32.

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Helen Pov

A:"l'hai ucciso! L'hai ucciso! Figlia di puttana lo hai ucciso!"

Me la trovo addosso, non ho neanche il tempo di reagire, o meglio, non reagisco proprio. La mia mente pensa solo a ciò che ho fatto. Al corpo di Shigaraki (Afo) steso a terra con il sangue che continua ad uscire. Abbie è sopra di me e sento i suoi pugni arrivarmi in faccia. Il dolore, il naso ha fatto un rumore strano. Ma continuo a non muovermi, Toshi la stacca mentre Izuku mi rimette in piedi. Tempo di pulirmi il naso dal sangue che me la ritrovo di nuovo addosso.

T:"Abbie basta!"
D:"separiamole! Portiamole via!"
Gt:"che succede qui? Che...cazzo!"

Non capisco bene cosa accade dopo. Sono sotto shock e non a causa delle botte prese. In bocca sento il sapore della ruggine. Ho del sangue in bocca? Oboro mi aiuta a rimettermi in piedi ma appena vedo il corpo di Shigaraki (Afo) mi accascio a terra e vomito.

Il braccio di izuku mi avvolgeva in un abbraccio forte e gentile allo stesso tempo. Mentre io avevo il respiro affannato e il cuore che batteva a mille. Mi toccai il labbro che ormai aveva formato una crosta. Il naso invece pulsava e faceva malissimo, avevo bisogno di un antidolorifico.
Appena riuscì a liberarmi dal braccio di Izuku andai in cucina a prendere qualcosa. Avrei voluto tornare da lui, ma qualcosa mi spinse a guardare fuori dalla finestra, c'era qualcosa di rilassante in quelle strade deserte e le poche luci accese.
Senza rendermene conto dovevo essere stata così per un po' perché mi venne a cercare.

D:"Helen, non riesci a dormire?"
H:"ho preso un antidolorifico"
D:"ti fa male il naso?"
H:"pulsa, i dottori hanno detto di prenderlo se faceva male"
D:"come ti senti?"
H:"ho sognato...Izuku, era un criminale, perché? Perché mi sento così in colpa?"
D:"per due motivi in verità, è comunque una vita umana ed era una persona che Abbie amava"
H:"in accademia ti dicono che bisogna avere sempre i nervi saldi, ma non ti insegnano come si fa, forse ho sbagliato lavoro"
D:"non hai sbagliato lavoro, ascolta, errare è umano, a volte sono errori innocenti, innocui, altre volte, come questa...tu hai mirato al braccio, non potevi sapere che si sarebbe mosso"
H:"quando smetterò di sentirmi così?"
D:"non lo so, ci vorrà del tempo, ma io sono qui, ci sono anche Oboro e le tue amiche, siamo tutti qui"
H:"lo so"
D:"torniamo a letto? Che ne dici?"
H:"e se...non ho sonno?"
D:"stiamo li sdraiati e basta"

Mi prese per mano riportandomi a letto. Stavamo insieme da due mesi, non capivo perché si prendesse così tanta cura di me. Samuel non l'avrebbe mai fatto, vabbè che lui non poteva essere considerato un essere umano. Guardai il viso di Izuku convinta che si fosse addormentato e invece non solo era sveglio ma appena vide che lo stavo guardando sorrise.

D:"che c'è?"
H:"perché?"
D:"cosa?"
H:"mi stai accanto così?"
D:"perché ti amo"
H:"io...non sono...speciale"
D:"per me lo sei, sei la ragazza che amo"
H:"Izuku"
D:"si?"
H:"prometti di non ridere?"
D:"ridere di cosa?"
H:"il mio più grande sogno non era essere poliziotto, cioè, era un sogno, ma non quello che desidero di più"
D:"e qual'è il tuo più grande sogno?"
H:"diventare mamma"
D:"davvero?"
H:"si"
D:"è un bel sogno"
H:"non mi prendi in giro?"
D:"Helen, io non sono Samuel o chissà che altro ragazzo hai frequentato che ti ha preso per il culo"
H:"mmh...tu sei un brocco...."

Finì con il riaddormentarmi. Quando mi svegliai il sole era già alto. Izuku non c'era nel letto per cui mi alzai per andare a cercarlo. Lo trovai in cucina, intento a fare non so cosa col fornello e una padella. Continuai a guardarlo per almeno cinque minuti buoni senza però capire cosa cercasse di fare.

H:"izuku?"
D:"buongiorno"
H:"cosa...stai facendo?"
D:"volevo fare andare un piatto che fai tu spesso, la pasta, ma, non capisco quando devo buttarla in padella"
H:"c'è l'hai messa l'acqua?"
D:"ci va l'acqua?"
H:"hai buttato della pasta in una padella senz'acqua?"
D:"no"
H:"ascolta se vuoi imparare ti insegno, ma non fare cose di testa sua"
D:"d'accordo, sai che c'è una mostra a tema "l'attacco dei giganti"?"
H:"dove?"
D:"Akihabara, potremmo andarci"

Mi rendevo conto che tutte quelle piccole cose servivano per distrarmi da ciò che era successo. Ci stava riuscendo, nel tempo che occupammo a cucinare non pensai nemmeno una volta a quello che era successo in ospedale. Evitò anche di accendere la TV perché non sentissi il telegiornale.

H:"Izuku"
D:"si?"
H:"grazie"
D:"ancora, smettila di ringraziarmi, tu faresti lo stesso per me"
H:"o ti prenderei a schiaffi"
D:"anche, ma io non posso e non voglio farlo, tra poco viene Oboro"
H:"come sta Abbie? Non ne ho più saputo nulla"
D:"non ricorda granché di ciò che è successo a quanto mi ha detto"
H:"ma se Oboro viene qui, chi starà con lei?"
D:"Elise e Nana staranno con lei, Oboro, Isabel e Genny stanno venendo qui, per questo volevo preparare la pasta"
H:"per ucciderli?"
D:"non avrei ucciso ness...ah è così, credi che sia così incapace da uccidere qualcuno?"

Mi abbracciò cominciando a farmi il solletico, scoppiai a ridere non riuscendo a resistere a quell'attacco così infame. Dopo avermi fatto ridere per almeno due minuti mi diede un bacio per farsi perdonare.

D:"sono perdonato?"
H:"mmh, si"
Is:"se volete flirtare almeno fatelo con la porta chiusa"
G:"e rispondete al citofono"
Oboro:"Helen sembra la renna di babbo natale"

Dire che ci prese un colpo è dire poco. Ne avevamo sentito il citofono e nemmeno li avevamo sentiti entrare.
Avrei voluto staccarmi da Izuku per evitare altre figure di merda, invece lui mi strinse ancora più a sé. Baciandomi la testa.

D:"vi stavamo aspettando, la pasta è pronta"
Is:"Helen, come stai?"
G:"e da quando state insieme?"
H:"da gennaio, comunque...potrebbe andare meglio"

Non ci stavo più pensando, ma quella domanda bastò per farmi tornare in mente sia il sangue, che lo sparo e anche le urla di Abbie. Mandai giù la saliva per cercare di trattenere la nausea che invece stava salendo sempre di più.

Fine capitolo 32
Al prossimo capitolo~

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