76.
Parrish si adombrò e un velo scuro discese sui suoi occhi cerulei. "Ho notato. Hai la scorta ogni secondo della giornata", borbottò, seccato, senza celare il proprio fastidio.
Stiles esibì un sorriso imbarazzato e si grattò la nuca in maniera nervosa. Lì dove gli sembrava di percepire lo sguardo di fuoco di Ethan fondergli le vertebre cervicali. Cazzo. E se fosse entrato e se avesse preso di petto il vicesceriffo? Perché non gliene andava bene una? Perché la fila era così lenta?
"Derek è solo molto apprensivo", farfugliò, cercando di contenere il tremore nella propria voce.
Jordan si accigliò e inarcò un sopracciglio, quasi scettico. "Derek, eh?".
Stiles rimase in silenzio. Con lo sguardo basso e colpevole.
Forse si era lasciato sfuggire troppo, anche se il vicesceriffo sapeva che andasse a letto con Mr Hale. Lo sapeva tutto il globo, probabilmente. Visto il loro bacio da copertina.
"Perché non mi hai più chiamato?", lo incalzò il biondo, aggrottando appena la fronte. Il suo tono era esitante, speranzoso e tradiva una certa agitazione.
Il più piccolo sollevò lo sguardo su di lui, sorpreso, e si mordicchiò l'interno di una guancia. "Mmh?".
"Per uscire. Credevo che ci fossimo avvicinati al gala", bofonchiò Parrish, stringendosi nelle spalle. Ora sembrava lui quello imbarazzato.
Il ragazzino si sentì arrossire ed esitò, il tempo di un battito o due. "Oh... ecco io... ero molto su di giri quella sera, mi spiace se... se ho avuto un atteggiamento inappropriato", farfugliò, paonazzo e un po' sudato.
Si asciugò in maniera nevrotica i palmi sui pantaloni, all'altezza delle cosce, e il vicesceriffo seguì quel movimento con un'occhiata interessata. Si perse in un lungo sguardo di apprezzamento alle sue cosce lunghe fasciate nei jeans aderenti poi, dopo un tempo infinito, riportò gli occhi sulla sua faccia e lo inchiodò gelido.
"Capisco. Mi hai usato per far ingelosire quel pallone gonfiato", ringhiò, stizzito, tramortendolo con il suo forte sottotono d'accusa.
Stiles si passò una mano tra i capelli, ormai in fibrillazione, e si torturò un labbro con nervosismo.
Il suo stomaco si strinse in seguito a una strana sensazione. Aveva ragione. Si era comportato in maniera davvero meschina. Si era approfittato dell'interesse che il vicesceriffo nutriva per lui solo per provocare Derek che aveva fatto il cascamorto con Jennifer.
Come avrebbe potuto giustificarsi?
"Parrish io...".
"Jordan", lo riprese quello, con ostinata determinazione.
"Ehm", balbettò lui, incapace di dire altro. A quel punto, si ritrovò a pregare che Ethan entrasse e ponesse fine a quell'agonia.
Finalmente, fu qualcun altro a intervenire. Proprio nel momento in cui giunse il turno di Stiles di fare la propria ordinazione.
Era una donna, sulla quarantina, abbastanza piccola e minuta, con lunghi capelli biondo scuro e luminosi occhi azzurri. Era di bell'aspetto ma sembrava molto tormentata, con abiti umili e dismessi, e due profonde occhiaie che le cerchiavano gli incavi degli occhi. C'erano delle rughe profonde che le solcavano il viso all'altezza della fronte e delle guance, più che segni del tempo sembravano tracce di dolore e sofferenza, di preoccupazione e dolore.
Parrish la riconobbe all'istante perché assunse un'espressione intensamente infastidita e sbuffò, roteando gli occhi.
Stiles si avvicinò al bancone per ordinare ma con un orecchio cercò di seguire il loro scambio di battute.
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Baratto - STEREK
FanfictionSterek AU. Stiles e Derek non si conosco. Il primo ha bisogno di soldi per curare il padre in coma farmacologico. Il secondo glieli offre, ma a una condizione. Il suo corpo in cambio dei soldi. Dal capitolo I: "Comunque, come le stavo dicendo, so c...