Capitolo trentasei - Il cuore vuole ciò che vuole

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"Amico, ti devo un favore." Harry diede una leggera pacca sulla spalla di Niall, sorridendogli riconoscente.

Il biondo fece spallucce. -"Non è niente di che."

Ma ciò che quel povero irlandese aveva organizzato in un paio d'ore era stato qualcosa di fantastico, Harry non lo credeva così pieno di doti organizzative. Gli aveva telefonato verso le cinque del pomeriggio e lui era ancora allo studio di tatuaggi con Zayn, chiedendogli aiuto con Louis. Doveva vederlo, aveva spiegato. E non doveva sembrare fatto troppo di proposito, e dovevano fare in modo che Louis accettasse nonostante non avesse proprio tanta voglia di vederlo. Niall non aveva fatto domande perché dalla voce eloquente -e a dire il vero un po' disperata- di Harry aveva dedotto che fosse per qualcosa di serio, altrimenti non sarebbe stato qualcosa da organizzare così in fretta.

"Dammi un'ora" gli aveva detto e, esattamente cinquanta minuti e un telefonino quasi morto dopo, Niall aveva sistemato tutto a prova d'arte.

Harry infilò le mani nelle tasche per nascondere il loro leggero tremolio mentre lui e Niall camminavano fianco a fianco, lentamente per assicurarsi di essere gli ultimi, vero il CanCun. -"Sei sicuro che verrà?"

Harry si era impegnato nel vestirsi, comunque. Sapeva di piacere a Louis in ogni caso ma aveva pensato che accentuare un po' le cose avrebbe semplicemente aiutato. E difatti quella sera il riccio era più bello che mai: le gambe lunghe erano fasciate dai suoi immancabili skinny jeans neri, ai piedi portava i suoi consumatissimi stivaletti preferiti, il busto era parzialmente coperto da una camicetta bianca leggera lasciata sbottonata per far intravedere dal tessuto i tatuaggi che gli coloravano la pelle. Le dita lunghe ed eleganti erano impreziosite da qualche anello maschile e i capelli erano lasciati sciolti sulle spalle. Era bellissimo, senza ombra di dubbio.

Niall annuì. -"Ho chiamato tutti per questo: un rifiuto sarebbe strano agli occhi di tutti. E in ogni caso ho fatto promettere a Zayn che ci sarebbe stato e che avrebbe trascinato Louis con lui."

Harry non riuscì a trattenere un mezzo sorriso. -"Quindi tu e Zayn..?"

Niall alzò gli occhi al cielo. -"Andiamo Harry, non cominciare."

"Puoi dire tutto a zio Harry, lo sai vero?"-

Gli diede una gomitata giocosa facendolo sorridere a sua volta. "Diciamo che non sono in astinenza?"

Il fatto che Niall non volesse prendere sul serio ciò che lo legava a Zayn lo rendeva dubbioso, ma Harry non era mai stato il tipo che si metteva in mezzo nelle storie amorose altrui. -"Sei un porco Horan."

Quella piccola frase gli venne dal profondo del cuore e la disse con talmente tanta sincerità da far ridere entrambi; Harry rideva, ma dentro gli stava accadendo il finimondo.

Svoltarono l'angolo e non appena Harry alzò gli occhi dall'asfalto del marciapiede non poté fare a meno di notare il suo gruppo di amici leggermente distaccato dalla massa di gente che aspettava in fila per entrare al locale, la cui insegna luminosa e colorata sembrava illuminare la strada più dei lampioni presenti, quasi colorando i volti delle persone a tiro.

Harry prese un bel respiro. Vide Kat alzare un braccio nella loro direzione. -"Ci avete messo una vita!"

Coprirono la poca distanza che li divideva dal gruppo piuttosto in fretta. -"Siamo a piedi tesoro"- rispose Niall per entrambi stampando un bacio sulla guancia dell'amica.

Si salutarono tutti con pacche sulle spalle e sorrisi, Harry totalmente distratto. Provate ad indovinare cosa avesse catturato la sua attenzione per tutto il tempo. Era abbastanza distante da loro. Poggiato su una macchina di schiena, con una gamba alzata con il piede sullo sportello. Una mano nella tasca dei jeans, l'altra che stringeva la sigaretta che si portava sistematicamente alle labbra. Cazzo se era bello: il volto illuminato per metà dall'insegna a neon del locale, ogni secondo di un colore diverso. I capelli lasciati cadere sul viso apparentemente a caso, la postura rilassata e il sorriso sul volto mentre chiacchierava con un gruppo di persone non troppo lontano da loro. Non l'aveva neanche visto arrivare, pensò Harry.

The Game | Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora