Capitolo quarantanove - Gli stessi errori

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Dicono che il primo momento in cui si capisce di essere innamorati è quando realizziamo che i nostri gesti e i nostri pensieri sono essenzialmente riferiti a quella persona, a causa della quale scappare diventa per lo più impossibile, pensabile ma non realizzabile. Dicono che ogni nostro piccolo movimento dipenda da questa particolare persona, senza la quale non saremmo più noi; come se fossimo nati con lo scopo di trovarla.

-

"Dammi un solo buon motivo per restare, ti prego."

La voce di Louis era tesa e nervosa, così come il suo corpo dimostrava. Cercava di nasconderlo ma, devo dirlo, davvero con scarsi risultati. Strinse nervosamente i pugni all'interno delle tasche dei suoi jeans assicurandosi che Zayn accanto a lui ne fosse all'oscuro, mentre continuava a guardarsi intorno per far scontrare i suoi occhi di ghiaccio con quelli di tutte le persone che aveva a tiro, alla ricerca di qualcuno in particolare che potesse dargli la motivazione giusta per andarsene, senza che avesse davvero senso.

Zayn camminava al suo fianco con disinvoltura e con l'immancabile sigaretta accesa e appena preparata tra le dita. -"Perché Harry non c'è."

Era sempre stato bravo a mentire e per sua sfortuna, almeno in quel momento in particolare, Louis lo sapeva benissimo. -"Zayn.."

Le persone intorno a loro continuavano a camminare tranquillamente, guardandosi intorno e chiacchierando tranquillamente tra di loro. La maggioranza di esse non erano ragazzi del College, bensì uomini o ragazzi in carriera vestiti di tutto punto e con i capelli perfettamente sistemati, le camicie allacciate fino all'ultimo bottone dalla fidanzatina di turno e stirate a regola d'arte, stavolta dalla donna di servizio. Era piuttosto buffo osservare quel grandissimo gruppo di persone che affollava il giardino principale appena dopo l'ingresso dell'Istituto: la parte che ho appena descritto era calma, posata ma al tempo stesso estremamente incuriosita, mentre i ragazzi e gli studenti erano vestiti come al loro solito e ognuno di essi sfoggiava la sua particolare personalità, gli artisti soprattutto.

Louis e Zayn si trovavano per l'appunto a questo evento di beneficienza organizzato dal direttore del College, il cui motivo era ancora ignoto al liscio. Non era ancora certo del perché si trovasse lì, di quali argomentazioni Zayn avesse utilizzato per convincerlo. Fatto sta che il palco allestito per l'occasione si stagliava imponente non troppo lontano da loro, che erano circondati da persone dei più svariati ranghi sociali che osservavano interessate loro ragazzi e gli stand che erano stati allestiti in tutto il parco del College per esporre ogni genere di creazione: le fotografie, i dipinti e i disegni dei ragazzi del corso d'arte, proposte di gruppi sociali ed eventi da organizzare di coloro che studiavano sociologia, qualche esperimento dei ragazzi della facoltà di matematica e fisica, progetti degli studenti di angegneria e architettura, libri o raccolte di studi di particolari autori da parte dei ragazzi del corso di lettere e dibattito politico, e infine anche qualche gruppo sportivo minore che cercava sponsor all'interno del pubblico decisamente ricercato.

Fatto sta che Louis si sentiva del tutto fuori luogo, e che Zayn non sapeva per quale motivo stesse effettivamente facendo ciò che Niall gli aveva fatto promettere. -"Dai Lou, Harry non c'è, sai benissimo che non parteciperebbe mai ad eventi simili. E Niall mi ha chiesto di esserci dato che si esibirà, ma me non andava di venire da solo."

Louis sbuffò mentre continuava a camminare in direzione delle sedie sistemate in decine di lunghe file davanti al palco, con l'intento di mettersi seduto. Doveva restare? Sarebbe stato comodo, di certo non in piedi. Comunque quella di Zayn suonava tanto come una scusa. -"E perché lui dovrebbe suonare ad un evento di beneficienza?"

Zayn fece spallucce e parlò solo dopo aver preso un tiro dalla sigaretta, giusto per prendere tempo. -"Dice che potrebbe essere che tra il pubblico ci sia qualche imprenditore o stronzate simili, o che al limite un proprietario di qualche locale gli offra di esibirsi a pagamento."

The Game | Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora