16.

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Helen Pov

Tenko:"che hai Helen?"
H:"nulla, mio fratello ha fatto una cagata, nulla di grave"
D:"Shimura, puoi andare per favore a consegnare queste carte al comandante?"
Touya:"alza il culo e vacci tu?"
Tenko:"Touya, andiamo, dobbiamo anche andare di pattuglia"
Touya:"va bene, va bene"

Rimanemmo da soli in ufficio, già avevo capito cosa volesse fare e onestamente, non ne avevo né la voglia né la forza. Lo ignorai andandomi a rifugiare alle macchinette, non avevo pensato, che avrebbe potuto seguirmi e che ero finita in trappola visto che la sala con le macchinette aveva un entrata e lui la stava occupando.

D:"ti va di parlare?"
H:"ti va un caffè?"
D:"no Helen, non hai cinque anni e nemmeno io"
H:"no infatti hai 25 anni"
D:"ne ho ventotto"
H:"HAI TRE ANNI IN PIÙ DI ME?! E da quando?"
D:"da sempre?"
H:"oh...comunque non mi va di parlare"
D:"credo dovresti, ieri sera ciò che è successo non è stata..."
H:"Izuku senti, capisco che tu sia preoccupato per me, ma sto bene, quella strigliata c'è la siamo meritata, punto"
D:"mmh, forse"
H:"e poi conoscendo Abbie, si sarà già pentita e stasera chiamerà per chiedermi scusa e parlerà con Oboro"
D:"ma i tuoi nonni...erano davvero così..."
H:"non lo so, io non ci ho mai avuto a che fare chissà quanto, sono in prigione da quando avevo cinque anni, quello che so è per sentito dire diciamo"

Gli avevo visti una volta sola in vita mia, dovevo avere si e no tre anni e non so nemmeno per quanto sia stata in quella casa e non so nemmeno il motivo. Ricordo solo che stavo piangendo quando uscimmo ed ero tra le braccia di Oboro che cercava di farmi ridere. Girai il cucchiaino nel bicchiere di thè cercando di mandare via quei ricordi.

D:"capisco, ma, cosa facevano di male?"
H:"trattavano male Abbie? Oboro non me ne ha mai parlato granché, lo evitava e lei non ne voleva parlare, non credo la picchiassero, a quanto ho capito era tipo "c'è, va bene, non c'è, non me ne frega", so anche che i vestiti erano di taglie sbagliate e sporchi, non so altro"
D:"è comunque una brutta roba"
H:"assolutamente, sicuramente c'è dell'altro visto che si sono presi un botto di anni, ma non ti saprei dire cosa"
D:"mmh e vogliono vendicarsi?"
H:"si, avrei dovuto registrare la chiamata, ma..."
D:"se ti richiama, registrala"
H:"certo, torniamo al lavoro?"
D:"si, sarà meglio"

Su quella cavolo di scrivania ci passai la mattinata, era ora di pranzo quando il mio cellulare cominciò a squillare. A chiamarmi era Aizawa, era strano, non mi aveva mai chiamato in vita sua. Non sapevo nemmeno avesse il mio numero.

H:"pronto?"
Aizawa:"Helen?"
H:"si? Che succede?"
Aizawa:"ce qualcuno con te?"
H:"eh...aspetta, IZUKU PUOI FERMARTI?"
D:"ragazzi arrivo, dimmi Helen?"
Aizawa:"ho perso un timpano"
H:"dimmi"
Aizawa:"Oboro ha avuto un incidente"
H:"si è sparato nel culo? Ad una gamba? Gli avete dato una pistola carica?"
Aizawa:"no, una macchina è finita addosso alla sua volante, alla guida c'era un vecchio anziano"
H:"il vecchio anziano è morto?"
Aizawa:"diciamo che è più la che di qua"

Dovevo chiedere di Oboro, sapevo di doverlo fare, ma non riuscivo a trovarne il coraggio. Stavo tremando e avevo sempre più paura. Izuku mi strappò il telefono dalle mani e mise il vivavoce. Chiese lui al posto mio.

Aizawa:"è ancora dentro, io devo..."
H:"dammi cinque minuti e sono lì"

Alla fine, il comandante costrinse Izuku di accompagnarmi non trovandomi in uno stato adatto alla guida. Forse era meglio così, ma il fatto che rispettasse ogni cazzo di limite di guida senza accendere le sirene mi stava facendo impazzire.
Arrivata all'entrata dell'ospedale a malapena li lasciai il tempo di fermarsi. Corsi in pronto soccorso ritrovandomi già Abbie, Isabel e Genny.

H:"e voi due che fate qui?"
Is:"eravamo di turno nella centrale di Abbie per oggi"
G:"per questo siamo qui"
D:"Helen sai che dalle auto si scende quando sono ferme?"
H:"si, ne parliamo dopo, hai parlato con i medici?"
A:"no, non me ne vogliono parlare perché "non sono un parente stretto"
H:"ah bhe, ma che vadino a fare in culo"
Dottore:"siete parenti di Shirakumo?"
H:"sono la sorella, come sta?"
Is:"un cambio, più che repentino"
Dottore:"venga con me" 

Lo seguì in un corridoio che però non portava nel pronto soccorso, era così grave? Era ancora vivo? Perché non eravamo entrati nel pronto soccorso? Si fermò davanti ad una porta chiusa, era una camera e c'era già la targhetta col suo nome. Che voleva dire? Era li dentro?

Dottore:"è fuori pericolo"
H:"oh"
Dottore:"ma le condizioni sono gravi"
H:"gravi? Quanto gravi?"
Dottore:"abbastanza, è attaccato ad un respiratore"
H:"ma, perché è attaccato ad un respiratore? Se non è in pericolo..."
Dottore:"una costola rotta gli ha perforato un polmone, per questo, e gli hanno asportato un rene"
H:"non sto capendo un cazzo, posso vederlo?"
Dottore:"è sotto anestesia ora, quindi è privo di sensi, ma non c'è problema"

Appena la porta fu aperta non resistetti e un conato di vomito finì sul pavimento. Intorno a lui c'erano un sacco di macchinari di cui non sapevo l'uso, c'era un bip regolare, che è quello del cuore, ma, quello che non riuscivo a concepire era il tubo che gli entrava in bocca.

Dottore:"sta bene?"
H:"si...più o meno, vada a chiamare le persone che erano con me"
Dottore:"ce la fa a stare da sola?"
H:"VADA E BASTA"

Mi avvicinai al suo letto continuando a tirare su col naso. Non sapevo nemmeno se avesse altre ferite ma non mi importava. Solo il tubo bastava per fare capire le sue condizioni. Un vecchio aveva fatto questo, non poteva essere un caso.

A:"Hel...CAZZO!"
H:"è stato un vecchio"
A:"è vivo?"
H:"il vecchio? Più di là che di qua, andiamo a farli una visitina?"
G:"lo conoscete?"
A:"si, credo proprio di sì"

Fine capitolo 16
Al prossimo capitolo~

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