.39. giurin giurello.

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Selene

Aprì lentamente gli occhi e mi ritrovai avvolta dalle braccia di Thomas.
Mi voltai lentamente a guardarlo.
I capelli rossi gli ricadevano sulla fronte coprendogli alcune lentiggini.
Dormiva come un bambino, anche se da sveglio...era tutt'altro.
Sospirai ripensando al piano, era dannatamente pericoloso, troppo pericoloso.
Abbassai lo sguardo sul mio corpo minuto e notai di avere una sua maglietta addosso.
Gli spostai le braccia imponenti per andare in bagno a sciacquarmi il viso.
«Perché te ne vai?» bisbigliò poi con voce graffiata.
Mi voltai subito a guardarlo.
Aveva ancora gli occhi chiusi e le guance rosse.
«Sto andando in bagno»
«No, ci vadi dopo...» aveva continuato con un mugolio.
«Sei proprio un cretino» mi liberai dalla sua debole presa e mi alzai dal letto quando lui mi riprese il polso.
«Smettila di andare in bagno per tormentarti per il tuo aspetto fisico, so che lo fai» scossi la testa.
Aveva ragione ma come faceva a saperlo?
«Tanto ho ragione, quindi» bisbigliai e lui si decise ad aprire gli occhi.
«Eh dai Selene...non hai ragione. Sei bellissima, sei la ragazza più bella che io abbia mai conosciuto» abbassai lo sguardo e lui si mise a sedere sorridendomi.
«Come tutto questo finisce ti porto a Los Angeles e ci sposiamo» com'è che trova sempre come farmi sorridere.
Mi sdraiai accanto a lui.
«Chiudi gli occhi e immagina...io e te, in una grande casa di lusso con tanti bambini.
Una femmina e due maschi. La bimba si chiamerà...Dafne, si, Dafne.
Il primo bambino invece si chiamerà Robert ed il secondo William.
Avranno i capelli rossi e gli occhi azzurri, tranne la bambina, la bambina sarà la tua fotocopia.
Faremo tanti viaggi con loro, gli compreremo tanti giocattoli.
Poi faremo cinquant'anni di matrimonio in una grande festa, grandissima, piena di amici e di tanto cibo.
Soprattutto però, prima dei cinquant'anni di matrimonio voglio che tu continui gli studi e che diventi la migliore giornalista di tutto lo stato di New York! Saremo conosciuti da tutti e ti aprirai un giornale chiamato "Costellazione della lira" diventeremo ultra miliardari ed io continuerò con le corse di formula uno.
Che ne dici? Non è un bel piano?» mh...era davvero bellissimo ma avevo paura.
«È bellissimo Thomas» lui mi prese il viso tra le mani.
«Però...devo dirti una cosa» lo bloccai prima che potesse baciarmi.
«Dimmi»
«Ho paura» mi fece una carezza circolare con il pollice sulla guancia.
«Non mi perderai, è pericoloso ma...ce la faremo, okay?» mi leggeva nel pensiero.
«Promettilo Thomas, non te lo perdonerò» lui annuì.
«Te lo prometto amore mio» feci un piccolo sorriso prima che le sue labbra si posassero leggere sulle mie.
«Però anche tu devi prometterlo» disse poi.
«Cosa?»
«Che non te ne andrai» alzai il mignolo verso di lui che lo afferrò con il suo.
«Giurin giurello» in quel momento sentì il petto alleggerirsi per un attimo.
Poi lo vidi alzarsi e dirigersi verso l'armadio.
«Che stai facendo?» chiesi alzandomi e andando verso di lui.
Mi squadrò facendomi arrossire.
La sua maglietta blu mi arrivava fino alle cosce lasciando il resto delle gambe nude.
Poi sorrise.
«Sto andando a prendere delle cose, non torneremo qui per un po' dato che tra sei giorni ci sarà il colpo» sei giorni?
«Sei?» lui annuì ed io mi portai un dito alla bocca mordicchiando l'unghia.
«Ehi, ehi, stai tranquilla Occhioni» non riuscivo a stare tranquilla.
Le sue parole mi rimbombavano in testa.
"È pericoloso"
«Scusami ma non ci riesco»
«A fare cosa?»
«A stare tranquilla!» lui mi accarezzò il capo spostandomi una ciocca di capelli.
«Se mio padre proverá solo a...a toccarti io, io giuro che prendo la pistola che tieni lì dentro» dissi indicando con l'indice il cassetto della scrivania contenente la pistola.
«Giá ti immagino, una nanetta con una pistola in mano» poi scoppiò a ridere.
«Sono seria Thomas...»
«Selene ti prego, sta tranquilla» disse poi con un tono più serio.
«Potrò chiamarti ancora criceto, energumeno, ebete, cretino, idiota, sciocco, vero?» lui annuì.
«Ed io potrò continuare a chiamarti Occhioni, non preoccuparti okay?» mi prese il viso e mi avvicinò a lui baciandomi come solo lui sapeva fare.
Poi sparì dentro la porticina dell'armadio.
Io mi diressi verso il bagno per cambiarmi.
Non vedevo casa mia da una vita, non ricevevo bigliettini da troppo e poi...erano davvero di Carlos?
Magari si, non dovevo preoccuparmi.
Aveva smesso, punto.
Mi tolsi la maglia di Thomas indossando dei jeans ed una maglietta stretta sulla vita.
Non mi truccai neanche, non avevo voglia.
Thomas bussò alla porta del bagno ed io aprì.
Quanto era bello.
«Andiamo Occhioni?» sorrisi annuendo.
Salimmo in auto e andammo verso casa di Denise.
«Comunque, oggi ci alleneremo, fisicamente» in che senso?
«Come?»
«Si, tu anche dovrai farlo o magari no, magari potresti solo guardarmi fare a pezzi Nick per averti guardata, come preferisci» che cretino.
«Opzione uno» lui annuì sorridendo con quelle fossette irresistibili che gli si formavano ogni volta che rideva.
«Madame» scese dall'auto e aprì la mia portiera facendomi scendere.
«Ma grazie, schiavetto» lui spalancò la bocca.
«Schiavetto? Ora ti faccio vedere io» mi mise un braccio dietro le ginocchia e l'altro dietro la schiena prendendomi in braccio e caricandomi sulla sua spalla.
«Ti sembro un sacco di patate per caso?» chiesi battendo i pugni sulla sua schiena imponente.
«Sei molto meglio» quella risposta mi spiazzò facendomi arrossire.
Restai in silenzio finché non raggiungemmo la porta.
«Ti ho zittita Occhioni?»
«Zittita è poco» risposi con un filo di voce mentre lui varcava la porta.
«Thomas, Selene non mi sembra un sacco di patate» disse Denise vedendolo entrare con me in spalla.
«Lo vedi! Non sono una patata!» urlai di nuovo battendo i pugni su di lui.
«Sono già sotto?» chiese senza badare alla mia risposta.
«Si»
«Andiamo sacco di patate!» disse poi scendendo di sotto ancora con me sulla spalla.
Poi mi mise giù e quando mi resi conto di dov'ero era troppo tardi, avevo già la bocca spalancata.
«Ma stanno...» balbettai
«Si, si stanno picchiando.» Cole, a petto nudo aveva steso Nick che era a terra dolorante.
Aaron si stava allenando con il sacco e c'erano altri che non conoscevo.
Poi mi voltai verso Thomas ma era sparito.
Ma dove si caccia ogni volta...
«Buh!» disse poi spuntandomi davanti. Sussultai.
«Thomas!»
«Tu guarda» disse poi allontanandosi.
Si sfilò la maglietta rimanendo a petto nudo e poi si scompigliò il ciuffo con la mano facendomi l'occhiolino.
«Selene, eccoti» disse una voce alle mie spalle.
Era Nathan.
«Sb-sbaglio o f-fa caldo qui dentro?» chiesi con le guance rosse.
Ma che cavolo dici Selene?!
Lui mi guardò alzando un sopracciglio.
«Ah...Thomas» mi fece l'occhiolino iniziando a ridere mentre io sembravo una rimbambita.
Ero letteralmente intrappolata nel suo sguardo e nel suo tatuaggio del serpente e la scritta "Poula" che aveva sulla schiena insieme a tutte quelle cicatrici.
«Non devi allenarti anche tu?» chiese poi
«Si, dopo di lui» dissi poi a bocca aperta ad ammirare Thomas fare a pugni con Cole.
«Ok ma chiudi quella bocca, ti sta per uscire la bava» disse poi sorridendo.
Mi sbloccai guardandolo con gli occhi spalancati e chiusi la bocca di scatto.
«Che figura...» bisbigliai.
Poi mi avvicinai al "ring"
«Tutto qui Murphy? Non sai fare di meglio?» lui sorrise e tirò un montante all'amico stendendolo.
Ok, non dovevo.
Si tolse le fasce dalle mani e me le buttò.
Le sue cicatrici rosse e profonde mi facevano ricordare che ognuno ha un passato oscuro e il suo e il mio si intrecciavano fin troppo.
«Tocca a te principessa» io?
«Contro di te?»
«No, contro Denise» non esiste, le avrei fatto del male.
«Non guardare in faccia nessuno, ci sei solo tu» disse poi prendo mi per le spalle.
Mi tolsi la felpa rimanendo con il top stretto e poi salì sul ring con gli occhi di tutti addosso.
Invece di Denise salì Elly.
La stronza.
E' più forte di me chiamarla così, ha baciato il mio ragazzo, non è da poco.
«Dov'è Denise?» chiese Thomas.
Lei sorrise in modo inquietante.
«Sta male, sarò io contro la tua amata Selene e la ridurrò in polvere.» gli mandò un bacio e poi inchiodò lo sguardo su di me. Spero sia ironica...ogni cosa che dice mi fa ridere.
Sentì il fischio di un ragazzo seduto dietro di noi e capì di dover partire ma non lo feci.
«Elly io non so qui per farti del male non vorrei...ecco» lei sorrise.
«Siamo qui proprio per questo e poi sta tranquilla, quelle come te le stendo subito» vale a dire?
«Come sono io?»
«Debole, ti fai mettere le mani addosso, ti fai manipolare, proprio come con Carlos» in quel momento la vista mi si offuscò e le saltai addosso tirandole un pugno.
Io non sono debole...io non...
«Io non sono debole» le misi un piede sul ventre e lei tossì. Non la guardai in faccia, non riuscivo a farlo.
Poi mi afferrò la caviglia ribaltando la situazione è facendomi sbattere la testa sul pavimento.
Continuava a darmi pugni e calci.
Sentì una voce graffiata, seria ma con un tocco di preoccupazione.
«È tutto quello che sai fare Occhioni?» a quel punto tremai e mi sentì soffocare.
Tossì e diedi un calcio nella pancia di Elly che indietreggiò con una mano sul ventre.
«Hai rotto il cazzo.» le diedi un pugno, poi un'altro.
«Hai proprio rotto il cazzo» ribadì dandole un altro pugno, stavolta più forte e quando mi guardai le mani mi vidi le nocche arrossate.
Ma che stavo facendo?

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