The Game | Larry Stylinson

Capitolo trentaquattro - Arte e verità

L'arte circondava Niall facendolo sentire quasi fuori luogo. Arte in tutti i sensi: tre muri di quella stanza erano quasi del tutto ricoperti da fogli dipinti e disegnati, una canzone degli U2 si diffondeva bassa e leggera dalla radio e Zayn sorrideva proprio davanti a lui. Tre forme di arte diversa ma sempre di arte si trattava.

"Questi disegni li hai fatti tutti tu?"- Chiese Niall ammirato continuando a guardarsi intorno.

Erano nello studio di tatuaggi dove Zayn lavorava -più precisamente nella sua stanza-, proprio come si erano accordati il giorno prima. Niall aveva scoperto che il moro non era poi così male in quello che faceva: lo studio era uno dei più conosciuti di Miami e i disegni appesi alle pareti erano assolutamente straordinari. Vi era di tutto: disegni astratti, fiori -tanti fiori-, animali come tigri o serpenti, scritte, altre cose che Niall non riusciva bene a decifrare e chi più ne ha più ne metta.

Niall non lo sapeva, ma un po' dell'anima di Zayn era impressa e scritta all'interno di quei colori sgargianti e in alcuni di quei schizzi veloci. La vita stessa di Zayn era uno schizzo veloce.

"Sì"- confessò -"che ne pensi?"

Niall sorrise. -"Che sono belli. Se non avessi così paura me ne farei fare uno, sei bravo."

Zayn sorrise a sua volta e si alzò dalla sedia della sua scrivania per raggiungerlo, sul lettino dove si stendevano i clienti per esser tatuati. Niall aprì immediatamente le gambe per permettere a Zayn di avvicinarsi il più possibile, ma non gli allacciò le braccia al collo quando gli fu a un soffio di distanza, lo lasciò giocare per qualche secondo mentre gli lasciava leggeri baci sul collo.

"Che significano?"

Niall gli aveva preso una mano e aveva alzato un po' il braccio lasciato scoperto dalla maglietta senza maniche che indossava. Passò le dita sulla pelle tatuata percorrendo il contorno di molti dei disegni che gli coloravano il braccio, facendogli quasi venire i brividi per quel semplice tocco così leggero.

Suo malgrado non riuscì a nascondere un sorriso, al ricordo di ognuno di loro. -"Molti non hanno un significato: mi piaceva l'idea di essere io stesso qualcosa di fatto da me. Sono tutti disegni che ho inventato io, alcuni me li sono anche tatuati da solo. Più o meno come Louis."

"Louis?" Niall continuò a percorrere su e giù il braccio, definendo le figure e immaginando una storia per ognuna di loro. Lui non avrebbe mai avuto il coraggio di sottoporsi ad una tortura simile però immaginava cosa avesse spinto Zayn a colorarsi, a rendersi lui stesso una forma d'arte.

"Tanti tra i tatuaggi di Louis li ho fatti io. Non so se hai presente il cervo con il cuore, o la scritta che ha sul petto"- spiegò -"glieli ho tatuati entrambi io. La scritta quando litigava con il padre, il cervo perché è il suo animale preferito."

Niall lasciò correre le piccole mani al collo della maglietta. La strinse e vi si appese per costringerlo a calarsi un po' su di lui; non troppo. -"Perché siete così legati?"

Zayn non era sicuro che al biondo interessasse davvero, lui stesso non era sicuro di star ascoltando veramente perché erano troppo vicini, le labbra di Niall sembravano desiderare le sue come un cieco desidera vedere i colori, e i suoi occhi azzurri erano leggermente socchiusi ma intensi, così intensi che non riusciva o concentrarsi su nient'altro. -"Mh?"

Niall lo baciò con trasporto costringendolo a calarsi con il busto su di lui. Lo baciò come si fa la prima e l'ultima volta, come quando sai benissimo di cosa sanno le labbra dell'altro ma fingi di dimenticarlo per avere una scusa, una banale giustificazione per baciarlo ancora e ancora e ancora. Zayn si concesse del tutto; aprì le labbra a quel bacio agognato e ci mise tutto se stesso perché Niall non meritava niente di meno. Non in quel momento. Non mentre erano circondati dall'arte che Zayn tanto amava e che, non è necessario che Niall lo sappia, non avrebbe condiviso con molti altri all'infuori di lui.