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 Buonsalve e buona domenica! Finalmente escono dal letto! 😮🤭

Grazie a chi continua a seguire la storia, commentando e lasciando stelline, ma anche semplicemente leggendo❤️💋🫶 Grandi baci, Himes


Un improvviso bussare li distolse dalla loro pratica molto umida, si staccarono. 

Il giovane sorrise estasiato, automaticamente, e l'altro si passò la lingua sulle labbra per raccogliere il suo sapore.

"Deve essere la colazione in camera", borbottò il moro, sgusciando via da sotto le sue cosce. Stiles, sospirando pesantemente, si lasciò cadere con la schiena sul letto. 

Derek si alzò dal letto e si infilò frettolosamente i pantaloni della sera prima, andando ad aprire la porta. 

Stiles si sentì immediatamente geloso che lo facesse in quel modo, era a dir poco stupendo: con i capelli scompigliati, il torace nudo e quei pantaloni sottili che non lasciavano nulla all'immaginazione. Si morse forte la lingua, per non dire niente, era convinto che l'essere gelosi non rientrasse tra le sue prerogative.

Alla fine, Mr. Hale aprì la porta e il ragazzo sentì nettamente uno squittio sorpreso, e la risatina civettuola che seguì, sicuramente chi c'era dall'altra parte si stava godendo lo spettacolo.

Il fastidio di Stiles aumentò in maniera esponenziale, affondò la faccia nel cuscino per evitare di urlare.
Dopo un tempo infinitamente lungo, l'uomo ringraziò la cameriera e rientrò in camera, con un grande vassoio d'ottone tra le mani, ricco di ogni ben di dio. Lo stomaco del giovane Stilinski ruggì per la fame e per un momento dimenticò la sua irritazione. 

Si tirò su a sedere, e una seconda fitta lo fece sibilare di dolore. Avrebbe dovuto stare più attento nei movimenti. Il fastidio tra le natiche gli ricordò della nottata di passione passata insieme e fece sorgere una domanda spontanea sulle sue labbra: "Tu come sei stato?", chiese, con voce tremante, aveva paura della risposta. 

Aveva paura che Derek mentisse, dicendo che era stato bene quando non era così. Aveva ancora più paura che Derek non mentisse, dicendo che non era stato nulla di speciale.

Il moro si voltò verso di lui, lo guardò con un sopracciglio inarcato, quasi con disappunto. "Non c'è bisogno che tu me lo chieda. Dovresti averlo capito", rispose, evasivo, senza esporsi troppo. Poi si avvicinò alla porta finestra e l'aprì con una mano sola, mentre con l'altra teneva il vassoio in equilibrio. 

Il giovane Stilinski lo guardò incuriosito, chiedendosi come riuscisse a farlo. Hale uscì sul terrazzo e poggiò la loro colazione sul tavolo illuminato pigramente dai raggi solari. 

Quando tornò in stanza incontrò il suo sguardo torvo. La risposta che gli aveva dato non gli era piaciuta affatto. Probabilmente fare sesso con lui non era stato granché, ma era troppo educato per dirglielo chiaramente. 

Stiles provò, d'un tratto, la necessità di coprirsi. Non riusciva a sostenere lo sguardo dell'altro mostrando il suo mediocre corpo nudo.

"Anche tu avresti dovuto capirlo. Però me lo hai chiesto ugualmente", sibilò, sarcastico, schioccando la lingua contro il palato. Si coprì con il lenzuolo fino sotto il mento, stizzito.

Derek gli rivolse una delle sue occhiate strane, intense, in grado da fargli tremare le gambe e ora anche le viscere. "Mi hai fatto perdere il controllo. E io non perdo mai il controllo".

A quel punto Stiles riprese a respirare, finalmente, e il suo viso si aprì in un grande sorriso malizioso. "Mi piace sapere di avere questo ascendente su di te", sogghignò, scoprendosi un po'. 

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