C'erano tante cose che avevano portato Louis alla conclusione che, in un modo o nell'altro, il mondo trovava sempre un sistema per prendersi gioco di lui nella più crudele delle intenzioni. C'erano altrettante svariate cose che lo portavano a credere che non avrebbe mai avuto pace, che non ci sarebbe mai stato un sentiero da percorrere capace di renderlo libero e privo di pensieri. L'unica cosa che chiedeva: un giorno, solo ventiquattro ore, per essere sereno e distruggere dubbi, paure e segreti. Ma sarebbe stato fin troppo bello per essere vero.
Camminò velocemente verso il bar davanti al College, dove sapeva di trovare Charly. Non aveva paura e non si sentiva colpevole; non era sbagliato cercare di capire la verità. Non era sbagliato voler sapere cosa Harry gli stesse nascondendo anzi, forse era una delle poche cose giuste che negli ultimi giorni aveva cercato di fare.
E Louis sapeva di essere un caso perso, se si parlava della sua vita e della sua anima a volte così frammentata che era quasi impossibile ricomporre. Quasi.
Entrò nel bar poco affollato e immediatamente individuò Charly in un angolino, seduta da sola davanti al tavolino più remoto della grande sala. Senza persone intorno, senza attirare l'attenzione. Sicuramente il posto migliore per tenersi un segreto o per raccontarlo ad una persona soltanto.
Non ebbe esitazioni nel dirigersi verso di lei con lunghe falcate -nonostante le sue gambe non propriamente chilometriche- mentre il suo viso si deformava in un'espressione di stupore che tentò di coprire piuttosto goffamente con un sorriso tirato e una mano alzata a mo' di saluto.
Non sono un idiota, si disse Louis con il pensiero, anche se a volte era il primo a dubitarne.
"Cosa hai a che fare con me?"- chiese, senza giri di parole, puntando i pugni sul tavolo e sporgendosi pericolosamente verso di lei. Come se la vicinanza costretta potesse spingerla a parlare.
Lei si spinse sullo schienale della sedia e si portò le braccia al petto con istinto di protezione. Da cosa non si sa bene, di certo Louis non l'avrebbe colpita. -"Cosa?"
"Ero io a rispondere al messaggio sul telefono di Harry."- spiegò Louis, come se fosse la cosa più naturale del mondo -"E ora voglio la verità, tutta la verità. Sono stufo di avere persone che mi prendono in giro, persone a cui tengo."
Louis giurò di vedere un luccichio negli occhi della ragazza, come se stesse malamente trattenendo indietro delle lacrime. Si sedette ma non smise di parlare, non quando non ricevette risposta. -"So che Harry mi sta nascondendo qualcosa e ho tentato di perdonarlo, ho tentato davvero. Ma a quanto pare non è il solo a tenere un segreto e voglio sapere cosa c'entri tu che neanche mi conosci, e cosa c'entra Stan. Non potete semplicemente lasciarmi stare?"
Nonostante la rabbia di Louis, per Charly fu facile distinguere quella puntina di disperazione che il tono del ragazzo non riusciva a nascondere; non che ci stesse provando davvero. -"Non possiamo lasciarti stare"- ammise con tono grave -"e non posso dirtelo."
Louis alzò gli occhi al cielo senza sapere dove stava trovando la forza per giudicare quella situazione così ridicola tanto da divertirlo. -"Non puoi? Beh, devi. Non ho intenzione di andarmene o di lasciarti andare finché non me lo avrai detto. Cosa sai di me?"
Il cuore di Charly accelerò, perché in quel labirinto di problemi non riusciva a trovare una via di fuga. Davanti a lei c'era suo fratello -per metà ma poco importa- che le parlava come se fosse quasi uno sconosciuto. Davanti a lei c'era suo fratello che le implorava di raccontarle una verità che lei non aveva il permesso né il diritto, se vogliamo metterla così, di rivelargli. -"Non è colpa di Harry, per favore, non prendertela con lui. E' la cosa più bella che ti sia mai capitata nella vita e non devi incolparlo di tenere un segreto che non può rivelarti per colpa mia e di mio fratello." Fu difficile non dire "nostro" al posto di "mio", ma per qualche motivo ci riuscì.
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The Game | Larry Stylinson
FanfictionI clichè fanno parte della vita, Harry e Louis ci metteranno poco a scoprirlo. Stesso College, stessa prima lezione, e forse stesse sensazioni. Il problema è il loro essere così irrimediabilmente diversi. Harry canta, suona, scrive. È un ex pugile...