Zayn se ne era andato da pochi secondi, chiudendo la porta-finestra dietro di lui con una spinta abbastanza forte. Niall aveva sospirato ma aveva cercato di non farci troppo caso.
Kat era lì accanto a lui, bella come poche volte l'aveva vista. I capelli le scendevano delicati sulle spalle, gli occhi erano lucidi e luminosi, e il maglione sportivo troppo largo che indossava la rendeva tenera, per non contare poi il naso e le guance arrossiti dall'aria fredda che c'era lì fuori.
"Che volevi dirmi?"
Dal canto suo posso benissimo dire che stavolta era Kat che pensava di non aver mai visto niente di più bello. Ho già detto quanto i suoi occhi azzurri le facessero tremare le ginocchia? Sono sicura di sì. Fatto sta che quel colore così vivido le entrò nell'anima non appena i loro occhi si incrociarono perché andiamo, come poteva non essere così?
"Ricordi ieri sera?"- gli domandò lei appoggiandosi alla ringhiera, mentre il cuore le accelerava nel petto perché sapeva a cosa stava andando in contro.
Niall non lo sapeva. Annuì e sorrise -"Non ero così ubriaco! Un goccetto non ha mai ucciso nessuno!"
Kat non riuscì a ridere e questo fu il suo primo atteggiamento che mise Niall in guardia. Kat rideva sempre alle sue battute, sempre. -"Ricordi quello che hai detto? Durante il gioco."
Niall fece un breve riepilogo mentale, ma in effetti non ricordava cosa aveva detto, solo che qualcuno aveva bevuto. Era stato troppo concentrato su Zayn per pensare decentemente a qualcos'altro. Così scosse la testa. -"No, ma perché è così importante? Era solo un gioco."
Kat abbassò un po' la testa. -"Io ho bevuto."
"Quindi?"
Niall cominciava a non capire e ad agitarsi, Kat era già agitata di suo e capiva tutto anche fin troppo bene, solo che non sapeva come dirlo. Non sapeva se quello era il momento giusto per farlo. Ma non riusciva più a tenersi dentro quelle parole e quelle emozioni che in ogni istante della giornata gli premevano sul petto alla ricerca di una via di fuga. -"Quindi devo dirti una cosa."
Niall annuì con lo sguardo, curioso. -"E dimmelo."
Kat prese un respiro profondo. Molto, molto profondo. Lo stomacò gli si aggrovigliò su se stesso, mentre sentiva il cuore scoppiare. -"Sono innamorata."- Lo disse velocemente, quasi avendo paura di perdere il coraggio necessario per ammetterlo.
Le reazioni in Niall furono diverse. La prima fu confusione, la seconda dubbio, la terza rabbia. Una rabbia folle che, credetemi, non so come sia riuscito a trattenersi dall'urlare. -"Quel coglione di Ashton?! Cazzo Kat, spero che scherzi, e se così non fosse non avresti neanche dovuto dirmelo, merda!"
Kat non era preparata all'eventualità che Niall fraintendesse le sue parole, ma quando aprì la bocca per spiegarsi l'amico la interruppe, allargando le braccia totalmente incazzato. -"E' un coglione Kat! Quando vorrai capirlo? Non merita te, non merita le tue attenzioni e non merita il tuo amore. Dopo tutto quello che ti ha fatto gli vai ancora dietro e.."
Dovette zittirsi quando sul volto della ragazza cominciarono a scorrere calde lacrime. Piano, che le accarezzarono le guance scendendo lentamente, senza fretta alcuna. Tutto quello era troppo: il suo amore era troppo. E non era giusto.
Niall sgranò gli occhi e fece un passo avanti, lei li chiuse e ne fece uno indietro. In qualche modo erano due perfette metà dello stesso corpo. Opposti, ma complementari.
Lei mise una mano avanti e lo bloccò, strinse gli occhi per non doverlo guardare e pianse. -"Non è Ashton." La vista le si offuscò e Niall divenne solo una macchia indistinta. Peccato che la sua immagine le fosse impressa a fuoco nella mente.
Fu allora che Niall capì. Perché tutto di quella situazione glielo suggeriva, perché lei era lì in lacrime e non riusciva nemmeno più a guardarlo. E ora anche il suo cuore prese a battere più forte perché la realtà dei suoi sentimenti lo colse totalmente e del tutto impreparato.
"Tu sei il motivo per il quale la notte non dormo e il giorno non vivo."- Respirò Kat, piano. -"Perché ti amo e perché questo amore mi sta annientando. Perché ogni giorno della mia vita mi ricorda che tu non puoi amarmi neanche se lo volessi, perché non riesco a pensare a nessuno all'infuori di te."
Niall fu colpito, fortissimo. Era come se il mondo avesse preso colori diversi e dinamiche opposte. Come se tutte le sensazione che aveva vissuto nella vita fossero ora destinate a scomparire o a disintegrarsi perché quello che stava provando in quel momento era più forte di qualunque altra cosa. In un certo senso, in modo diverso, anche più forte di quello che provava nello stare con Zayn. Era tutta un'altra storia e cavolo, adesso il mondo non sembrava più lo stesso. Il cuore gli mancò un battito mentre cercava disperatamente di catturare il suo sguardo. -"Da quanto?"
Kat abbassò il braccio e aprì gli occhi mentre un'altra lacrima le scendeva pigra sul volto. Si sentiva leggera ora, in un certo senso: aveva liberato una parte di lei che era stata rinchiusa per troppo tempo. -"Da tutta la vita, ci ho solo messo un po' a capirlo, a otto anni di certo non sapevo cosa fosse l'amore."
La ragazza si calmò. Non troppo: le lacrime smisero di scendere ma gli occhi le rimasero luci e il corpo e la testa erano ancora momentaneamente devastati dall'uragano di emozioni che lei stessa aveva creato. Il suono di un sospiro ruppe il silenzio. -"Non so cosa dire."
Era vero.
"Niall... io sono come sabbia spinta dal vento, e quel vento sei tu. Mi trascini, mi cambi, mi condizioni la vita. E so che non puoi amarmi perché semplicemente non puoi, so che non sarò mai ciò che sogno fin da bambina e so che non mi guarderai mai nello stesso modo in cui guardi Zayn. Fa male, ma non sempre la vita e la verità si mettono d'accordo per farci stare bene."
Niall si sentì in colpa, perché una persona bella come lei doveva soffrire per il suo essere diverso. Sapeva che una sola cosa poteva farla stare meglio, e così fece esattamente quella. Le prese il viso tra le mani e si avvicinò, a un soffio da lei. -"Sbagli se dici che non ti amo, Kat. Esistono tanti tipi di amore e, anche se il mio non è quello che tu vorresti, questo non significa che non c'è."
Lei scosse la testa quel tanto che le sue mani gli permisero. -"Non mi amerai mai come io amo te, e questo è un semplice dato di fatto. Non possiamo decidere in che direzione devono andare i nostri cuori, mi dispiace solo che non sia la stessa."
Le lasciò un piccolo bacio sul naso, come facevano sempre quando erano bambini. -"Per questo mi evitavi? Per questo stavi sempre con quel coglione?"
Lei annuì non riuscendo a trattenere un sorriso quando le labbra leggere di Niall le sfiorarono il naso. -"Sì. Non ce la facevo più a starti vicino e speravo che standoti lontana mi sarebbe passata. Ma non si possono cancellare quindici anni della propria vita in un mese, e in effetti non voglio farlo."
Niall sospirò. -"Mi dispiace Kat. E' vero che lui non merita il tuo amore, ma non lo merito neanche io."
Lei sorrise. Poi fece ciò che solo una ragazza meravigliosa come lei aveva il coraggio di fare dopo un discorso del genere. Lo abbracciò. E poi disse ciò che solo lei poteva dire, perché nessuno al mondo poteva amare qualcuno nello stesso modo in cui lei amava Niall. -"Dì a Zayn che se ti fa soffrire gli spacco il culo."-
"Harry, vieni qui."
Un Harry di soli diciassette anni smise di colpire il sacco nella sua palestra, si girò sorpreso mentre un riccio di troppo gli finiva sulla fronte e guardava stupito il suo Maestro che con le braccia incrociate e impassibile lo guardava dl fondo della sala. Lo raggiunse con una piccola corsa e si asciugò il sudore dalla fronte con un guantone.
"Sì, Maestro?"
L'uomo lo guardo grave. -"Stai andando male oggi."
Il Maestro era esattamente come qualsiasi persona lo immagina: alto, muscoloso, forte, serio, severo, con l'espressione dura e gli occhi freddi. Ma Harry aveva imparato che quell'uomo era l'espressione della passione nei confronti di uno sport, era incredibilmente buono e portato ad insegnare quella disciplina violenta come la cosa più giusta e meno pericolosa al mondo. Aveva grandi occhi marroni, scuri come la terra. I capelli erano radi e scuri, il viso sempre e incondizionatamente inespressivo. Non perché non fosse in grado di provare emozioni, ma perché non voleva.
"Male?"- Ad Harry non sembrava. Il sacco volava sotto la forza dei suoi colpi, il fiato gli stava durando più del previsto e si sentiva forte.
"Lo stesso errore di sempre, Harry. Sono stufo di dovertelo ripetere. Colpisci quel sacco come se ti avesse fatto un torto, non è così che deve andare."
L'uomo raggiunse lo stesso sacco nero con cui Harry si stava allenando poco prima mentre intorno a loro gli altri allievi continuavano ognuno per fatti suoi. -"Devi stendere le braccia"- disse prima di tirare un diretto, per mostrarglielo -"tu rimani chiuso su te stesso, così il colpo non ha l'efficacia che dovrebbe."
"Ma sono forte"- contestò Harry -"cosa cambia?"
"L'intenzione"- l'uomo lo guardò negli occhi, profondamente, e in quel momento nella palestra sembrarono esserci solo loro. -"Oggi è successo qualcosa a casa?"
Era incredibile come riuscisse a capirlo bene. -"No." Ma "sì" disse una vocina nella sua mente.
Il Maestro gli mise i guantoni sulle spalle e incrociò i loro occhi. Uno sguardo che Harry evitò di proposito, guardando il pavimento della sala della palestra. -"Scarica tutto quello che hai in quel sacco, se vuoi. Metti lì tutti i tuoi dolori, le tue frustrazioni, tutto ciò che di schifoso ti è accaduto oggi e nei giorni prima. Ma ricorda che questo non risolverà nulla: distruggere e colpirlo troppo forte non ti aiuterà a casa, perdere il controllo non serve. Non si tratta di essere forte e la questione non è vincere tutti gli avversari che ti capitano davanti. Sai benissimo che il tuo più grande nemico sei proprio tu, e quello srà il tuo incontro più difficile."
Per qualche ragione Harry sentì un paio di lacrime pizzicargli gli occhi. Ma non diede loro il permesso di scendere, doveva controllarsi.Perché il suo più grande nemico era proprio lui stesso, e doveva vincersi.
"Mi sono affezionato molto a te, riccio"- gli confessò l'uomo, che di solito non si sbilanciava mai a tanto -"Quindi vedi di non fare l'idiota, e rimani freddo e concentrato. So che è difficile, ma puoi farcela. E mi raccomando: braccio teso."
Gli tolse le mani dalle spalle e lo lasciò così: con un milione di pensieri nella testa e le lacrime che minacciavano di scendergli sul volto."Harry, tutto okay?"
Harry si riscosse quando la voce di Louis interruppe i suoi pensieri, risuonando all'interno del bagno e sovrastando il rumore dell'acqua che scrosciava su di lui e sul piatto della doccia.
"Sì sì, un minuto e ho fatto."
"Mh, okay. Sei lì dentro da una vita, credo sia successo qualcosa giù con Niall, sono tutti agitati."
Harry sospirò. -"Arrivo."
Si era preso solo un attimo per pensare, per ricordare quell'episodio. Ne aveva semplicemente avuto bisogno e non ci è dato conoscere il perché.-
Eccomi con il nuovo capitolo, spero vi piaccia!
Votate e commentate <3
xx

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The Game | Larry Stylinson
FanfictionI clichè fanno parte della vita, Harry e Louis ci metteranno poco a scoprirlo. Stesso College, stessa prima lezione, e forse stesse sensazioni. Il problema è il loro essere così irrimediabilmente diversi. Harry canta, suona, scrive. È un ex pugile...