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Helen Pov

Abbie era corsa a parlare con due persone che non conoscevo. Mi aveva lasciato lì da sola, avrei potuto raggiungerla ma sarei stata di troppo.
Il numero di ragazze che avevano passato l'esame per entrare all'accademia erano veramente poche, così a vista avrei detto che al massimo eravamo una decina.

Oboro:"Helen"
H:"ah? Oboro che ci fai qui? Non eri di turno stamattina?"
Oboro:"e perdermi il tuo arrivo in accademia? No scordatelo e poi..."
H:"e poi?"
Oboro:"dov'è Abbie?"
H:"sta parlando con delle persone, credo siano delle sue conoscenze di prima che si trasferisse"
Oboro:"capisco, sei nervosa?"
H:"un po' si, speravo ci fossero più donne onestamente"
Oboro:"quest'anno c'è ne sono pure più degli anni scorsi, hai l'elenco degli insegnanti?"
H:"si e ci sei anche tu"
Oboro:"mi ha convinto Aizawa"
H:"fingerò di crederci, tra l'altro ho anche lui come insegnante"

Arrivarono altre cinque persone prima che il preside dell'accademia facesse il suo discorso e che ci invitasse a diventare tutti ottimi poliziotti. Mezz'ora dopo io, Abbie e altre due ragazze stavamo sistemando le nostre cose negli armadi. Le camere erano formate da quattro letti e quattro armadi a due ante dove all'interno cerano già delle tute con lo stemma della polizia giapponese.
La prima a parlare fu la più bassa delle due, aveva lunghi capelli neri mossi tenuti fermi da una coda di cavallo.

??:"ma come faccio a stipare tutte queste cose in un armadio così piccolo?"
A:"bella domanda, io sto giocando a tetris per riuscirci ad infilare tutto"
H:"io speravo di avere almeno il posto per un po' di cibo"
A:"tu pensi solo al cibo"
G:"io mi chiamo Genny comunque, voi?"
H:"Helen"
A:"Abbiegale, ma tutti mi chiamano Abbie"
Is:"io sono Isabel"

Aveva lunghi capelli castani con qualche ciocca rossa, residui di una vecchia tinta, era una bella ragazza e sul momento mi chiesi che ci facesse in un'accademia una come lei. Ogni tanto si sistemava una ciocca dietro l'orecchio e nonostante rifacesse la coda: quel ciuffo rimaneva lì costringendola a spostarlo.

A:"per fortuna oggi non ci sono lezioni"
H:"iniziano domani però"
G:"siete agitate?"
Is:"io un po' si, voi no?"
G:"io un sacco! Poi dei ragazzi con cui ho parlato mi hanno detto che gli insegnanti sono severi"
H:"Oboro Shirakumo non lo è"
Is:"lo conosci?"
H:"è mio fratello maggiore, dice che è stato "convinto da un collega a fare da istruttore", ma, credo sia solo per tenerci d'occhio"
A:"siamo cugine e io vivo con loro"
G:"quindi conoscerai gran parte dei nostri insegnanti?"
H:"alcuni sono suoi colleghi, come Aizawa Shota, che è un po', particolare"
A:"Sorahiko Torino lo abbiamo visto una volta e ci ha fatto paura"
Is:"e Izuku Midoriya?"
H:"mai sentito"
A:"cosa insegna?"
G:"da quanto dice il programma, difesa personale"

Dopo aver sistemato tutti i nostri effetti personali non avendo granché da fare decidemmo di uscire dalla camera e fare un giro per l'accademia e vedere dove si trovavano le varie aule. Almeno, quello era il nostro intento, riuscimmo però a perderci almeno la metà delle volte e riuscivamo a trovare le aule chiedendo indicazioni a dei compagni più grandi di noi.

A:"ma siamo in un labirinto?"
Is:"bhe almeno abbiamo trovato l'aula in cui avremo la prima lezione domani mattina"
G:"riusciremo a tornarci?"
H:"in teoria si?"
A:"in teoria"
??:"ehy Abbie! Che fai in giro per l'accademia?"
A:"stavamo guardando dove si trovassero le aule, tu Toshi?"

Era lo stesso ragazzo con cui stava parlando fuori dall'Accademia. Non l'avevo mai visto prima ma ne avevo sentito parlare, anche perché Abbie quando venne ad abitare con noi non parlava di nessun altro se non di Toshi e della sua famiglia. Parlarono per cinque minuti buoni ignorando me, Isabel e Genny. Se ce ne fossimo andate non se ne sarebbero nemmeno accorti.

T:"quindi saremo nella stessa classe"
A:"già"
T:"ora sarà meglio che torni in camera, dovevo portare dell'acqua ai miei compagni di stanza, ci vediamo"
A:"certo, a domani"

Appena Toshinori fu abbastanza lontano fu difficile non fare notare ad Abbie come ci avesse snobbato mentre parlava con lui. Da bambina avevo notato quanto lei tenesse a lui e quanto fosse importante. Probabilmente, anche se erano passati anni dall'ultimo loro incontro, quei sentimenti d'affetto non erano svaniti. Per tornare in camera ci mettemmo mezz'ora, prima o poi avremmo imparato i vari corridoi, ma non era quello il giorno.

G:"io ho sete, voi avete dell'acqua?"
A:"no, voi?"
Is:"nemmeno"
H:"ho visto delle macchinette in fondo al corridoio, vado a prenderle?"
Is:"davvero lo faresti?"
H:"ho fame"
A:"strano, non hai portato mezza dispensa da casa?"
H:"non ho il cioccolato"
Is:"naturale"
G:"anche a me naturale"
H:"Abbie?"
A:"coca cola"

Presi il portafoglio ed uscì dalla camera. Nei corridoi c'era un sacco di gente che cercava la camera o che faceva amicizia. Era una situazione surreale, questo perché dovevo continuare ad evitare persone e borsoni. Avevo raggiunto le macchinette quando finì contro qualcuno e con il culo per terra.

??:"oddio scusa! Non volevo, stai bene?"
H:"s-si"

Il ragazzo contro cui avevo sbattuto indossava la divisa da poliziotto, aveva dei capelli verdi mossi, sembravano un cespuglio, ma ciò che mi colpì più di tutto furono gli occhi verde smeraldo. Mi aiutò a rialzarmi controllando pure se non mi fossi fatta male.

??:"dovevi andare alle macchinette?"
H:"si"
??:"cosa? Pago io"
H:"eh?! Ma no! Perché dovrebbe?"
??:"perché ti ho fatto cadere, dai cosa devi prendere?"
H:"tre bottiglie d'acqua naturale, una coca cola e cioccolato"
??:"devi prendere per tutte le compagne di stanza?"
H:"si ahahah"
??:"sei iscritta all'accademia?"
H:"si"
??:"potresti essere una mia allieva allora"
H:"eh? Insegna qui?"
D:"Izuku, Izuku Midoriya, insegnerò difesa personale"
H:"ah, io sono Helen Shirakumo"
D:"Shirakumo?"
H:"Oboro Shirakumo è mio fratello."

Pagò davvero le cose che dovevo prendere alle macchinette e questa cosa mi mise in imbarazzo, infondo era colpa mia se ero caduta per terra. Lo ringraziai non so bene quante volte tant'è che fu lui a dirmi di smetterla.

D:"ci vediamo in palestra allora"
H:"va bene"
D:"ciao allora"
H:"s-si ciao"

Tornare in camera fu un impresa quasi impossibile, tanto quanto arrivare alle macchinette, se non peggio visto che non avevo le mani libere. Non capivo però come fosse possibile che il ragazzo che avevo conosciuto potesse insegnare difesa personale, era la metà di Toshi. Ancora non sapevo, che non avrei dovuto minimamente sottovalutarlo.

Fine capitolo 2
Al prossimo capitolo~

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