58. POV DEREK

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Ultimo capitolo POV DEREK. Probabilmente ce ne sarà qualcun altro più avanti 🥰🤭🫶

Cominciò a seguire Stiles, silenziosamente, nei due mesi successivi. Senza mai avvicinarsi a lui. Stargli vicino era pericoloso, avrebbe rischiato costantemente di abbassare la guardia. Di esporsi troppo e non poteva permetterselo.

In quei due mesi la condizione del giovane Stilinski era peggiorata vertiginosamente: il padre era andato in coma in seguito a un'ischemia cerebrale e il ragazzino si era ritrovato da solo e con pesanti problemi di soldi. Derek fu subito tentato di aiutarlo. 

Come fare, però? Non poteva andare da lui, presentarsi e dargli oltre mezzo milione di dollari. Più passava il tempo e più il licantropo si sentiva frustrato. Combatteva strenuamente con il suo lupo interiore, che gli intimava di andare da quel delizioso ragazzino umano e di consolarlo. Di prendersi cura di lui. Combatteva tra la voglia di stargli il più lontano possibile e quella di possederlo, in tutti i modi e le posizioni possibili.

Andava a Beacon Hills ogni settimana, studiava il ragazzino per un paio di giorni, e poi tornava a San Francisco per riferire tutto a Scott. Ciò che non aveva messo in conto, era il male fisico che gli avrebbe recato incontrare il suo Compagno e non marchiarlo. 

Il dolore e il fastidio diventavano sempre più insopportabili, settimana dopo settimana. Avvertiva la costante sensazione di essere privato di una parte di sé. Più doloroso di perdere un arto. Più macerante di perdere un organo. Persino più atroce di perdere un un famigliare. Perché nulla era eguagliabile al perdere sé stessi.

Come avrebbe potuto vivere una vita intera in quel modo? Provando il morbo costante di quella incontrastabile sofferenza?

Andò furioso al loft di Peter.

"Tu lo sapevi!", ruggì, minaccioso e già mezzo trasformato, irrompendo dalla porta d'ingresso.

Hale Senior inarcò un sopracciglio, scettico. "Cosa?".

Derek urlò per la frustrazione e si coprì la faccia con le mani artigliate. "Che sarei stato male, dopo averlo incontrato", uggiolò, frastornato e sofferente, da quando era stato colpito dall'imprinting la sua ancora era mutata. Ed era sempre più difficile riuscire a controllare la trasformazione. 

Fino ad allora la sua ancora era sempre stata la rabbia. Ma ora sospettava che fosse Stiles. Ed era probabile che lo fosse. Era il suo Compagno ed era umano. Anche se Derek si rifiutava di ammettere che potesse essere proprio lui la sua nuova ancora.

Peter dischiuse le labbra in un ampio sorriso trionfante. "Sapevo che lo saresti stato solo se lui fosse stato effettivamente il tuo Compagno. A giudicare dal tuo aspetto di merda, beh, lo è. Vero?", lo stuzzicò, senza sforzarsi di nascondere la nota compiaciuta di cui la sua voce era intrisa.

"Sì! Soddisfatto?", ringhiò Derek, sempre più esasperato e dolorante.

"In realtà sono deluso da te, nipote! Sono due mesi che hai incontrato la tua soulmate e ancora non ti sei dichiarato", borbottò lo zio, sbuffando, mentre lo occhieggiava contrariato e scuoteva la testa con disappunto.

"Non lo farò mai. Non lo condannerò a un'esistenza di merda accanto a me!", ribatté il moro, risoluto, inchiodandolo con i suoi inquietanti occhi rossi.

Peter non diede mostra di sentirsi intimorito dal suo sguardo omicida e lo fissò duramente nelle iridi, sostenendo la sua occhiata truce come se lo stesse sfidando. "Starai male. Sempre di più. Come farai quando si troverà qualcuno?", lo stuzzicò, perfido e letale, colpendo un nervo scoperto.

Baratto - STEREKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora