Capitolo diciannove - Soffocare

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Louis aveva il cuore in gola mentre teneva gli occhi incollati sul ring al centro di quel posto. La gente urlava, regnava il delirio e Louis lo sapeva che era solo per Harry e per il suo avversario, che si guardavano dai due angoli opposti di quel quadrato di fortuna dove avrebbero dovuto combattere. Le luci erano totalmente spente fatta eccezione per quelle che erano puntate sui due sfidanti.

A Louis non importava dell'avversario di Harry, preferiva decisamente evitare di guardarlo così da non preoccuparsi troppo per lui, anche se già lo stava facendo. Tuttavia sarebbe stato impossibile non notare i suoi muscoli, la sua altezza e il suo viso malformato da un'espressione decisamente truce.

Harry invece era tutta un'altra storia perché, anche in quella situazione che non gli era del tutto piacevole e\o favorevole, era bello da mozzare il fiato. I pantaloncini erano corti e lasciavano vedere le sue strepitose -a detta di Louis e dell'intero popolo mondiale- gambe lunghe e allenate, il busto era privo di maglietta e mostrava tutti i tatuaggi che gli macchiavano la pelle d'inchiostro. Per quanto riguarda l'aspetto anche Harry se la batteva bene: le braccia erano muscolose, il petto scolpito, l'addome anche. Louis non aveva mai visto uomo più bello, ne era assolutamente convinto.

Sperava solo che andasse tutto bene. Vide Harry prendere un respiro profondo e il cuore gli tremò nel petto. Vide Harry fare dei piccoli saltelli sul posto girando le spalle per riscaldarsi, e l'ansia lo assalì.

Lui che in Dio non ci aveva mai creduto stava pregando che non gli accadesse nulla, stava pregando perché Harry vincesse. Louis non aveva mai visto un incontro di boxe dal vivo, e non credo che dopo questa esperienza avrebbe mai voluto farlo.

"Louis?"

Il diretto interessato si girò di scatto quando venne chiamato. Nessuno sapeva che era lì. Per non far destare sospetti a Stan Louis gli aveva detto quello stesso giorno che non sarebbe andato con loro all'incontro di Harry perché non voleva dovergli stare vicino ogni giorno. Stan aveva annuito e gli aveva sorriso, ma non sapeva che in verità Louis avrebbe dato tutto o quasi per far si che ciò accadesse. Ma per il momento nessuno doveva sapere che lui era lì.

Fortunatamente una volta giratosi riconobbe il viso di Niall, così tirò un sospiro di sollievo. -"Ciao."- disse, non sapendo cosa dire. In fondo lui e Niall non erano amici.

Niall chiuse la porta e si fece più vicino, rimanendo in piedi accanto a lui ma con gli occhi puntati sul ring, senza guardarlo una seconda volta. Louis era in una stanza posta in alto, come se loro si trovassero al secondo piano di una casa e al primo si stesse svolgendo la festa. C'era un vetrata ampia che dava sulla sala e da lì era visibile tutto ciò che stava accadendo al di sotto, solo che probabilmente loro non erano riconoscibili da tutto il resto delle persone, che comunque non gli stavano prestando attenzione.

"Volevo dirti"- cominciò a parlare Niall sempre tenendo lo sguardo fisso su Harry che ora stava raggiungendo il centro del ring con il suo avversario per sentire le regole dell'incontro dettate dall'arbitro -"che non ce l'ho con te. Harry mi ha solo detto che tutta questa storia non è colpa tua e che lo aiuterai ad uscirne, ma tanto mi basta. Per qualsiasi cosa, per aiutare Harry, puoi contare su di me."

Il suo sguardo era sicuro e non vacillò nemmeno per un istante. Louis si chiese come potesse tanta forza d'animo essere contenuta nel corpo di un ragazzo all'apparenza così fragile, di un ragazzo che sapeva aveva subito molti colpi, molte ingiustizie. Louis lo ammirò, com'è giusto che sia.

"Sto continuando a pensarci"- ripose -"ma per ora ancora niente."

Niall cambiò discorso come al solito. -"Siete così carini."

Louis arrossì e chiuse gli occhi per un attimo. -"Io... ti prego non.."

"Lo so."- lo interruppe prontamente Niall -"So cosa significa uscire fuori. So cosa significa avere paura dell'odio della gente, perché ne ho subite tante per questo e tu lo hai perfino visto. Quindi non preoccuparti di me, nessuno lo saprà per colpa mia. Nessuno meriterebbe qualcosa del genere."

The Game | Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora