Abbie Pov
Erano trascorsi tre giorni dalla sparatoria in ospedale e ancora non mi era permesso vedere mio marito.
A darmi fastidio erano anche le ragazze che venivano ogni singolo giorno a controllare come stessi. Capivo che erano preoccupate per me, ma le loro frasi fatte mi davano ai nervi. Per fortuna, quel giorno a controllare come stessi c'era Toshi e lui, difficilmente riusciva a dirmi di no.T:"come stai?"
A:"il prossimo che me lo chiede lo prendo a schiaffi"
T:"oh, vuoi vederlo vero?"
A:"si, gradirei vederlo"
T:"lo ami ancora?"Mi rendevo conto di essere nervosa e che le mie risposte erano più taglienti e nervose di quello che sarebbero dovute essere. E il fatto che Toshi facesse domande con una risposta ovvia e palese, mi stava facendo impazzire. Lo amavo ancora? Facile mentire e dire "no". Ma sarebbe stata una bugia, i miei sentimenti erano ancora lì. Per quanto sapessi che era un pluriomicida, con me era stato fantastico. Non riuscivo a concepire che l'assassino e mio marito fossero la stessa persona. Come potevano esserlo? Come aveva fatto per mesi a nascondere quel lato del suo carattere? Continuavo a chiedermelo ma finché lui rimaneva in coma, di risposte non c'è ne erano.
A:"si Toshi, lo amo ancora, sai, i sentimenti non si cancellano come un gesso su una lavagna"
T:"lo so"
A:"vuoi fare qualcosa di utile?"
T:"se ti farà stare meglio? Si"
A:"portami da lui"
T:"Abbie, non posso, lo sai"
A:"ho bisogno di vederlo, anche se è in coma"
T:"e-e pensi che ti farà stare meglio?"
A:"si"
T:"sicura?"
A:"Toshi"
T:"d'accordo...ma solo stavolta, la prossima dovremo avere il permesso dei comandanti, capito?"
A:"va bene"Mi accompagnò in ospedale e per la prima volta nella mia vita: sentì Toshi dire una bugia. Per riuscire a farmi entrare nella camera di Shigaraki (Afo) disse di avere il permesso dai comandanti. E senza nemmeno controllare; ci fecero entrare. Dopo tre giorni dall'ultima volta che l'avevo visto ora potevo finalmente rivedere mio marito. Attaccato ad un numero spropositato di tubi. Non capivo nulla dei parametri che vedevo sugli schermi se non il battito del cuore.
A:"è in queste condizioni..."
T:"dallo sparo, si"
A:"quante possibilità ha?"
T:"non saprei risponderti"
A:"lui mi amava, perché faceva cose del genere?"
T:"Abbie, credo che lui fosse solo ossessionato da te"
A:"no, Toshi, ti sbagli"
T:"se ti amava, perché ti ha allontanato da Oboro, da Helen, da me?"
A:"non mi ha allontanato, ho fatto tutto da sola"
T:"e perché l'hai fatto?"
A:"perché lo amavo e voi non..."
T:"mi dispiace Abbie"
A:"m-ma...vuol dire che mi ha manipolato, per tutto questo tempo?"
T:"Abbie..."
A:"io lo amavo! Io lo amo ancora! E lui mi ha manipolato!"
T:"forse è meglio se torniamo a casa"Nonostante i miei sentimenti che erano ancora forti nei suoi confronti. Mi voltai e andai vicino al suo letto. Riconoscevo ogni suo lineamento, ogni sua ruga, eppure dopo tutto ciò che era successo. Il viso che tanto avevo amato, mi sembrava sia famigliare che estraneo.
A:"io..."
T:"Abbie, andiamocene"
A:"io ti amo e ti ho amato tanto, tu, dicevi lo stesso, perché allora hai fatto tutto ciò? Sapendo che poi avrei sofferto? Dovevi smettere...se mi amavi davvero, avresti smesso"
T:"a..."
A:"Toshi non intrometterti"
T:"scusa"
A:"non sarà facile dimenticarti, vorrei non farlo, ma devo, per stare meglio devo farlo, sei stata una persona importante per me e ora di te avrò bisogno un ricordo agrodolce..."Mi abbassai baciandoli la guancia, ero pronta ad andarmene, ma prima di farlo tolsi la fede nuziale a lui e poi a me. Lasciai la mia sul suo comodino e portai via la sua. Toshi non disse nulla nel tratto di strada che mi riportò a casa di Oboro. Nemmeno io fui chissà quanto loquace. Appena fui di nuovo a casa mi chiusi in camera a piangere. Per tanti motivi, per colpa di Shigaraki (Afo), per come avevo trattato le persone a me vicine.
T:"Abbie? Posso entrare?"
A:"vattene!"
T:"Oboro mi uccide se ti lascio sola"
A:"lo amo ancora cazzo! Sono una stupida! Deficiente! Ha ucciso delle persone! Mi ha manipolato! E io lo amo ancora"
T:"Oboro se è per quello ama ancora una ragazza deceduta"
A:"se permetti, non è la stessa cosa!"
T:"no, ma quelle stronzate che hai detto in ospedale, le hai dette solo per convincerti che prima lo dimentichi, meglio è"
A:"bhe, non è così?!"
T:"no, ti fai solo ancora più male, ci vuole tempo per guarire dalle ferite specialmente se sono così grandi, tu, ma anche Helen, dovrete convivere con questi errori, non li dimenticherete mai"Mi sedetti appoggiando la schiena alla porta, pochi secondi dopo sentì che Toshi fece la stessa cosa. Sentivo il bisogno di stare sola, ma sentivo anche di aver bisogno di lui. Non potevo vedere il suo viso, ma mi bastava il tono di voce per immaginarlo, era triste per come stavo, probabilmente aveva gli occhioni lucidi.
A:"non li dimenticheremo mai?"
T:"cose come queste non si dimenticano, si convive con esse"
A:"da quando sei così intelligente?"
T:"sto solo ripetendo cose che mamma mi aveva detto quando papà se n'è andato"
A:"mi sembrava strano che tu, te ne uscissi con frasi così intelligenti"
Himawari:"dov'è Abbie?! Dov'è la mia Abbie? Gorillone levati! Abbie vieni fuori!"Non avevo mai sentito nominare il mio nome così tante volte in una sola frase, ma nemmeno Himawari che lo chiamava gorrillone. Aprì la porta e mi ritrovai avvolta in un abbraccio.
Toshi e Anna rimasero in disparte, forse un po' a disagio da quella situazione mentre io probabilmente tentavo di allagare casa Shirakumo.Oboro:"l'avevo detto che era il caso di farla venire"
T:"sei intelligente"
Anna:"semai Helen e Midoriya, è stata una loro idea"
A:"Helen? Cazzo mi devo scusare"
Himawari:"le parole e prima ti dovresti dare una sistemata
A:"mi scusi, Oboro, stasera possiamo andare da Helen?"
T:"vengo anche io, devo parlare con il fidanzato della renna di babbo natale"
A:"renna di babbo nata...FIDANZATO?!"Fine capitolo 33
Al prossimo capitolo~