Capitolo 59 - Urla di vendetta

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È troppo tardi ormai.
È tardi ormai.
Io non ho pena.

{Erik - Il Fantasma dell'Opera}

Elric

La falce della morte ha iniziato a seguire Markus Sheridan nell'esatto momento in cui mi ha dato il suo scacco. Il tempo che ho passato in prigione mi è servito per immaginare il modo più doloroso in cui sarebbe morto. Non mi bastano le urla, le suppliche e la tortura. Non mi basterebbe nemmeno guardare la vita abbandonare i suoi occhi.

No, lui merita la fine peggiore possibile. Che in questo caso non coincide con la morte.

La cosa che Markus ha più cara non è la vita ma il suo impero. Ho deciso che lo farò cadere mattoncino dopo mattoncino fino a che non rimarrà niente da salvare.

Lui ha fatto scacco. Ma io farò scacco matto.

Digito il codice di accesso per entrare nel palazzo della dirigenza. Miss Morgan mi ha avvertito che le microcamere hanno visto entrare Sheridan e salire nel suo ufficio. Fischietto mentre attraverso il corridoio, salgo le scale che portano al primo piano e mi fermo di fronte alla sua stanza.

«Mi hai prenotato l'aereo? Che cazzo! Ti ho detto mille volte che voglio viaggiare in prima classe... Sì, anche se è all'ultimo minuto trova...»

Non lo lascio finire. Abbasso la maniglia. Non si apre. Era chiaro che sarebbe successo. Sheridan non è uno stupido, sa che sta rischiando la vita.

«Stai zitta» sbotta a voce bassa, forse vuole fingere che non ci sia nessuno all'interno, ma non avrà questa chance. Prendo dalla tasca la chiave che mi ha procurato Miss Morgan e la infilo nella toppa, faccio due giri e con uno schiocco la porta si apre.

Abbasso la maniglia ed entro all'interno del suo studio. Mi metto a ridere quando non lo vedo dietro la sua scrivania. «Hai deciso di giocare a nascondino, Markus? Sei davvero caduto così in basso?» domando divertito.

«Che uomo patetico che sei. Non sei pronto ad affrontare il tuo destino?»

Calpesto il terreno, ci sono pochi posti dove nascondersi e so già dove si trova Sheridan, ma amo la caccia.

«Vediamo un po'... sei sotto la scrivania?»

Mi affaccio e come ben so non trovo assolutamente niente.

«Sai mentre ero dietro le sbarre ho pensato a quanto mi sarei divertito con te. Potrei vendere i tuoi organi interni al mercato nero, tagliarti la lingua sarebbe delizioso. Almeno nessuno dovrebbe più sentire la tua patetica voce.»

Un respiro.

Lo percepisco e viene dall'armadio.

Ma lo oltrepasso e vado alla finestra, guardo fuori, ma con la coda dell'occhio fisso la porta. Lui approfitta proprio di quell'istante per provare a scappare, come avevo preventivato. Prova ad abbassare la maniglia ma la porta non si apre. Infila la chiave nella toppa, ma gira a vuoto.

«Ti ho trovato! Cosa ho vinto?» domando allegro avvicinandomi a lui.

Si gira di scatto. Si spalma contro la porta e i suoi occhi blu mi fissano terrorizzati.

«Elric... possiamo arrivare a un accordo. Vuoi dei soldi? L'Opéra? Posso mettere una buona parola.»

Mi metto a ridere. «Voglio la tua sofferenza. Voglio le tue urla. Puoi darmele?»

Apre la bocca ma tentenna. Non dice una parola. Il suo sguardo pieno di sé e austero è sparito, sostituito dalla paura. Quanto mi piace questa sensazione di potere. Braccare la mia preda sapendo che non ha alcuna via d'uscita.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 11 hours ago ⏰

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