Capitolo extra - La prima vendetta di Elric

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Che silenzio amici miei.
Sono qui per non lasciarvi mai più.
Vi mancavo amici miei? 

{Il Fantasma dell'Opera}

Nota autrice: 
Gli eventi narrati in questo capitolo accadono 8 anni prima che Cress si trasferisca all'Opéra Noir. Elric ha 18 anni.
N.B. Questo capitolo potrebbe nuocere alla sensibilità di alcune persone. Si parla si St4pro e maltrattamento di bambini. Procedete con cautela.

Elric

L'orologio a pendolo ticchetta sopra la mia testa, scandice i secondi che mi separando dal momento in cui Miss Morgan lascerà la tenuta e io potrò dedicarmi a quello che ho in mente da un po'. I suoi occhi azzurri mi scrutano attentamente, lo sa bene che ho in mente qualcosa, ma io mi limito ad incurvare le labbra in un sorriso.

«Farai tardi alla tua lezione di pittura» la ammonisco.

Lei avanza verso di me. I suoi tacchetti fanno rumore sul parquet, sono seduto nel divano del salone con un braccio steso sul bracciolo e la postura rilassata per cercare di ingannarla.

«Tu non me la racconti giusta, Elric. Anche se il mese scorso hai compiuto diciotto anni questo non ti arroga il diritto di fare quello che vuoi quando vuoi, sono stata chiara?» mi interroga con voce dura.

Faccio un cenno di assenso. «Ho capito benissimo. Se faccio qualcosa di male mi rimandi al mittente.»

Lei sbuffa e incrocia le braccia al petto. «Non hai capito niente in questi ultimi quattro anni, ragazzo? Non tornerai mai più in quel posto fatiscente, le mie modalità per metterti in punizione sono altre e le conosci bene.»

Si spolvera un granellino inesistente dalla giacca. Si, le conosco piuttosto bene in effetti. Miss Morgan non è una persona violenta, non mi ha mai toccato in quattro anni né ha chiesto ad altri di farlo. Lei mi colpisce in maniera diversa. Mi impedisce di suonare, di studiare e se è proprio arrabbiata anche di leggere. Le uniche cose di cui mi sono profondamente innamorato in questi ultimi anni.

Quando sono arrivato a casa sua ero smarrito, un ragazzino che credeva che la vita avesse già finito con lui. Ma Miss Morgan non ha voluto demordere, mi ha messo tra le mani un libro dopo l'altro finché io non ho ceduto e ho letto la mia prima opera teatrale: L'Amleto.

È stato come vivere una rinascita, un colpo di fulmine improvviso. Mi affascinava la figura di Shakespeare, il modo in cui riusciva a far passare le emozioni tramite le parole del protagonista, la sua inventiva smisurata. Ho letto tutte le opere che ha scritto in due mesi poi sono passato a Sofocle, Anton Čechov, Pirandello, Wilde e ora mi sto facendo trascinare da Euripide.

Adesso sono molto più colto, più padrone di me stesso e ho un obiettivo nella mia vita. Solo che Miss Morgan questo ancora non lo sa.

«Lo so. Ma come vedi sono seduto sul divano, non ho intenzione di uscire e se anche dovessi farlo qualcuno ti informerebbe quindi ora, per l'amor del diavolo, vai.»

Mi becco un'occhiata infuriata. «Non parlarmi mai più in questo modo o brucio tutti i tuoi libri.»

Deglutisco, sarebbe perfettamente capace di farlo, annuisco soltanto rimanendo in silenzio. Lei scuote la testa e poi, finalmente, se ne va come avrebbe dovuto fare venti minuti fa. Aspetto che il cancello di casa si apra e si richiuda, dopo che la macchina è uscita dal vialetto attendo ancora una decina di minuti, giusto per sicurezza, poi mi alzo dal divano e vado a guardare fuori dalla finestra.

Miss Morgan ha lasciato due bodyguard fuori come sentinelle, questa casa è talmente piena di cose preziose e manufatti inestimabili che c'è sempre qualcuno che deve tenerla d'occhio. Persino gli intarsi della finestra sono in oro.

Dietro la mascheraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora