22.

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Helen Pov

H:"quindi lo avete trovato già così?"
Civile:"si! L'abbiamo già detto ai vostri colleghi"
H:"stamattina presto c'era? A quanto ho visto ci sono i bidoni del vostro negozio qui fuori"
Civile:"i bidoni di solito li riempiamo la sera"
H:"però oggi siete usciti e avete trovato lui"
Civile:"c'è un gatto randagio qui"

Indicò una ciotola lasciata accanto alla porta sul retro del suo negozio.
Quindi era per quello che era uscito, guardai la ciotola ancora piena, se c'era un gatto tutta questa agitazione doveva averlo spaventato.

H:"il gatto, sa dov'è?"
Civile:"oh sì, mia moglie la portato nel ripostiglio del negozio, aveva paura che si spaventasser troppo"
H:"posso vederlo?"
Civile:"non c'è problema, ma fate sempre tutte queste domande?"
H:"purtroppo si, non diverte nemmeno noi"

Mi accompagnò nel retro del negozio, mostrandomi il famoso gatto randagio. Raccontava la verità, non che avessi dei dubbi, non mi sembrava possibile che un uomo di settant'anni che creava vasi potesse, non solo uccidere un uomo appena trentenne, ma anche asportare due organi. Lo ringraziai e tornai dai miei colleghi. La scientifica stava fotografando il corpo e raccogliendo ciò che poteva essere una prova.

A:"com'è andata?"
H:"ti pare che un uomo di settant'anni potesse fare una cosa del genere?"
Is:"nah, lo vedo difficile perfino io, chiunque sia stato era forte"
S:"ragazze, è morto da almeno nove ore"
H:"nove ore? Sono le undici...undici meno nove...."
D:"tra le due e le tre di stanotte, il medico legale ci saprà dire di più appena avrà finito con l'autopsia"
A:"posso assistere all'autopsia quando sarà?"
D:"devi chiedere al comandante, gli interrogatori come sono andati?"
H:"male, nulla di rilevante"
S:"idem, nessuno ha visto nulla"
A:"l'uomo deceduto ha cenato nel ristorante dall'altra parte della strada, è andato via intorno a mezzanotte"
Is:"e ovviamente dopo, non la visto più nessuno vero?"
A:"esatto"
D:"che sappiate, conosceva la "vecchia"?"
H:"non ne ho idea"
A:"nemmeno, ma non credo? Troppo giovane e da come è vestito non ha nemmeno i soldi per avere le sue attenzioni"

Un'ora dopo eravamo tornati in centrale, tutte le prove le aveva in mano la scientifica e dato che gli interrogatori non erano serviti praticamente a nulla. Eravamo da punto a capo. Neppure le telecamere erano servite a qualcosa perché nessuna dava sul vicolo, ma nemmeno sull'entrata di esso. L'unica cosa che si vedeva era la vittima ubriaca fino al midollo, che camminava, per poi sparire.

H:"E CHE CAZZO"
Is:"Kacchan?"
H:"Kacchan avrebbe lanciato il computer, è da mezz'ora che guardo sto qui che cammina più storto che altro e non si vede nulla! Sparisce dalle videocamere e basta, nessuno lo avvicina"
S:"bhe era ovvio che il colpevole non si faccia vedere"
Nana:"Helen, hai fermato il video?"
H:"si, è la telecamera più vicina al vicolo, dieci metri da esso, perché?"
Nana:"cos'è quell'ombra?"
Is:"ombra?"
H:"che ombra?"

Indicò un angolo dello schermo, li per terra c'era un ombra umana. Mandai indietro il video per qualche secondo, l'ombra era della vittima e nell'ultimo secondo del video si vedeva un'altra ombra raggiungerlo.

D:"chiunque sia il colpevole sapeva come muoversi"
A:"dite che ci saranno altre vittime?"
G:"difficile che non sia il contrario"

Intorno alle diciotto stavo ancora guardando quei video, nella speranza di vedere altro, ma niente da fare, compariva solo per quel frame di un secondo. Stavamo facendo gli straordinari, me ne resi conto solo quando il comandante uscì dal suo ufficio minacciandoci di licenziarci tutti se non fossimo tornati a casa per riposare un po'.

A:"Helen, stasera alle otto..."
H:"come stasera?"
A:"lo so, ma può solo stasera...e anche noi avremo ben poche serate libere se..."
H:"ok ho capito, avverto Izuku, tu mentre torni a casa passa dal supermercato, ti mando la lista"
A:"va bene e grazie"

Più che cenare in compagnia, avrei preferito mangiare e collassare nel mio letto e non solo io. Anche Izuku era stanco. Ma ormai non avevamo scelta, visto che l'invito era stato accettato. Arrivati a casa ci demmo una lavata veloce.

D:"cosa indosso? È una cena formale?"
H:"se vuole una cena formale deve dirmelo, io indosso qualcosa di comodo"
D:"cosa preparerai?"
H:"un tipo di pasta, una ricetta italiana, visto che a lui piace il cibo italiano"
D:"pensi che Oboro sia nel giusto?"
H:"non sul rene, ma è comprensibile perché lo voglia conoscere al di fuori dal contesto ospedaliero"
D:"credo sia meglio andare"
H:"si"

Appena salì in macchina scrissi ad Oboro ed Abbie di mettere una pentola d'acqua sul fuoco, sperando che non combinassero delle stronzate. Arrivammo a casa loro un quarto d'ora dopo e per fortuna non combinarono nulla, ma perché non avevano nemmeno messo la padella sul fuoco. Non furono d'aiuto nemmeno durante la preparazione del piatto. Furono più, un supporto morale, al duo si unì Izuku che non aveva idea di ciò che stessi facendo.

A:"ma che piatto è?"
H:"preparate la tavola e non venire a rompermi le balle"

Avevo appena impiattato quando il citofono cominciò a suonare. Abbie andò di corsa ad aprire. Si sedettero uno accanto all'altro, io ed Izuku facemmo la stessa cosa sul lato opposto del tavolo. Oboro invece occupò il posto a capotavola. La tensione che c'era in quella stanza si poteva tagliare con un grissino.

Afo:"spero non sia di disturbo, come sta...ehm, come dovrei chiamarla?"
Oboro:"Shirakumo"
Afo:"allora come sta? Signor Shirakumo."
Oboro:"riprenderò a lavorare tra un paio di settimane"
Afo:"allora le ferite sono guarite bene"
Oboro:"si, anche se ora non ho un rene"
Afo:"si può vivere anche senza un rene, sa?"
Oboro:"certo che lo so"
A:"Oboro piantala"
H:"esatto"
Oboro:"non sto facendo nulla, quindi esci con Abbie, giusto?"

Io ed Izuku ci guardammo, entrambi completamente a disagio per quella situazione. L'intera cena continuò su quei toni, Oboro continuava a punzecchiarlo mentre l'altro manteneva la calma, non si sa nemmeno come. Io avrei voluto sotterrarmi per quanto la situazione stava raggiungendo i limiti del surreale. Il picco di quella situazione si raggiunse nel momento in cui Abbie se ne accompagnò il medico alla sua macchina.

Oboro:"non lo accetto, non mi piace per nulla quel tipo"
H:"perché ti ha portato via il rene?"
Oboro:"lo punzecchiato per due ore, DUE ORE, e ha sempre mantenuto la calma"
D:"e per questo non lo accetta? Mi sembra un po' esagerato"
A:"Oboro insomma! Hai esagerato, l'hai messo a disagio"
Oboro:"ah, davvero?"
A:"si! Me la detto lui"
Oboro:"non ci credo nemmeno un po', Abbie preferirei non lo vedessi più"
A:"eh?! Chi ti credi di essere? Sono grande abbastanza per decidere da sola con chi uscire"
Oboro:"non mi piace quel tipo"
A:"cazzi tuoi"
Oboro:"bada a come parli"
H:"potete evitare di litigare, Oboro dalli una seconda possibilità, Abbie, lui è solo preoccupato per te"
A:"che si preoccupi per te e non per me, non è nessuno per dirmi con chi uscire!"

Oboro c'era rimasto male a quell'affermazione, ma non disse nulla, notai un tremolio della mano, ma nient'altro. Abbie se ne andò in camera mentre lui iniziò a sparecchiare. Mi avvicinai a lui ma non sapevo né cosa dire né cosa fare.

D:"Oboro, lo sai che non le pensa quelle cose"
Oboro:"certo che lo so, ma sto bene, tornate a casa"
H:"ti do una mano"
Oboro:"è tardi e domani dovete lavorare, andate, Izuku fa attenzione al volante, Helen sto bene, vai"

Ero sulla porta quando sentì un singhiozzo provenire dalla cucina. Volevo tornare da lui ma Izuku me lo impedì. Scoppiai a piangere appena salì in macchina, la serata, peggio di così non poteva andare.

Fine capitolo 22
Al prossimo capitolo~

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