Capitolo 52 - Le prove

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Lui ti amò nel canto.
Io te lo donai.

{Erik - Il Fantasma dell'Opera}

Cress

Il telefono squilla. Richard non risponde. Dopo il terzo squillo attacca la segreteria.

«Cazzo!» esclamo passandomi una mano tra i capelli.

Mi sento sull'orlo di un precipizio, mi basterebbe una spinta per cadere giù a picco. Stringo le ciocche tra le dita. Quasi le stacco di netto dalla cute. Cammino avanti e indietro per la stanza provando a calmarmi e chiamo di nuovo Richard.

«Rispondi. Rispondi» ripeto.

«Pronto?»

Esalo un respiro di sollievo. «Richard. Finalmente, è la decima volta che provo a chiamarti.»

Silenzio dall'altro capo del telefono. «Stavo facendo le prove. Non credevo volessi parlarmi. Che cosa succede?» domanda allarmato. Sento un vociare provenire dal suo lato della linea. Probabilmente si trova nel teatro.

«Devo parlarti. È urgente. Puoi venire in camera mia?»

Altri schiamazzi, da parte sua solo silenzio. «Certo, arrivo.»

Mi rilasso. Mi lascio cadere sul letto e sospiro. Spero che Richard sarà dalla nostra parte. Abbiamo bisogno della sua parola. Così com'è stato lui a incriminarlo, sarà lui a fare uscire Elric da questa situazione. Il cuore pompa a un ritmo irregolare nel petto. Elric è dietro le sbarre. Sta vivendo l'ennesima esperienza traumatica e tutto per colpa di Markus Sheridan. L'odio riesce a darmi quell'adrenalina che mi serve per rimanere sveglia. Per andare avanti in questa situazione delicata.

Digito il numero della mia migliore amica e clicco il tasto di chiamata.

«Stai bene, tesoro?» domando subito. Mi dispiace non essere lì con lei. Anche se so che è in ottima compagnia.

«Bene! Sono con Gerard. Questo testone non vuole abbandonare il mio letto.»

Un sorriso genuino fa capolino sulle mie labbra. Sono così felice che si siano riappacificati. Sono da due anni la stampella l'uno dell'altro. Gerard era pietrificato dal panico quando ha saputo della mia amica. Ci sono tante cose rimaste inespresse tra loro. Ma spero che troveranno la pace quando potranno parlarne.

«Sono felice che non lo faccia. Qualcuno deve assicurarsi che tu non faccia stupidaggini» rispondo.

Una risatina dall'altro capo del telefono. «E tu? Elric? Sei riuscita a vederlo?»

Mi incupisco. «Non ancora. Ma stiamo cercando un modo per farlo uscire. Mi auguro che rimanga in quel posto il meno possibile.»

Un sonoro bussare contro la porta mi fa sobbalzare.

«Devo andare, vengo presto, ti voglio bene.»

Chiudo la chiamata e mi alzo in piedi. «Richard?»

«Sono io, ho fatto più in fretta possibile» risponde, la sua voce attutita dalla porta di legno.

Prendo un respiro profondo. Questa non sarà una conversazione facile. Avrò bisogno di sangue freddo e di molta pazienza per fargli comprendere la situazione e convincerlo a deporre a favore di Elric. Devo lasciare perdere quello che è successo tra noi e concentrarmi sull'obiettivo.

Prendo dalla scrivania la piccola pendrive e la infilo in tasca. Vado ad aprire la porta.

Richard non è la stessa persona che mi ha sorriso il primo giorno. Le occhiaie profonde sotto gli occhi e le labbra incurvate in un sorriso obliquo mi restituiscono l'immagine di una persona a pezzi. Ho scoperto così tanti segreti nascosti tra queste mura che mi ritrovo a chiedermi quanti me ne abbia celati anche lui. Dietro la sua risata si nascondono dei turbamenti che non vuole far conoscere alla gente?

Dietro la mascheraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora