Buon sabato a tutti!
Ho due annunci da fare:
il primo è la dedica di questo capitolo che va alla persona che, quasi sempre, è la prima a lasciare a stellina ogni volta che pubblico monster12. Posso dire solo... grazie!
Il secondo è che, contrariamente a quanto detto nell'altro capitolo, non ci sarà smut in questo. Qualche strusciatina ma ancora niente smuttra (adoro questo termine) che abbonderà nel prossimo. Credo che sarà un capitolo totalmente VM18.
In questo, purtroppo o per fortuna, hanno deciso di parlare e non di scopare (per una volta).
Buona lettura!
Grandi baci.
-Himes
Amore è un fumo levato col fiato dei sospiri;
purgato, è fuoco scintillante negli occhi degli amanti;
turbato, un mare alimentato dalle loro lacrime.
Che altro è esso?
Una follia discreta quanto mai,
fiele che strangola e dolcezza che sana.
- William Shakespeare, Romeo e Giulietta, [Romeo: atto I, scena I]
97.
Derek lanciò un'occhiata in tralice agli spettatori sul divano. "Andatevene", ruggì, risoluto e minaccioso, facendo brillare gli occhi di rosso. "Erica, riportarli a San Francisco", aggiunse, in un chiaro ordine da capobranco.
Stiles cercò di ignorare il brivido che gli contrasse il bassoventre nel sentirlo usare quel tono così autoritario, così da daddy, e ignorò anche il tremito successivo al pensiero che se i cuccioli se ne fossero andati lui e Mr Hale sarebbero rimasti soli. Nel loft in cui avevano convissuto per mesi.
Ovunque posasse lo sguardo si rivedeva legato da qualche parte, con la testa reclinata e gli occhi rovesciati dal piacere, le cosce spalancante mentre l'altro vi affondava nel mezzo. Fremette ancora. Pessima mossa da azzardare in compagnia di sei licantropi dai sensi particolarmente empatici. Avrebbero fiutato la sua nostalgica eccitazione in pochi secondi.
Si impose di darsi un minimo di contegno. Che diamine!
Erica arricciò la punta del naso perfetto in una smorfia contrariata, rimanendo ugualmente bellissima e irraggiungibile. "Ma ho appena fatto i pop-corn!", protestò, imbronciata.
Il moro si voltò a guardarla e la incenerì con un'occhiata cupa e rosso sangue. "Ho detto...", esordì, con un ringhio soffocato e rabbioso.
"Falli restare", si intromise Stiles, ostentando un coraggio che non possedeva. In realtà, non smaniava dalla voglia di lavare i propri panni sporchi in pubblico ma si sentiva – in qualche modo – rassicurato dalla loro presenza. Sapere che ci fosse Scott a guardarlo gli avrebbe impedito di crollare in ginocchio tra le gambe di Derek e succhiargli il cazzo se solo glielo avesse ordinato.
L'Alpha si voltò a guardarlo sconcertato, sorpreso dalla sua mossa, poi socchiuse le palpebre, diffidente. Come se stesse cercando di estrapolarne il motivo. Era così difficile da capire perché non voleva che restassero soli? Perché con lui Stiles si sentiva vulnerabile, patetico e umano.
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Baratto - STEREK
FanfictionSterek AU. Stiles e Derek non si conosco. Il primo ha bisogno di soldi per curare il padre in coma farmacologico. Il secondo glieli offre, ma a una condizione. Il suo corpo in cambio dei soldi. Dal capitolo I: "Comunque, come le stavo dicendo, so c...