Capitolo cinquanta - What happened to perfect

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Accadde tutto decisamente in fretta, forse troppo. Louis sentiva che qualcosa di importante stava per accadere, aveva come la sensazione che -di nuovo- la sua vita si sarebbe rivoluzionata, o che al limite avrebbe trovato il suo equilibrio.

Si girò di scatto quando Zayn si alzò in piedi, una volta che Niall ebbe terminato di cantare. -"Dove vai?"- chiese.

"Ci vediamo stasera"- rispose evasivo lui, uscendo poi dalla fila di sedie per correre chissà dove. Louis aveva una mezza idea.

Rimase immobile accasciato sulla scomodissima sedia di plastica mentre aspettava che il prossimo artista salisse. Sorrise pensando alla bellissima canzone di Niall e all'immediata reazione di Zayn: quei due erano assolutamente fatti per stare insieme ma non avevano il coraggio di ammetterlo. O almeno, Niall lo aveva appena fatto, ma dubitava che Zayn avesse capito. Era troppo per lui pensare di potersi innamorare, o pensare che qualcuno potesse esserlo di lui.

I suoi pensieri sfumarono quando fu distratto dai discorsi di due ragazze dietro di lui, che ridacchiavano commentando qualcosa in particolare. -"Questo biondino era davvero bravo, la canzone era bellissima."

L'altra annuì e sorrise, parlò abbassando un pochino la voce ma non abbastanza perché Louis non potesse sentirla. -"Vedrai il prossimo con il pianoforte... è un ragazzo del mio corso, scrive testi straordinari."

Louis si agitò sul posto quando sentì la ragazza menzionare un pianoforte e quando quest'ultimo fu faticosamente portato sul palco dagli uomini dello staff. Qualcuno portò anche un microfono al preside, ma prima che parlasse Louis riuscì ad afferrare le ultime parole della ragazza alle sue spalle. -"Certo che deve essere bello, avere qualcuno che ti dedica una canzone. Pensa quanto si amano."

Il cuore di Louis sobbalzò, lui rimase immobile. In effetti non sapeva perché non se ne fosse già andato. Il preside sul palco invece sorrise compiaciuto per come l'evento era cominciato, la canzone del "ragazzino" sembrava esser piaciuta e davanti a lui c'era una distesa di persone interessatissime di quello che stava per accadere. Si portò il microfono a qualche centimetro dalle labbra per annunciare lo studente successivo. -"Il prossimo artista è un mago del pianoforte, o almeno così mi dicono. La sua canzone si chiama What happened to perfect e, bando alle chiacchiere, un applauso per Harry Styles!"

Louis si sentì morire, ma una parte di lui si sentì rinascere. Era come se la consapevolezza di averlo a poca distanza rivoluzionasse tutto il suo mondo. Avrebbe voluto fuggire, tuttavia rimase immobile, inchiodato sul posto e con gli occhi fissi su di lui come ferro e calamita. Harry salì sul palco a testa bassa, sembrava quasi vergognarsi. Ma era bellissimo, bellissimo. Tutto di lui urlava amore e bellezza, tutto di lui -almeno per Louis- sembrava essere al posto giusto. Tutto in lui sembrava essere perfetto da baciare, toccare e stringere. E mentre si sedeva sulla panca e stendeva le dita sui tasti Louis si sentì privilegiato rispetto al resto del mondo, perché nonostante tutto lui era suo, lui aveva potuto baciarlo e aveva potuto farci l'amore. Sentì le ragazze dietro di lui commentare qualcosa su quanto fosse bello, e non riuscì a fare a meno di annuire mentalmente.

Lo vide girare un secondo la testa per guardare nel pubblico, lo chiamò con lo sguardo. Harry lì su stava per sentirsi male tanto sentiva il cuore battere velocemente, aveva paura che potesse uscirgli dal petto. Quando guardò nel pubblico non fu difficile trovare Louis, fu facilissimo. Non tanto perché Niall gli aveva detto dove era più o meno seduto, tanto perché sentiva gli occhi del ragazzo chiamarlo, desiderarlo. Era una sensazione che non sarebbe mai stato in grado di spiegare davvero, era semplicemente come se non potessero starsi lontani: blu e verde che si cercavano e si trovavano perché erano perfetti per stare insieme.

Quello scambio di sguardi durò solo una frazione di secondo, che fu abbastanza per chiedergli di aspettare. Louis difatti rimase immobile, e Harry riuscì a sentire i suoi occhi su di lui anche quando distolse lo sguardo per dedicarlo ai tasti dello strumento.

The Game | Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora