Harry si svegliò che il sole stava per sorgere, con una sensazione di abbandono che lo attanagliava dal fondo. E quando aprì gli occhi si chiese come fosse possibile aver percepito l'assenza di Louis anche mentre dormiva.
Si erano addormentati abbracciati, i corpi legati in un meraviglioso groviglio di gambe e braccia, come a non volersi lasciare mai. Harry aveva stretto Louis a sé con tutto l'affetto di cui era capace, senza rendersi davvero conto di quanto quel piccolo corpo, quelle piccole mani, quel grande sorriso l'avessero reso felice, vivo, giusto. E Louis si era lasciato stringere, aveva affondato il viso sul suo petto scoperto, inspirando a pieni polmoni quell'odore che ormai conosceva fin troppo bene. Il bacio che il riccio gli aveva lasciato tra i capelli un attimo prima che si addormentassero gli aveva fatto prendere la decisione più bella e più importante, senza che l'altro lo sapesse ancora.
Harry si guardò intorno dopo aver acceso la lampadina sul comodino. Di Louis nemmeno l'ombra. Dalla finestra cominciavano a vedersi i primi raggi del sole nascente, non abbastanza forti da illuminare qualcosa. Si spaventò, di non averlo accanto a sé, lì addormentato. Poi un gruppo di fogli abbandonati sulla scrivania catturò la sua attenzione. Non mento quando dico che si alzò più in fretta di quanto avesse mai fatto in tutta la vita.
La paura di perderlo lì, forte e presente, che gli corrodeva l'anima. Ma ancora non sapeva ciò che lo aspettava.
I fogli erano di diverso tipo: a righe, bianchi, a quadretti. Ad accomunarli erano i numeretti in basso a destra che servivano ad ordinarli e la scrittura che era ovviamente di una sola singola persona. Il cuore di Harry batteva tanto forte da fargli tremare anima e corpo.
Prese i fogli con mani tremanti e si rimise seduto sul letto, mentre gli occhi cominciavano a leggere quelle righe ordinate, con qualche cancellatura. Con anima.
Sei l'unico a cui non ho mai nascosto niente, se non i primi inutili giorni che poi di inutile non hanno avuto niente. Sei l'unico che ha saputo abbattere i muri che avevo eretto intorno a me, l'unico che ha saputo aprire la mia gabbia di paure per provare a trasformarle in forza. Sei l'unico, dopo Zayn, che non ha avuto paura di conoscere il gran disastro che sono per provare ad innamorarsene. Sei l'unico, semplicemente.
E queste parole saranno tante, forse troppe, ma non posso farne a meno. Ho sempre amato scrivere, forse questa è una delle poche cose che non ho mai specificato ma che sicuramente hai compreso: la letteratura, le parole, le poesie, sono qualcosa che nella mia insignificante vita hanno significato tanto. Come quando ti ho dedicato quella poesia, come quando alle lezioni di letteratura insieme, al College, tutte le belle frasi mi facevano pensare a te. Ho deciso uno di quei primi giorni di cominciare a scriverti, perché le mie debolezze non mi permetteranno mai di dirti tutto a voce, ma giuro che ci sto lavorando. Scusa se sarà lungo, noioso, ma ti prometto che ne varrà la pena. Saranno diverse pagine, scritte in diversi giorni, le ultime righe probabilmente create il giorno stesso che le leggerai. E ci tengo tanto che tu mi legga, come i tuoi profondi occhi verdi hanno sempre tentato di fare e io, stupidamente, ho cercato di impedirglielo.
Non sono forte, Harry. Non lo sono mai stato e non credo che lo sarò mai. Sono sempre stato quel tipo che si chiude in se stesso per mostrare al mondo una facciata creata con tanta fatica. Sono il tipo che, prima di aprirsi o di dare qualcosa a qualcuno, calcola le probabilità di rimanerne ferito. Nella mia mente malata, le probabilità che con te finisse male erano tante, tantissime. Di norma avrei fatto in modo di non vederti, di non incrociarti nei corridoi, di evitare qualunque cosa ti riguardasse. Ma sei stato come il cielo: onnipresente, nel buio e nella luce, nel bene e nel male.
Non sono giusto per te, non lo sarò mai. Ho così tanti problemi e così tante paure che fartele conoscere non potrà che rovinarti, o almeno farti soffrire. Ma non posso impedirmi di starti vicino. Non avevo mai capito, prima di te, di cosa davvero parlassero tutte quelle poesie e tutte quelle canzoni che tanto amo finché non ti ho baciato per la prima volta, nella sala musica, qualche giorno fa.
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The Game | Larry Stylinson
FanfictionI clichè fanno parte della vita, Harry e Louis ci metteranno poco a scoprirlo. Stesso College, stessa prima lezione, e forse stesse sensazioni. Il problema è il loro essere così irrimediabilmente diversi. Harry canta, suona, scrive. È un ex pugile...