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Helen Pov

A:"Helen scusa"
H:"sono di fretta, dimmi?"
A:"di che parlate tu e Oboro di nascosto?"
H:"di nascosto? Nulla."
A:"Toshi dice che ogni tanto vi ha visto parlare da soli e sottovoce, ogni volta appena lo vedete smettete di parlare..."
H:"oh quello, Oboro vuole cambiare appartamento e non sa se lasciarlo a noi o meno"
A:"e perché non me ne ha parla?"
H:"e lo chiedi a me? Gliel'avrò detto migliaia di volte di parlartene, ora scusa devo proprio andare, ci vediamo stasera"

Mi ero inventata una scusa del cazzo, ma non volevo essere io quella che gli andava a dire che entro due mesi i nonni sarebbero usciti di prigione. Doveva essere Oboro. Mentre ero sul treno diretta alla caserma mandai un messaggio proprio a lui spiegandoli della "chiacchierata" fatta con Abbie. Lui visualizzò il messaggio ma non rispose. Li scrissi anche di non dirle che io sapevo già, non avevo voglia di essere tirata in mezzo nei casini che lui combinava. Raggiunta Shibuya scesi dal treno e andai dritta in caserma. Per quanto fosse centrale e per quante volte venisse chiamata, il massimo che facevo io erano le scartoffie, correre dietro al capitano di turno o peggio portare i caffè, cosa che almeno, capitava di rado.

Tobita:"ciao Helen! Come stai?"
H:"Oboro ne ha combinata un'altra delle sue ma tutto sommato bene"
Tobita:"oggi un collega si occuperà di portarti di pattuglia"
H:"davvero?!"
D:"Shirakumo?"
H:"Midoriya?! Lavori qui?"
Tobita:"è uno dei miei migliori sottoposti, la pattuglia avverrà a piedi"
D:"va bene"
H:"perché? Se..."
Tobita:"c'è una scolaresca dell'asilo in gita, capita ogni tanto che si perdano, per questo voglio che giriate a piedi"
H:"ho capito"
D:"allora andiamo"
H:"si"

Lo seguì fuori dalla caserma, non avevo idea di dove andassimo o di che vie prendesse, per cui seguivo ogni passo. Per le chiacchiere invece erano per il minimo indispensabile. Parlava del tempo, dell'accademia o di ciò che avrebbe fatto nel weekend e non è che facesse chissà che cosa di entusiasmante, doveva avere una vita molto ordinaria, non che io nel fine settimana facessi di meglio, mangiavo, dormivo e leggevo.

D:"leggi tanti libri?"
H:"Thriller principalmente o manga"
D:"capisco"
H:"non credo che io e te abbiamo chissà che vita entusiasmante"
D:"la vita entusiasmante c'è lo già al lavoro, almeno nel mio giorno libero vorrei stare tranquillo"
H:"non ti do tutti i torti"

Mentre giravamo per le strade di Shibuya riuscimmo anche a vedere i bambini in gita, ma se loro sembravano tranquilli, le maestre lo erano molto meno. Uno dei bambini si era perso e non riuscivano a trovarlo.
Io ed lui decidemmo di dividerci, anche se Shibuya non la conoscevo bene avevo comunque la radio per comunicare con Midoriya nel caso avessimo ritrovato il bambino.
Correvo per le vie fermando chiunque per chiedere se l'avessero visto. Una signora mi indicò una stradina secondaria dicendo che aveva visto un bambino con la divisa dell'asilo che piangeva. La ringraziai e tentai di non mandarla a quel paese, se l'aveva visto perché non l'aveva aiutato?
Entrata nella stradina non ci volle molto perché il pianto del bambino si fece sentire.

Hiroshi:"voglio la mia mammaaa"
H:"Hiroshi!"

Lo raggiunsi e non so se è perché indossavo la divisa o perché si era sentito chiamare per nome ma smise di piangere. Li presi la manina e chiamai Midoriya alla radio spiegandogli la mia posizione.

Hiroshi:"sei un poliziotto?"
H:"sto studiando per diventarlo"
Hiroshi:"davvero?"
H:"certo"
Hiroshi:"mi riporti dalla mia mamma?"
H:"ti riporto dalle maestre, loro poi riportano dalla mamma, va bene?"
Hiroshi:"si, scommetto che tua la mamma è felice che sei un poliziotto"

H:"mamma dove vai?"
Scacciai quel ricordo dalla mia mente ed evitai di rispondere alla frase del bambino. Non volevo pensarci. Midoriya ci raggiunse pochi minuti dopo e insieme riportammo il bambino alle maestre. Il danno però era fatto e per il resto della giornata non riuscì non pensare a ciò che era accaduto ormai vent'anni prima.

Flashback

Ero rientrata dall'asilo, prima di poter uscire e andare al parco dovevo riportare a casa lo zainetto e il cappellino. E quel giorno ero rientrata un po' prima del solito, non ricordo nemmeno il motivo. Forse avevo fretta di andare al parco o di giocare con gli amici.

H:"mamma! Sono tornata"

Non rispose nessuno, eppure in casa qualcuno c'era perché dalla camera di mamma e papà arrivavano dei rumori. Incuriosita mi affacciai alla loro camera e vidi che stavano preparando le valigie, ci stavano infilando un sacco di vestiti.

H:"mamma? Papà? Dovete andare via?"
Mamma:"Helen? Che ci fai già a casa?"
H:"ho corso...volevo...andare a giocare"
Papà:"oggi devi fare la brava e aspettare tuo fratello"
H:"perché?"
Mamma:"non fare domande, se sei una brava bambina devi ubbidire"
H:"va bene...però domani posso andare a giocare?"
Papà:"domani farai come ti pare"

Non mi piacque come risposta, ma non era la prima volta che mi rispondevano così male. Non feci più domande finché non andarono alla porta con le valigie. Doveva essere successo qualcosa di molto grosso se, se ne andavano senza aspettare Oboro.

H:"mamma dove vai?"

Non ricevetti risposta, neanche si guardarono indietro, aprirono la porta e se ne andarono chiudendomi dentro. Non sapevo nemmeno quando Oboro sarebbe rientrato. Ero confusa, non capivo nulla di ciò che stava accadendo, ricordo di essermi seduta lì e di aver aspettato il rientro del fratellone o di mamma e papà, magari erano usciti per fare una commissione e quei vestiti dovevano solo buttarli via. Il rumore delle chiavi nella serratura mi risvegliò da una specie di torpore, speravo di vedere mamma e papà, invece era Oboro.

Oboro:"piccola che ci fai seduta lì?"
H:"mamma e papà mi hanno detto di aspettarti qui"
Oboro:"e loro dove sono?"
H:"non lo so, hanno preso dei vestiti e se ne sono andati"
Oboro:"e ti..."

Corse in camera di mamma e papà, ancora non capivo che erano scappati, la mia mente da bambina di quattro anni non lo poteva concepire. Scoprì solo qualche anno dopo che qualche settimana prima era morto un parente della mamma e che aveva lasciato un mucchio di soldi a me e Oboro. Ma mentre lui era maggiorenne e aveva ritirato la sua parte, la mia se le erano presa loro ed erano scappati.

Fine flashback

D:"Helen è ora di tornare in accademia, stai bene?"
H:"si...no, più o meno, credo, avevo la testa altrove scusa, ci vediamo domani?"
D:"a domani"

Da quei giorni trascorsero altri due anni, ormai la nostra classe era diplomata e quasi tutti avevamo eravamo finiti a lavorare nelle caserme in cui avevamo fatto tirocinio, io ero finita per essere quella che lavorava sempre in coppia con Izuku Midoriya, perché? Perché secondo Tobita, il nostro capo, eravamo il miglior duo della nostra caserma.

Fine capitolo 6
Al prossimo capitolo~

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