Louis riuscí per poco a contenere le lacrime quando Harry lo raggiunse in camera, in casa sua. Era sdraiato sul letto e non riusciva a muoversi, ogni volta che prendeva un respiro troppo profondo sentiva come lo stomaco trafitto da una spada, ogni volta che cercava di cacciare Zayn e Liam per poter piangere in pace senza vergogna loro gli rispondevano che era un coglione anche solo per chiederlo, e che sarebbero rimasti per aiutarlo. Lo fecero davvero, prendendosi cura di lui. Lavarono via il sangue -Louis si sentiva ancora peggio, i lividi erano bene in mostra e lo zigomo era assurdamente gonfio- e gli portarono da bere -acqua ovviamente-, per poi stenderlo sul letto del fidanzato.
Ogni minuto in più che aspettavano che Harry tornasse era sempre più terribile del precedente, e Louis si sentiva sempre più in colpa per essere la causa della sua rabbia, per renderlo l'Harry che non voleva più essere. Tutto voleva tranne che soffrisse.
Ma Harry arrivò, perfetto e senza un graffio, l'espressione preoccupata ma non dolorante. Louis tirò un sospiro di sollievo mentre Liam e Zayn li lasciavano soli dopo che lo ebbero salutato. -"Oh Louis.."
Harry riuscì solo a pronunciare il suo nome, poi cadde in ginocchio accanto al suo letto e gli prese una mano tra le sue, mentre avvicinava le loro fronti e gli lasciava un bacio sulle labbra. Louis si mosse un po' per avvicinarsi, il dolore improvvisamente scomparve.
Harry era come una medicina miracolosa, tutto poteva andare male, ma lui era lì per farlo stare meglio. -"Come stai?"
La risposta era evidente, così come la bugia che Louis disse. -"Bene."- Ma non era del tutto falso, Harry era pur sempre lì accanto a lui. -"Tu?"
"Non l'ho colpito, non ci siamo picchiati"- spiegò Harry prendendo un respiro -"Non so come ho fatto, mi sono trattenuto. Non mi era mai successo prima."
Il fatto di essersi davvero trattenuto ancora lo sconvolgeva, ancora non poteva crederci. Da quando quello sport era diventato il suo modo di vivere non aveva mai trovato una ragione abbastanza forte, almeno non prima della rissa mortale in quella discoteca, per tenere ferme le mani. E da quando aveva smesso aveva colto ogni singola occasione per non cancellare quella parte di se stesso. Era solo un grande ossimoro: non voleva essere così, ma una parte di lui necessitava di vivere quelle sensazioni ancora e ancora. Come per quanto riguardava The Game, una parte davvero troppo grande di lui voleva combattere e vincere il torneo. Doveva colpire, doveva sentirsi libero. Il fatto che il pensiero di Louis lo avesse fatto trattenere non era solo straordinario, ma lo lasciava senza parole.
Mentre nella mente di Harry tutti questi pensieri si mescolavano confondendolo ancora di più, Louis si sentì meglio nel sapere che era tutto okay, che non aveva ricevuto nessun colpo e che fortunatamente non ne aveva neanche dati. -"Dimmi come è andata."
"Ho pensato che picchiandolo tu non saresti stato meglio, che non avrei risolto niente. Così ho tentato di spiegargli che non è tua la colpa di tutto questo e della vostra situazione come famiglia, ma di tuo padre. E sua, per non aver mai pensato in modo diverso, per non essersi mai posto domande."
Louis sapeva, dentro di lui, che la colpa non era mai stata sua. Il fatto che Harry lo pensasse lo faceva stare meglio, il fatto che Stan non la pensava così un po' meno. -"Come hai fatto a trattenerti?"
Harry scosse la testa, poi gli sfiorò la guancia con le labbra. -"Amarti mi rende una persona migliore, degna di essere quella giusta per te."
Lo pensava, al cento per cento. Voleva essere tutto ciò che di bello la vita aveva negato a Louis, voleva essere il motivo del suo sorriso e la causa della sua gioia. Voleva che Louis lo amasse perché era una bella persona, e voleva sentirsi una bella persona. -"Mi saresti servito quando ero ancora a casa, mi avresti impedito di essere il mostro che sono diventato."
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The Game | Larry Stylinson
FanfictionI clichè fanno parte della vita, Harry e Louis ci metteranno poco a scoprirlo. Stesso College, stessa prima lezione, e forse stesse sensazioni. Il problema è il loro essere così irrimediabilmente diversi. Harry canta, suona, scrive. È un ex pugile...