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Buongiorno e buona domenica. Ormai è ufficiale, al capitolo 90 ci sarà la CONFESSIONE da parte di Derek. Alleluja!!

Buona lettura!! ❤️

Grandi baci, Himes

88.

Il rapporto tra Stiles e Derek peggiorò in maniera disastrosa, dopo quella mattinata di accuse da brivido nessuno dei due intavolò più l'argomento. In effetti, non parlarono più.

Si salutavano a malapena, quelle rare volte che si incontravano. Mr Hale era incredibilmente abile a evitarlo, nonostante condividessero lo stesso appartamento e lo stesso ufficio.

Subito dopo il loro furioso litigio era ritornato a San Francisco, come aveva immaginato il più piccolo. E si era dato al silenzio stampa per quasi tre giorni.

Stiles non lo aveva mai cercato e non aveva obiettato neanche quando Derek era tornato, a sua insaputa, e lo aveva trovato a dormire sul divano. Era di ritorno da un'uscita con Theo, che era divenuto la sua unica distrazione.

Perché se non avesse mantenuto la mente occupata sarebbe impazzito.

Così, dopo quella volta, Mr Hale smise persino di condividere la camera da letto con lui. Se prima lo usava solo per scopare ora lo evitava come la peste, non degnandolo di un'occhiata, nemmeno di striscio.

Era bravo a ignorarlo e celare la propria presenza, un vero maestro. Stiles, a volte, dubitava che esistesse davvero. Si incontravano a malapena, erano sono piccoli dettagli che tradivano il passaggio di Derek nel loft: la disposizione diversa dei cuscini del divano, i mozziconi delle sigarette nel posacenere, la cesta dei panni sporchi riempita.

Il moro passava al loft ogni volta che sapeva che Stiles fosse impegnato o in università o in ospedale da suo padre. Il suo obiettivo era vederlo il meno possibile.

Il più piccolo si chiedeva, angosciato, a dove li avrebbe condotti quel comportamento. Aveva tentato di più volte di parlargli, di affrontare la questione, ma quello prendeva la giacca e usciva fuori dalla porta, per ritornare dopo tre o quattro giorni.

Per due settimane si protrasse quella lenta agonia, con il sangue a pulsare nel cuore ferito del più piccolo, a ogni fottuto battito.

Alla fine, giunse il giorno in cui Theo e Derek si incontrarono, era inevitabile che accadesse anche se Stiles aveva cercato di procrastinare il più lungo possibile.

Avrebbe voluto che quelle due parti della sua vita non si incontrassero mai, erano due opposti e sapeva che collidendo ne sarebbe stata generata un'onda d'urto così potente che lo avrebbe sbalzato lontano.

Accadde un pomeriggio qualunque, mentre lui e Theo erano seduti in caffetteria a ripassare gli appunti.

Stiles aveva una mano poggiata sul tavolo e il biondo la stava accarezzando piano, con la punta delle dita, senza approfondire troppo il contatto. Il suo tocco generava un formicolio piacevole per tutta la mano e tutto il braccio, che si spingeva fin dentro lo stomaco.

Erano due settimane che non veniva toccato, ne aveva bisogno. Era pur sempre un essere umano. Ed era insicuro, solo, ferito. Sentiva il bisogno di essere apprezzato.

"Sei bello", se ne uscì, d'un tratto, e non si morse la lingua per rimangiarsi tutto. Era stanco di trattenersi.

Theo era bello davvero, con i lineamenti perfetti, gli occhi azzurri e i morbidi capelli biondi. Erano morbidi come sembrava? Aveva voglia di toccarli e scoprirlo.

Il ragazzo interruppe la sua lettura e si voltò a guardarlo, con la fronte appena aggrottata.

"Speravo che te ne accorgessi", ridacchiò, rivolgendogli un sorriso sardonico. "Sei bello anche tu", disse subito dopo e le sue iridi si fecero liquide di bruciante desiderio. Calde. Bagnate. Immense.

Baratto - STEREKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora