.16. girasoli

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Selene

Denise scese dall'auto salutandomi con un gesto della mano, io non ricambiai rannicchiata e immersa nei sensi di colpa.
Thomas la salutò più tranquillo e poi si voltò a guardarmi senza dire una parola.
Chiusi gli occhi con il cuore in gola, era colpa mia.
Mi ero fatta toccare.
Devo chiedere scusa a Thomas.
Non appena arrivammo in casa sua lui mi aprì lo sportello facendomi scendere.
Non ci parlammo fino al piano di sopra ed io prendendo le mie cose mi diressi verso la porta respirando a fatica.
«Domani andiamo a sistemare casa tua, resta qui ok? E' tardi » posai le borse a terra e mi voltai con le lacrime agli occhi.
«Ehi? Che ti prende?» Mi tuffai tra le sue braccia e lui mi accarezzò il capo dandomi un piccolo bacio sulla fronte.
«Scusa...» Farfugliai ancora stretta tra le sue braccia.
Lui mi prese gli avambracci e mi staccò da lui guardandomi preoccupato e stranito.
Mi prese il viso e con il pollice mi sfiorò le labbra.
«Perche stai piangendo e soprattutto, di cosa ti stai scusando, Occhioni?» Io mi asciugai le lacrime con la manica della giacca.
«È colpa mia...» Affermai tirando su con il naso.
«Di cosa Occhioni?» Poi fece una pausa e sospirò capendo ciò che intendevo.
«Selene non è colpa tua. Cole ti ha toccato, non ti sei fatta toccare e...Ti Ripeto, con me non devi scusarti di niente. Per quanto io possa amarti sei libera di far quel che vuoi. Non sono come lui, ok? Non avere paura di me.» Mi riprese tra le sue braccia ed io mi asciugai le lacrime sentendo un tuffo al cuore.
Poi venni invasa dal suo profumo di menta e poggiai la fronte alla sua.
Mi baciò prendendomi in braccio e portandomi al piano di sopra.
«Domani dovremo alzarci presto per andare a sistemare casa tua» Disse tra un bacio e l'altro.
Scossi la testa.
«Vuoi...vuoi proprio che me ne vada eh» Farfugliai anche io.
Un angolo della sua bocca si alzò in un mezzo sorriso.
«No, passare la notte senza di te sarà bruttissimo, mi sentirò vuoto Occhioni, vuoto capisci?» Toccai i suoi muscoli che si contrassero facendomi sorridere.
«Abituati Thomas, ho una casa e non starò sempre con te» Lui si staccò da me e mise il broncio guardandomi dall'alto.
«Io ti aspetto, le notti penserò solo a te, al tuo viso, al tuo sorriso, ai tuoi baci.»
«Vivo ad un isolato da qui Thomas, non disperare.» Lui mi passò le dita sui i fianchi facendomi rabbrividire.
«Tanto so che non te ne andrai domani Occhioni, mi implorerai di restare.» Non risposi e mi limitai a sorridere.
Si sistemò di fianco a me e si girò una ciocca dei miei capelli tra le dita.
«Buonanotte Occhioni.» Lasciò andare la mia ciocca e mi diede un ultimo bacio prima di chiudere lentamente gli occhi.
Amavo guardarlo sereno e sapere che non era arrabbiato con me mi fece respirare.
Chiusi piano gli occhi e pensai di star facendo la cosa sbagliata, tutto era sbagliato. O forse avevo solo seguito il mio cuore.

Quando mi svegliai lui non c'era, al suo posto, adagiati sul letto c'erano dei girasoli e una lettera.
"Buongiorno Occhioni, scusa se non sono lì accanto a te a baciarti come si deve ma sono uscito prima apposta per prenderti questi girasoli.
Tu sei una ragazza da girasoli, i fiori più belli, grandi, splendenti. Per me sei questo. Ti amo scema. Thomas Murphy o meglio, quello che ritieni un criceto. Ti amo, di nuovo." La sua firma era seguita da un petalo di girasole ed una caramella.
Sentì un calore inondarmi il petto e sorridevo come una cretina.
Mi alzai piano dal letto e presi girasoli scendendo di sotto ancora in vestaglia.
Lo trovai seduto sul divano con un libro in mano e degli occhiali da lettura.
Strano che anche uno come lui, qualche volta, riesca a stare tranquillo.
Andai verso di lui con i girasoli in mano. Lui sentendomi chiuse il libro e si tolse gli occhiali.
«Buongiorno» Disse invitandomi a sedere con un gesto della mano, io mi misi a cavalcioni sulle sue gambe.
«Perché i girasoli?» Allargò le narici per annusare il profumo di quei fiori e rilassò le sopracciglia.
«Profumano tantissimo» Affermò poi vedendomi sorridere.
Di tanto in tanto mi dimenticavo fosse un ladro.
Mi prese il viso guardandomi sorridente e poi prese i girasoli.
«Sai che i girasoli sono i miei preferiti?»Disse.
«Vero?» Chiesi, mettendoglieli sopra la testa.
«Scusa se ti ho messo in mezzo a tutta questa storia Occhioni.» scrollai le spalle sorridendo.
«Non devi scusarti. Devi solo sperare che i pancake che hai preparato siano buoni e...ah, chi arriva ultimo lava tutti i piatti della giornata!» Dissi alzandomi e iniziando a correre verso la cucina seguita da Thomas.

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