Capitolo sessantadue - Amore e disperazione

11.2K 681 413
                                    

In qualche modo Niall si ritrovò trascinato attraverso un corridoio strettissimo, mentre Zayn gli stringeva il polso non troppo forte e lo costringeva a seguirlo. Non che stesse opponendo tanta resistenza, comunque. Il cuore gli batteva a mille mentre il moro, di pochissimo più alto di lui, li spingeva entrambi nella direzione opposta alla distesa di persone che li circondavano. Fu per questo che Niall si fece piccolo piccolo alle sue spalle e urlò per farsi sentire. –"Dove stiamo andando? Il combattimento inizierà tra poco."

"Me ne frego del combattimento"- rispose Zayn continuando ad andare avanti –"tanto Harry vincerà comunque. Ci sto portando fuori di qui."

Niall stavolta non rispose, semplicemente continuò a camminare alle sue spalle. L'aria fresca della notte li colpì in pieno viso non appena riuscirono ad uscire da quell'edificio maledetto, facendo tirare loro un sospiro di sollievo. Zayn allentò la presa sul polso del più piccolo e fece scivolare lentamente la mano verso il basso, in modo da stringere la sua incrociando le loro dita. Il cuore di Niall batteva velocissimo, quasi gli faceva male. La sua mente lavorava veloce mentre cercava di analizzare la situazione e di anticipare i pensieri del ragazzo, per non trovarsi del tutto impreparato. Non fu così difficile indovinare che uno degli argomenti di quella conversazione sarebbe stato la serata della festa in cui Niall era scoppiato in lacrime.

"Seguimi"- chiese Zayn, come se ce ne fosse bisogno, rivolgendogli un'occhiata fugace e riprendendo a camminare.

Evitarono decine di gruppetti di persone che chiacchieravano seduti sul marciapiede, o fumavano una sigaretta e bevevano una birra. Continuarono a camminare finchè le persone intorno a loro non sparirono del tutto e furono abbastanza lontani da non udire alcun più rumore proveniente dall'edificio e dalla folla al suo interno. Ben presto gli unici suoni udibili furono i loro respiri affaticati -ansiosi, sarebbe meglio dire- e i loro passi confusi su una stradina di ciottoli. Si fermarono quando Zayn vide un muretto illuminato dalla luce gialla del lampione vicino, e Niall fu velocissimo a lasciar andare la sua mano per raggiungerlo, arrampicarsi e sedercisi sopra. Non so, forse mantenere quel minimo di distanza lo faceva sentire più sicuro.

Zayn non ebbe niente da ridire riguardo quella decisione, anzi. Lo raggiunse ma non si sedette, vi poggiò solamente i gomiti e non lo guardò, mantenne invece lo sguardo fisso in un punto impreciso al di là della strada buia e deserta. –"Qualsiasi cosa io abbia fatto... mi dispiace. Tutto volevo tranne che finissimo così."

Un silenzio pesante occupò lo spazio intorno a loro per qualche interminabile secondo mentre Niall sentiva già gli occhi diventare lucidi e il cuore battere dieci volte più veloce del normale. –"Io non volevo che finisse, semplicemente."- Abbassò lo sguardo, consapevole che i suoi occhi non sapevano mentire e che ogni parola che pronunciava lo portava di un passo più vicino a rivelare completamente la realtà.

Qualcosa nel profondo di Zayn si mosse, senza che neanche lui riuscisse a capirlo. Fu impossibile da comprendere ma sentì il corpo e l'anima di Niall attrarlo fortemente come se fossero ferro e calamita; si spostò proprio davanti a lui sistemandosi tra le sue gambe. Il biondo seduto sul muro si ritrovò qualche centimetro più in alto, con il corpo del ragazzo che era proprio sotto di lui. –"Il problema è"- disse Niall con voce tremante trovando la forza chissà dove –"che non ti sei mai preso un minuto per pensare a cosa io significhi per te. E io sono arrivato alla conclusione che non significo assolutamente nulla. Che la tua vita non cambierebbe di una virgola con o senza di me."

"Ma ti sbagli"- Zayn parlò quasi senza pensare –"perché non è vero che per me non significhi niente. Ora come ora sei una delle persone che mi conoscono di più."

Gli occhi di Niall erano profondamente tristi ma di un azzurro brillante, così sinceri che Zayn per un attimo si sentì colpevole, malvagio, destabilizzato. Era uno di quegli sguardi che voleva qualcosa, che necessitava di essere rassicurato. Ma Niall non era solo sinceramente triste, ma anche sinceramente innamorato di quel ragazzo sotto di lui che semplicemente esistendo gli aveva fatto perdere la ragione. Perché in fondo Niall non avrebbe saputo precisamente dire cosa lo avesse fatto innamorare di lui. Erano un insieme di piccoli momenti che in qualche modo lo avevano reso importante, indispensabile.

The Game | Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora