.
Alla fine si decise a prendermi la mano piccola e fredda.«Siamo noi» disse alla porta dopo aver bussato.
Chuck aprì mostrando un sorriso macabro che mi fece pentire di essere entrata.
«Eccovi cari» ci fece accomodare e dopo aver preso una bottiglia di birra e averne trangugiato dei sorsi iniziò a parlare con Carlos che sembrava alquanto turbato.
Infilò una mano in un cassetto e vi uscì una busta posandola sul tavolo.
«Aprila» ordinò a Carlos che senza pensarci troppo lo fece.
Quando si rese conto di impugnare una pistola gli tremarono le mani e la posò violentemente sul tavolo.
«No, non posso» bisbigliò poi.
«Quando mi porteranno i soldi, dovrai farlo...» ordinò Chuck.
«A meno che non sarai tu sotto il mirino» concluse poi.
Carlos trasalì a quelle parole e ripose la pistola nella tasca dei pantaloni.
«Carlos che fai?!» bisbigliai io, poi mi trovai le mani di Chuck sulle spalle.
Che schifo.
«Non dovrai fare niente tu, principessa. Quando Selene sará morta, Thomas sarà distrutto e cadrà ai nostri piedi.» mi raggelò il sangue.
Selene?
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STORM dangerous
RomancePrimo libro della saga delle farfalle🦋🌻 Due anime tormentate. Un passato oscuro. Un amore indissolubile che è invidiato dall'intero universo. Due farfalle che cercano il loro girasole e una costellazione che da vita al loro amore. Selene ha 20 ann...