47.

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Abbie Pov

Era inizio febbraio quando finalmente potei tornare al lavoro. Tomura divenne, come Eri, la mascotte della centrale. Durante i turni lo lasciavo o con Helen o con Himawari. Entrambe ben contente di tenerselo tutto il giorno. Quel giorno lo lasciai con Helen. Che durante la mattinata mi aveva mandato delle foto dei bambini sdraiati uno accanto all'altro che si tenevano la manina.

Is:"Ve li ruberò"
A:"no! E poi come faccio senza tomura?"
D:"nel dubbio, dormi"
K:"AH! La mocciosa non ti lascia dormire?"
D:"ha due mesi, che dorma più di due ore, è un miracolo"
A:"Tomura dorme sempre tutta notte"
Nana:"tu avevi ancora tre mesi di maternità o sbaglio?"
A:"si, per questo lavoro solo quattro giorni a settimana, ma avevo bisogno di lavorare, ero stanca di stare ferma"

Due ore dopo dall'inizio del turno, uscì di pattuglia insieme ad Elise. Era da un sacco di tempo che non succedeva. A dir la verità speravo di uscire, anche perché Toshi si era buttato in uno dei suoi ragionamenti senza senso o contesto e il povero Izuku doveva stare lì ad ascoltarlo. Anche se lui mi sembrava più di là che di qua per riuscire a comprendere ciò che Toshi diceva.

A:"siamo salve"
Elise:"dai ragionamenti di Toshi? Si, anche se a volte Diego..."
A:"Diego? Il tuo ragazzo?"
Elise:"si, a volte ragiona come Toshi, sono molto simili"
A:"ma Diego sta in america no?"
Elise:"ora è ad Osaka, ha deciso di trasferirsi in Giappone"
A:"ooh e lo vai a trovare più spesso?"
Elise:"si assolutamente, adesso sta aspettando di essere spostato qui a Tokyo"
A:"finalmente potremmo conoscerlo"
Elise:"si, conoscerete l'americano con nome italo-spagnolo"
A:"e vive in Giappone, ha una crisi d'identità?"
Elise:"probabile, piuttosto Toshi? Sbaglio o da quando è nato Tomura..."
A:"mi sta fin troppo appiccicato? Si"
Elise:"e non ti chiedi perché?"
A:"e che ne so"
Elise:"dai non puoi averlo notato"
A:"cosa?"
Elise:"della sua, invisibile, assolutamente, impercettibile, cotta per te"
A:"come?! Elise ma per favore, mi vuole bene, questo si, ma non è di romantico, e mi starà appiccicato perché glielo avrà detto Oboro, quei due combuttano per non lasciarmi mai sola"
Elise:"ok"

Lo squillo del mio cellulare fece sobbalzare entrambe. Avevo dimenticato di abbassare il volume della suoneria. Sapevo già chi fosse: o Helen che mi diceva qualcosa di tomura o Oboro che mi chiedeva come stessi. Presi il telefono pronta a mettere giù quando vidi che, chi mi chiamava era Anna, la sorella di Toshi.

A:"pronto? Anna che succede?"
Anna:"ho paura, papà, papà è tornato a casa e ha cominciato ad urlare contro la mamma"
A:"come?! Dove sei ora? Sei al sicuro?"

Di sottofondo potevo sentire delle voci gridare. E purtroppo le riconoscevo entrambe. Almeno Anna sembrava lontano da quella situazione. Strinsi il telefono come se servisse a qualcosa. Ero preoccupata e nervosa.

Anna:"sono sgattaiolata fuori dalla porta sul retro, non so se è armato, Abbie, ho paura che faccia qualcosa di male alla mamma"
A:"perché lo pensi, tesoro?"
Anna:"papà, ha cominciato a seguire le idee di quel re-destro e ho sentito che molte di quelle persone hanno fatto del male..."
A:"ascolta, noi arriviamo, hai avvertito Toshi?"
Anna:"si, ha detto che arriva"
A:"Anna, ascolta ora nasconditi o allontanati da lì"
Anna:"ho lasciato aperta la porta sul retro, ora sto passando davanti alla finestra del salotto, devo...NO! METTIMI GIÙ! PAPÀ! IO NON HO FATTO NIE..."
Yagi:"Anna con chi stai parlando?!"

Cadde la linea. Provai a richiamarla ma il numero risultava spento. Spiegai ad Elise la situazione e accese le sirene. In meno di cinque minuti eravamo davanti a casa Yagi. Toshi non era ancora arrivato. Le voci in casa erano forti e intorno alla casa; i vicini avevano cominciato ad accalcarsi per scoprire che stava succedendo. Anche per colpa loro ci mettemmo un minuto buono per arrivare all'entrata.

Elise:"non possiamo fare irruzione così, ha degli ostaggi"
A:"vieni con me"

Non fu difficile arrivare alla porta sul retro, ricordavo ancora bene dove si trovasse. Provai ad aprirla non era chiusa a chiave come aveva detto Anna. Già da lì potevo sentire la voce di Himawari implorare di lasciare andare Anna. Io ed Elise camminammo praticamente in punta di piedi pur di non farci sentire. Quando arrivammo accanto alla porta del salotto guardai dentro. Il padre di Anna e Toshi era in piedi e teneva una pistola puntata contro l'ex moglie e la figlia.

Yagi:"dimmi chi è!"
Himawari:"nessuno! Non c'è nessun'altro uomo!"
Yagi:"STRONZATE! Re-destro ha detto..."
Anna:"sei tu che te ne sei andato"
Yagi:"SI PERCHÉ LA DECISO TUA MADRE"
Himawari:"lascia andare Anna!"

Era armato e aveva degli ostaggi, peggiore situazione non poteva esserci. O meglio, così credevo perché tempo di guardare Elise che la porta d'entrata venne buttata giù da un calcio. E a dare quel colpo fu quell'energumeno, scimmione biondo di Toshi. Se prima il nostro piano era: non farci scoprire. Ora quell'idea era impossibile. In un attimo la situazione degenerò. Yagi sentendo Toshi si girò nella nostra direzione vedendoci. Cominciò a spararci e per difenderci dovemmo fare altrettanto. Non so chi di noi due lo colpisse. Ma all'improvviso c'era del sangue sul pavimento e lui era a terra. Sanguinava copiosamente da una gamba e urlava i peggio insulti a me, ad Elise, ad Himawari e anche ad Anna. Sapevo di dover pensare a lui, invece mi avvicinai alle altre due.

A:"è finita"
Anna:"morirà?"
A:"no, ma adesso vi porto fuori"
T:"mamma! Anna!"
Himawari:"stiamo bene"
T:"sicure?"
Elise:"ho chiamato un ambulanza e medicato alla meglio la sua ferita"

Le accompagnai fuori da quella casa che ora era diventata un'accozzaglia di prove. Avrei dovuto interrogarle. Sapere che cosa era accaduto e come era entrato. Sapevo di doverlo fare, ma erano entrambe sotto shock.

K:"l'hanno portato via, se la caverà"
Himawari:"e..."
K:"certo che no, verrà portato in prigione, Abbie, le interroghi tu?"
A:"si, lo faccio io"

Fine capitolo 47
Al prossimo capitolo~

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