Abbie Pov
Stringevo la mano di quello che era il mio migliore amico, lui era l'unica persona al mondo a cui avevo confidato cosa accadesse a casa mia.
Quando tutti gli altri miei compagni di classe mi prendevano di mira per come ero vestita o cose del genere, lui mi proteggeva. Toshinori Yagi, quello era il suo nome. Un bambino con cui non avrei mai potuto pensare di parlare. Aveva il classico bel visino che piace, nonostante facesse impazzire le maestre visto che non riusciva a stare fermo in classe.T:"andiamo al parco? O vuoi venire a casa mia?"
A:"preferisco casa tua"
T:"va bene, mamma sarà felice di vederti"
A:"è tornata dall'ospedale?"
T:"si, con la mia sorellina, vuoi vederla?"
A:"certo!"Mano nella mano arrivammo di corsa a casa sua. Sua mamma rise nel vederci arrivare tutti sudati e con il fiatone. A volte invidiavo Toshi e la sua famiglia, che reputavo perfetta al contrario della mia. La signora Yagi cercò inutilmente di dare una sistemata ai capelli di Toshi che come al solito erano indomabili. Dopo guardò me e prese un fazzoletto per pulirmi il viso dicendo che la merenda era sul tavolo.
T:"mamma"
Lei per me era la donna più bella che avessi mai visto: capelli lunghi e biondi, tenuti sempre fermi da una coda alta, occhi azzurri, era identica a Toshi. Ogni volta che entrava in una stanza era impossibile non sorridere; per questo trovavo che il nome Himawari fosse perfetto per lei.
T:"mammaaaaaa"
Himawari:"Toshi ti avevo sentito già la prima volta, non c'è bisogno di urlare, dimmi?"
T:"dopo posso fare vedere Anna ad Abbie?"
Himawari:"non vedo perché no, piccolo pasticcione, la vado a prendere"Le merende preparate in quella casa erano fantastiche, tutto preparato da lei. Ogni volta che ero lì: ero felice. Anche mia cugina aveva una vita perfetta, viveva con suo fratello maggiore perché i miei zii sono morti ma lui non le fa mancare nulla. Mi piaceva andare a trovare anche loro quando mi veniva permesso.
Stavo ancora mangiando la mia fetta di torta quando la signora Yagi entrò in cucina con un fagottino biondo tra le braccia.Himawari:"lei è la piccola Anna"
A:"ma è bellissima!"
T:"ed è la mia sorellina"Toccai la sua manina e lei decise di stringermi il dito e guardarmi con due occhi blu, più scuri di quelli di Toshi. Non avevo mai visto una bambina cosi bella in vita mia. Quando fu ora di tornare a casa cercai di non piangere. Toshi mi accompagnò per un pezzo della strada, perché diceva che una bimba non doveva essere da sola alle diciassette. Non ne capivo il motivo, infondo il sole era ancora alto.
T:"sai, da grande voglio diventare poliziotto"
A:"davvero?"
T:"si! Così ti porterò via da quella brutta casa e potrai venire a vivere da me, mamma, papà e Anna"
A:"e vivrò per sempre con voi?"
T:"per sempre sempre, così potrai giocare con Anna tutte le volte che vorrai"Erano sogni infantili, ma infondo avevo otto anni e quindi ci credetti. Anche perché desideravo davvero vivere con loro e avere la signora Yagi come madre. Ogni volta che pensavo a come doveva essere una brava mamma, mi veniva in mente il suo volto. Salutai Toshi all'incrocio che mi avrebbe riportata a casa. Scoppiai a piangere appena imboccai quella maledetta via. Ero talmente disperata che finché non le ebbi davanti non notai le macchine della polizia di fronte casa.
??:"che ci fai qui piccola?"
A:"vivo qui, è successo qualcosa ai miei nonni?"
Oboro:"ci penso io qui"
A:"Oboro? Che ci fai qui? È successo qualcosa?"
Oboro:"ti porto via di qui"
A:"quindi sai cosa...facevano?"
Oboro:"Abbiegale, sono più grande di te, certo che lo so, ma servivano le prove"
A:"e ora le avete?"
Oboro:"grazie ad un tuo amico"Non mi servì nemmeno sapere il nome di quel mio amico: era per forza Toshi. Il resto di quella giornata me la ricordo appena, successero troppe cose perché una bambina di otto anni potesse comprenderle tutte. Ero stata portata in un posto chiamato "centrale", che non capivo perché si chiamasse così visto che non era in centro, avevo parlato con tante persone che non conoscevo e poi Oboro mi aveva portato a casa sua. Lui però viveva dall'altra parte di Tokyo per cui dovetti cambiare scuola e vedere Toshi divenne quasi impossibile. Lo sentivo al telefono quando si riusciva. E poi il tempo aveva fatto il suo corso, le chiamate divennero più sporadiche e gli incontri sempre più rare, non l'avevo dimenticato, ma la vita di tutti i giorni aveva preso il sopravvento e da quei giorni erano trascorsi sedici lunghi anni.
H:"io non ho portato così tanti cambi"
A:"animale"
H:"ma che vuoi? Avremo una lavatrice al dormitorio no?"
A:"non per i vestiti di ricambio, parlavo di ciò che hai tra le mani"
H:"il cibo?"
A:"è il nostro primo giorno in accademia e ti vuoi fare riconoscere?"
H:"ma ho fame"
A:"tu hai sempre fame"Davanti a noi c'erano almeno cinquanta ragazzi e ragazze di età compressa tra i ventuno e i venticinque anni, avevo paura di fare brutta figura davanti a tutte quelle persone, avrei preferito essere più rilassata. Ma non riuscivo a calmarmi. Come si faceva a respirare?
Stavo ancora facendo dei respiri profondi quando notai una donna dai lunghi capelli biondi, legati in una coda alta, gli occhi azzurri con un filo di trucco sul viso. Nonostante i sedici anni passati lei era cambiata pochissimo. Mi avvicinai per chiamarla quando notai una ragazza quasi identica a lei ma molto più giovane e con i capelli leggermente più scuri. Doveva essere Anna l'ultima volta che l'avevo vista aveva un anno.A:"sig...signora Yagi?"
Himawari:"si?"
Anna:"mamma? La conosci?"
Himawari:"ehm...hai una faccia già vista..."
A:"l'ultima volta che mi ha visto avevo nove anni, credo sia per questo che non mi riconosca, sono Abbiegale, non so se..."
Himawari:"Abb...Abbiegale?!"
A:"si"Ci stringemmo in un abbraccio, il suo era più forte e deciso mentre il mio era più timido e insicuro. Anna nel mentre ci guardava in maniera abbastanza confusa. Non capiva chi fosse e perché la madre mi stava stringendo in un abbraccio.
T:"mamma? Ti metti ad abbracciare gli sconosciuti ora?"
Anna:"la conosce, la chiamata Abbiegale"
T:"Abbi...ABBIEGALE?!"Fine capitolo 1
Al prossimo capitolo~