Zayn era nella villa della confraternita, come sempre ogni qual volta c'era bisogno di far casino. Non sia mai che ci andasse per prendere in considerazione l'idea di iscriversi al college, figuriamoci. Seguiva un corso di tatuaggi a Miami da una settimana, lavorava in uno studio come apprendista, e tutto aveva per la testa tranne che l'idea di mettersi a studiare. Louis e la confraternita erano però l'appoggio giusto, almeno finché non metteva da parte qualche soldo con il nuovo lavoro per affittarsi un appartamento o un monolocale nelle vicinanze.
Era seduto sulla sedia con le rotelle nella camera di Louis, proprio di fronte alla scrivania disordinata, mentre l'amico era a fare la doccia. Si stava girando un paio di sigarette, proprio quando Louis entrò con un asciugamano bianco avvolto intorno ai fianchi.
"Canne?"- chiese, per niente impressionato di vederlo in camera sua senza invito.
"Sigarette. Sono passato al lato buono, provo col tabacco."- spiegò, sorridendo.
"Sei consapevole che non riuscirai a smettere nemmeno con il tabacco? Ti ritroverai a girarle mentre dormi."- scherzò dirigendosi verso l'armadio.
"Chi è Harry Styles?"- chiese, cambiando argomento.
Merda. Louis si prese il tempo necessario per rispondere, mentre si vestiva. Zayn aveva trovato sulla sua scrivania il foglio che quel pomeriggio Stan gli aveva lasciato, con il nome di Harry scritto sopra con una grafia disordinata ma comprensibile.
"Un amico di Horan, è nel mio stesso corso di letteratura."- disse alla fine. Aveva già parlato di Niall a Zayn, quindi sperava che così facesse cadere l'argomento.
"Horan è il tipo che picchiate perchè è gay. Non trovi la cosa abbastanza divertente?"
"No, non è divertente."- rispose, mentre si infilava una maglietta di una band rock che nemmeno conosceva e i suoi soliti skinny jeans neri. –"Io non sono come te, Zayn."
E questo bastò per far zittire entrambi.
Zayn era libero, in tutti i sensi in cui una persona può esserlo.
Louis si chiedeva spesso cosa significasse essere liberi, o come ci si sentisse. Probabilmente agli occhi di tutti lui risultava essere tale, con quei suoi modi e toni scontrosi, con quella voce sempre arrogante, e quella possibilità di fare qualsiasi cosa volesse. Ma Louis sapeva che la verità era tutt'altra e che lui poteva definirsi tutto tranne che libero.
La sua sfrontatezza, la sua sicurezza, era tutto una maschera, e ne era consapevole. Una maschera che nascondeva non solo lui stesso, ma anche i suoi segreti. Il suo segreto.
Louis non era libero, viveva nella gabbia che si era costruito da solo in tutti quegli anni. Una gabbia dalle sbarre impenetrabili messa in piedi con fatica sfruttando la paura, il terrore, il rimorso, la gelosia, la lussuria e tutte le altre emozioni negative che nel corso della sua vita l'avevano amichevolmente accolto tra le sue spire.
Una gabbia che sì, non lo rendeva libero, ma almeno lo rendeva protetto da tutto quel che c'era fuori: tutto ciò che non erano i suoi pensieri. Anche se forse avrebbe preferito esser protetto anche da quelli.
L'unico che era riuscito a far cadere la sua barriera e ad entrare nel suo mondo era stato Zayn, l'unico che non si fosse spaventato nel capire quanto fosse strano, contorto, in qualche modo perfino buio.
Nessun altro c'era mai riuscito, fino a lui. Quel giorno a lezione lo aveva guardato come se potesse andarne della sua vita, i suoi occhi verdi sembravano essere in grado di sprofondare dentro di lui per leggere il libro della sua anima, composto da pagine rovinate, consumate, di cui non andava fiero e che avrebbe volentieri strappato e buttato via. Gli aveva lasciato sguardi così intensi che poteva quasi sentirli premere con insistenza sulla sua pelle, nella speranza di oltrepassarla e andarne al di là.
STAI LEGGENDO
The Game | Larry Stylinson
FanfictionI clichè fanno parte della vita, Harry e Louis ci metteranno poco a scoprirlo. Stesso College, stessa prima lezione, e forse stesse sensazioni. Il problema è il loro essere così irrimediabilmente diversi. Harry canta, suona, scrive. È un ex pugile...