29.

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Abbie Pov

Era il giorno del mio matrimonio, anche se sarebbe avvenuto in comune, indossavo un bellissimo vestito azzurro. C'erano tutti, Oboro, Isabel, Genny, Kacchan, Shoto, Nana, Elise, o meglio, c'erano quasi tutti. Sia Toshi che Helen non erano presenti. Il giorno prima ci avevo litigato pesantemente perché non approvavano ciò che stavo facendo. Dicevano che era una pazzia, che lo conoscevo da pochi mesi, insomma, mi avevano fatto capire senza troppi giri di parole che disapprovavano ciò che stavo facendo. C'ero rimasta malissimo, perché li volevo presenti nel giorno più bello della mia vita. Solo dopo aver firmato i documenti notai che Helen e Toshi non erano gli unici assenti.

A:"Kacchan?"
K:"che vuoi?"
A:"non c'è Midoriya?"
K:"no, lui lavorava"
A:"inventati scuse migliori, scommetto che Helen la convinto a non venire"
Afo:"Abbie, tesoro, non crucciarti per loro, non farti rovinare la giornata, è stata una loro scelta"
A:"parli facile.."
Afo:"non ho mai detto che è facile, voglio solo vederti felice, in più tra qualche mese faremo una cerimonia in grande stile, vedrai che allora verranno"
Oboro:"forse Toshi e Midoriya, ma Helen? Oh scordatelo, quella è cocciuta come un mulo"

Sapevo che Oboro aveva ragione, ma quella frase l'aveva detto perché nel profondo disapprovava ciò che stavo facendo. Dallo sguardo di Shigaraki (Afo) notai che quella frecciatina li aveva dato fastidio come aveva dato fastidio a me.

Is:"dai non litighiamo, è ora di andare a pranzare non credere? Anche perché poi partirete per il viaggio di nozze!"
G:"ah proposito, dove andate?"
Afo:"a Kyoto per tre giorni"
Elise:"solo?"
Nana:"è un peccato"
Afo:"lo so, ma col mio lavoro e con il suo, bhe, lo sapete"

Pranzammo in un ristorante italiano, nello stesso del nostro primo appuntamento. La mancanza di Helen e Toshi li, si fece sentire più che alla cerimonia vera e propria. Mangiai anche se un po' di malavoglia. Andai in bagno per darmi una sciacquata, non mi resi conto che Oboro mi aveva seguito.

Oboro:"Abbie"
A:"cosa c'è? Vuoi dirmi le stesse cose che mi ha detto Helen?"
Oboro:"no, se sei felice no, ma sei felice?"
A:"lo sarei se quei due fossero venuti!"
Oboro:"davvero? Sei felice con Shigaraki (Afo) anche se io, Helen e Toshi lo disapproviamo?"
A:"lo disapprovate solo perché lo credete colpevole! Lui non è stato! Mi avrebbe fatto del male altrimenti!"
Oboro:"no, non lo farebbe mai, è troppo subdolo e ossessionato da te per farlo"
A:"ossessionato? Se mai mi ama!"
Oboro:"Abbie..."
A:"sono stanca, stanca di voi che lo giudicate, di voi che lo indicate come il colpevole, stanca!"
Oboro:"Helen, Midoriya e Toshinori non sono venuti perché sono in centrale, hanno una pista che potrebbe incastrarlo"
A:"fanculo"

Uscì dal bagno e tornai da Shigaraki (Afo) implorandolo di andarcene anche se al pranzo mancava ancora il dolce. Mi scusai con gli altri e me ne andai con mio marito. Avevano superato il limite: Oboro, Helen e anche Toshi. Se ne potevano anche andare a fanculo. In quel periodo non lo potevo nemmeno immaginare, ma ero stata manipolata proprio da Shigaraki (Afo) e nella maniera più subdola. Non mi aveva allontanato dalle persone a me più care, l'avevo fatto io, con le mie stesse mani. Pur di difendere la persona che amavo, avevo litigato con tutti.
Tornando a quel giorno dopo che ne fummo andati prendemmo subito il treno per arrivare Kyoto. Shigaraki (Afo) mi chiese perché quella "fuga" improvvisa e gli feci il riassunto di ciò che Oboro mi aveva detto.

Afo:"Abbie, posso essere sincero?"
A:"si"
Afo:"sono un po' stanco di questi litigi per me, hai fatto la tua scelta e mi hai sposato"
A:"certo perché ti amo"
Afo:"lo so che mi ami e ti amo anche io, per questo ti chiedo di ignorarli e ignorare i loro commenti, adesso siamo sposati, possono fare tutte le scenate che vogliono, ma nessuno ci potrà più separare"
A:"sono la mia famiglia...non posso ignorarli"
Afo:"puoi e lo farai, non voglio vedere più il tuo viso così triste"
A:"come fai a trovare sempre le parole giuste?"
Afo:"come faccio? Perché ti amo, ecco come"

Arrivati a Kyoto andammo direttamente in hotel, entrambi stanchi nessuno dei due voleva uscire per cui non avendo chissà che altro da fare in quella stanza. Decidemmo di fare l'amore per la prima volta come marito e moglie. Lui era seduto di fronte a me mentre l'ennesimo bacio ci fece venire voglia di spingerci più in là, una cosa che non mi ero mai memmeno azzardata a fare. I miei baci cominciarono ad abbassarsi, dalle labbra al suo petto, andando sempre più in basso all'altezza del bacino. Lo sentì gemere cosa che accadeva di rado. La situazione mi stava piacendo e più insistevo più lui gemeva. La sua mano si strinse sui miei capelli fece male perché li tirò, ma non smisi. Ogni mio movimento lo rendeva sempre più agitato e voglioso e di certo non mi sarei fermata tanto facilmente. O almeno, così pensavo, perché in un attimo le posizioni si invertirono, lui era nella stessa posizione in cui ero io poco prima. Non avevamo mai fatto quelle cose, non ci eravamo mai spinti a farle. Eppure ora lui era li e io trattenevo i gemiti. Dato che resistevo lui cominciò a insistere, sentivo ogni singolo movimento della sua lingua e faticavo a non dire nulla. L'aveva presa come una sfida? Lui aveva ceduto mentre io ancora stavo resistendo.

A:"n-non ti arrendi?"
Afo:"ne va del mio orgoglio di uomo"

Alla fine cedetti, non c'è la facevo più a resistere. Appena li sentì si staccò e me lo ritrovai addosso. Io sotto, lui sopra. Cominciò a baciarmi i seni mentre io con la mano li afferrai l'alzabandiera che si era fatto sempre più grande.

Afo:"dove metti le tue manine? Allora..."

Spostò una mano e le sue dita le sentì subito. Gemetti di nuovo tant'è che strinsi la presa cosa che fece gemere anche lui. Quando finimmo entrambi eravamo senza fiato. Mi baciò di nuovo. Ero sua moglie e niente poteva rovinare tutto ciò.

Fine capitolo 29
Al prossimo capitolo~

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