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Note d'Autrice: buonsalve e buon sabato! Capitolo abbastanza lungo, se apprezzate mettete una stellina. Grazie e buona lettura!

XOXO

Himes 

Il giorno dopo si recò alla Hale Enterprises Holdings Inc, Stiles rimase sorpreso del modo cordiale e misurato con il quale fu accolto alla reception, credeva che Derek avesse dato ordine di bandirlo da tutto il palazzo. Invece non l'aveva fatto, forse perché in fondo non era così furioso con lui o forse perché non si aspettava di vederlo tornare. Dopo il loro ultimo incontro ed il modo in cui si erano "salutati" di certo Derek non si aspettava di veder tornare Stiles con un modulo da tirocinante tra le mani. Forse, il giorno prima, a Parrish non aveva mentito del tutto. In fondo fare da tirocinante nell'azienda di Derek sarebbe stato un buon aggancio, un'ottima copertura, anche se temeva che all'uomo non interessassero quel tipo di sue dotiprofessionali. A dispetto dei suoi peggiori propositi, non appena la receptionist annunciò il suo nome all'ufficio del direttore, ebbe il permesso di salire e raggiungerlo.
Arrivò sul piano dell'ufficio di Mr. Hale e gli bastò raggiungere la porta per sentirsi dire "Avanti" senza nemmeno il bisogno di bussare. Con il cuore che batteva freneticamente per uno svariato corteo di motivazioni: nervosismo, timore, emozioni, imbarazzo... Stiles entrò, prima socchiuse delicatamente la porta e poi l'aprì quel tanto che bastava per farvi entrare la sua esile figura.
Quando si voltò scorse la figura imponente di Derek seduta elegantemente sulla poltrona dietro la sua scrivania, il profilo dell'uomo appariva prepotente al suo sguardo non solo per la sua perfezione nelle fattezze, bensì per il taglio del completo color vinaccia che indossava, che faceva da contrasto con lo scuro dei capelli e della camicia nera sotto la giacca. Ovunque guardasse non vedeva che Derek. Era impossibile distogliere lo sguardo da lui e Stiles non provò nemmeno a farlo. Il cuore batteva veloce e furioso come le ali di un colibrì nel suo petto, la sua bocca si seccò all'istante, non appena lo vide. Guardò Derek negli occhi, quasi smanioso di avvertire quella fastidioso stretta allo stomaco che lo prendeva ogni volta che i loro sguardi si incrociavano, e quando Stiles intrecciò le sue iridi a quelle dell'uomo non vi scorse nessuna forma di stupore, di sorpresa o meraviglia. Derek non era affatto colpito di vederlo lì e non sembrava nemmeno particolarmente offeso, semplicemente lo guardava con la sua consueta espressione indecifrabile. L'atmosfera era tesa, la tensione che saturava l'aria nella stanza era palpabile. All'interno dell'ufficio primeggiava una calma inquietante, quasi anomala, come la calma prima della tempesta. Eppure sembrava quasi che Derek lo stesse aspettando. Forse era così. In fondo era stato davvero facile raggiungerlo, troppo facile. Ricordava bene l'impresa che aveva dovuto compiere la prima volta che aveva tentato di farsi ricevere nel suo ufficio, mentre ora...
A quel punto le guance gli ribollirono di calore, per la vergogna e la rabbia, si era dimostrato così maledettamente prevedibile! Continuando in quel modo, con Derek che era sempre un passo davanti a lui, non sarebbe mai riuscito nel suo intento, non lo avrebbe mai compromesso davvero. La frustrazione prevalse su tutto il resto, persino sulla sensazione di curioso sollievo che aveva provato nel rivedere Derek dopo diversi giorni.
Erano passati diversi minuti e non si erano ancora detti nulla.
Derek fu il primo a parlare: "Spogliati", gli disse semplicemente, assottigliando le palpebre mentre scrutava la sua reazione.
Il ragazzo boccheggiò, sorpreso e senza parole. Derek non gli aveva chiesto nulla e non gli aveva detto nulla, non lo aveva rimproverato per il modo in cui lo aveva schiaffeggiato l'ultima volta che si erano visti, non gli aveva sputato addosso tutto il suo veleno. Gli aveva solamente chiesto di spogliarsi, in fondo era quello che voleva da lui, lo voleva fin dall'inizio e Stiles sapeva che recandosi lì, implicitamente, aveva accettato di essere la sua puttana. Comunque, si sentì grato nei confronti di Derek, perché gli aveva subito chiesto di spogliarsi e non aveva infierito sul motivo della sua visita. Perché se Derek avesse voluto avrebbe potuto umiliarlo, costringerlo a supplicarlo di comprarlo, di scoparlo, e di pagarlo. Invece Derek aveva mostrato rispetto per la sua dignità di essere umano, come mai prima di quel momento.
Così, non obiettò – perché di certo non era nella posizione per poterlo fare – e con mani tremanti si tolse la giacca di jeans, facendola scivolare lungo la braccia fino a farla cadere a terra con un tonfo sordo. Era così sopraffatto dalle emozioni che non ebbe nemmeno la premura di raccoglierla dal pavimento, perché se si fosse piegato non era certo che sarebbe riuscito a rialzarsi. La testa gli girava vorticosamente, se non si fosse calmato avrebbe rischiato di collassare nell'ufficio di Derek e quello sarebbe stato davvero poco eccitante, a meno che Derek non fosse stato un patito della necrofilia. Ma accantonò quel pensiero distorto e proseguì oltre, togliendosi il dolcevita color grigio fumo. Le sue mani esitarono, nel sollevare la maglia sopra l'addome, perché era la prima volta che Derek lo vedeva senza vestiti. Era la prima volta che un qualunque uomo lo vedeva senza vestiti e lui era davvero sul punto di un collasso.
La faccia gli esplose di calore, per la vergogna ed il timore soprattutto, il timore di non essere all'altezza, di non essere abbastanza bello per Derek. L'uomo aveva un fisico perfetto e ciò si evinceva persino con i vestiti indosso, Stiles sapeva che Derek, nudo, era da far girare la testa. Provò a non pensarci, a non pensare a Mr. Hale completamente nudo e completamente eccitato per lui, perché avrebbe dovuto essere offeso, oltraggiato, risentito per la situazione degradante nella quale si era ritrovato, e non con un'erezione incipiente nelle mutande. Chissà cosa avrebbe pensato di lui Derek quando se ne fosse accorto... forse lo avrebbe semplicemente piegato a novanta sulla sua scrivania ed avrebbe carpito così la sua verginità, tirando appena fuori l'uccello dal suo costosissimo completo di Giorgio Armani. A quel pensiero il suo corpo ebbe un fremito. Un fremito di... piacere.
Prese coraggio e tolse la maglia. Il candore del suo corpo riflesse negli occhi di Derek che lo esaminava in maniera minuziosa, con una luce imperscrutabile. Chissà cosa vedeva ora in lui... Derek indugiò qualche secondo sulla linea sottile dei suoi addominali e sulle spigolosità dei suoi fianchi, poi quello sguardo torrido e oscuro risalì lungo il suo sterno, soffermandosi sui suoi piccoli capezzoli rosei come una languida carezza. I suoi capezzoli, seppur sfiorati solo con lo sguardo, inturgidirono. Derek lo notò e un angolo della sua bocca si arricciò in un sorriso compiaciuto, nonostante stesse cercando di mascherare le sue emozioni era evidente che stesse gradendo lo spettacolo. Fu quella consapevolezza, quell'iniezione di brio nella sua autostima, che fece allargare le braccia a Stiles, in modo che Derek potesse osservarlo meglio.
"Anche i pantaloni", ribadì Mr. Hale, facendo scendere il suo sguardo all'altezza della sua patta testa. La forma del membro duro di Stiles si intravedeva da sopra i jeans. Con un sonoro click Stiles aprì la lunga fila di bottoncini automatici che gli teneva fermo l'uccello e si calò pigramente i jeans lungo le cosce. Il suo corpo quasi completamente glabro, ora, era esposto in maniera totale agli occhi di Derek. Che lo scrutò da capo a piedi più di una volta, come se non fosse mai sazio di lui. Di guardarlo. Ammirarlo.
Poi, con le mani tremanti, Stiles agganciò l'orlo dei boxer e fece per abbassarli, e non sarebbe stato facile perché la sua erezione tendeva il tessuto tutto da un lato. Derek, infatti, teneva gli occhi fissi in quel punto, e più quello lo guardava più la sua eccitazione prendeva fuoco.
"Fermo", lo bloccò l'uomo e Stiles ne rimase sorpreso, pensava che Derek lo volesse completamente nudo per poterlo fottere, finalmente. Dopo tante perizie gli si stava concedendo spontaneamente, credeva che Derek ne avrebbe approfittato. Ma forse l'uomo non era prevedile come credeva. "Quelle tienile", ribadì, come se non fosse chiaro il concetto. Poi Derek si umettò le labbra con la punta della lingua e si tirò indietro con la poltrona, allontanandosi di circa mezzo metro dalla scrivania. "Adesso inginocchiati. Qui davanti a me", gli ordinò, con tono talmente autoritario da far arrossire Stiles per la vergogna e l'eccitazione, ma c'era anche un latente sentore di stizza che vibrava dentro di lui. In fondo si sentiva pur sempre trattato come un oggetto...
"Inginocchiati!", sibilò Derek, socchiudendo gli occhi in maniera quasi minacciosa, il suo tono era satura di impazienza. Anche lui si stava lasciando trasportare dalle emozioni, e più abbassava la guardia più i suoi desideri, i suoi pensieri, erano evidenti.
In maniera silenziosa Stiles si inginocchiò, seminudo, di fronte Mr. Hale. Le sue mutande tiravano per l'eccitazione ed il suo stomaco si contorceva in maniera quasi dolorosa. C'era, tuttavia, una parte di lui che avrebbe voluto sbraitare oltraggiata e andarsene, ma non poteva farlo. Così Stiles cercò di non lasciarsi sopraffare dall'emozioni, dall'amor proprio, dall'orgoglio, e pensò a suo padre, e pensò a Scott. Pensò che lo stava facendo per loro. Pensò che doveva farlo per loro. E lo fece.
Rimase in quella posizione per qualche minuto, inginocchiato e vulnerabile, in attesa che Derek proferisse un nuovo ordine. Ma non lo fece. Lo guardò negli occhi, silenzioso, ed il suo sguardo verde gli frugò nell'anima. E Stiles si sentì esposto in una maniera quasi vergognosa, si sentì completamente nudo a quello sguardo, più di quanto non fosse in realtà.
Derek allargò le gambe e lo guardò in maniera piuttosto allusiva. Voleva che gli succhiasse l'uccello. Il ragazzo fu preso dal panico, non l'aveva mai fatto e non sapeva nemmeno da che porte cominciare. Ma Derek era lì e lo guardava con insistenza. Così Stiles distolse lo sguardo dai suoi occhi e li posò sul suo pacco, sotto il tessuto teso del completo intravedeva l'uccello di Derek in visibilio per lui. Era riuscito a farlo eccitare semplicemente guardandolo spogliarsi. Forse era sbagliato, ma in qualche modo Stiles riuscì a sentirsene soddisfatto. Lui, nella sua completa anonimità, era riuscito a far eccitare un uomo simile. Che avrebbe potuto avere qualunque ragazzo sulla terra senza nemmeno il bisogno di pagarlo, semplicemente schioccando le dita. perché era terribilmente bello e ben piazzato – da come poteva notare – che nessuno avrebbe mai potuto rifiutarlo. Ed invece no, per una ragione a lui sconosciuta Derek voleva lui e voleva pagarlo.
A quel punto Stiles strisciò sul pavimento, provando ad infilarsi tra le gambe di Derek, ma quello improvvisamente le chiuse, serrandole. E fu un gesto inaspettato, Stiles non capì il motivo di quel gesto, non capì perché Derek lo avesse fermato prima che terminasse il suo lavoro, finché Mr. Hale parlò e disse: "Adesso, Stiles... Anche tu hai un prezzo".

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