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Stiles fece per tirarsi indietro, con gli occhi strizzati e le labbra contratte. In un attimo aveva visto il viso di Derek farsi terribilmente vicino, agile e veloce, e istintivamente aveva chiuso gli occhi, ma non spinto da quel romanticismo pullulante negli harmony rosa per adulti. Aveva chiuso gli occhi come reazione difensiva, come quando i giocatori della squadra di lacrosse del suo liceo, finiti gli allenamenti, si divertivano a proseguirli su di lui.

Aveva preso tante di quelle mazzate in faccia che ora, chiudere gli occhi quando qualcosa gli si avvicinava troppo e troppo velocemente, risultava istintivo e destabilizzante.

Era nello sguardo affilato di Derek, era nei suoi occhi che aveva scorto il riflesso di ciò che sarebbe accaduto. Aveva avuto paura e chiuso gli occhi.

Le labbra dell'uomo erano ancora sulle sue, prepotenti. Allora provò a scostarsi, ma l'altro non glielo permise, le sue mani forti gli trattennero la testa, agganciandolo per la nuca con le dita robuste.

A forza, Derek, si fece spazio tra le sue labbra con la lingua umida e grossa, pesante mentre profanava la bocca contratta di Stiles e la riempiva tutta, rischiando quasi di soffocarlo.

Le dita dell'uomo erano ancora fisse sulla sua nuca, mentre questi lo baciava con ingordigia, lo divorava, lo assaggiava studiandolo con la lingua; con le dita però, stringeva troppo forte, e gli faceva male.

Provò a opporsi, Stiles si divincolò e ribellò al volere di Derek, così come aveva fatto tanto assiduamente fino a quel momento, tentò di balbettare un "no" troppo leggero e impacciato per essere considerato; la lingua di Derek e le sue labbra carnose gli ostruivano la bocca, bloccando i suoni all'interno.

Le deboli lamentele del ragazzo vibrarono nella bocca dell'uomo e lì si spensero senza riguardo. Fu allora che Stiles sentì il bocca il sapore della saliva di Derek. Aprì gli occhi di scatto e li riflesse in quelli dell'uomo, immobili su di lui, sul suo viso rosso e imbarazzato, arrabbiato, ferito; non appena i loro sguardi si incrociarono le labbra di Derek premettero con più forza sopra quelle di Stiles, e soffocarono ogni protesta.

Mr Hale lo baciò con rabbia, brusco, feroce, senza ritegno, lo baciò perché voleva farlo, forse per possederlo, dominarlo, forse semplicemente per umiliarlo, lo fece mentre con le mani continuava a tenergli stretta la nuca, impedendogli ogni via di fuga.

Stiles poggiò le mani sul petto di Derek: era ampio e duro, rigido come di acciaio, ma era comunque percepibile la morbidezza della sua pelle e dei suoi muscoli. Gli toccò il petto, ma non per diletto, lo fece per provare ad allontanarlo da sé, ma l'altro interpretò male il suo gesto e lo credette avvinto dalla sua stessa passione. Così Derek approfondì il bacio e le loro labbra, malgrado la rabbia, si adattarono finalmente le une alle altre, calde, morbide, e sconosciute.

La lingua di Stiles, però, era ancora rigida. Derek, allora, fece scivolare una delle mani dalla nuca del ragazzo al suo collo, glielo accarezzò brevemente e poi prese a far scorrere le dita lungo il bordo del colletto della maglia. Lo fece per qualche secondo, giocando con lo scollo morbido, poi Stiles poggiò le mani sul suo viso, lo afferrò per guance ispide di barba, cercando di spingerlo via da sé, ma l'altro interpretò male il gesto persino quella volta.

Mentre il ragazzo percepiva distintamente il fiato caldo dell'uomo nella sua bocca, il sapore bagnato della sua saliva, questi torturò la sua lingua con la propria, prese a girarle intorno, con insistenza, determinazione, arroganza, finché non riuscì ad imprimerle il movimento.

Poi, d'un tratto, un rantolo sordo salì dal fondo della gola di Derek e vibrò nella bocca del ragazzino, l'uomo era sempre più eccitato e lentamente oscillava con l'inguine turgido contro una delle cosce di Stiles.

Baratto - STEREKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora